Recensione Last Day of June

Last Day of June è l'ultima fatica del team italiano Ovosonico. Venite a scoprire i suoi protagonisti nella nostra recensione PS4.

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a cura di Martina Fargnoli

Editor

Last Day of June

 

Last Day of June, disponibile su PC e PS4, porta con sé ricercatezza artistica e grande carica emotiva. L'opera è frutto del magnetismo generato sul fondatore di Ovosonico Massimo Guarini dal video musicale per Drive Home di Steven Wilson. I protagonisti di Last Day of June infatti ricalcano i pupazzi animati in stop-motion nel video diretto da Jess Cope.

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CONTRO: Puzzle fin troppo semplici, impossibilità di saltare cutscene ripetitive

VERDETTO: Il modo in cui il gioco viene presentato e come viene accompagnato dalla colonna sonora sono i punti di forza di un titolo che si pone lo scopo di farvi commuovere. Perdere una persona amata può essere una delle esperienze più dolorose della vita e l'accettazione è un lungo percorso che passa per rimpianti e frustrazioni. Last Day of June tenta di convogliare quest'esperienza in un gioco dal gameplay basato sulla risoluzione di puzzle nel tentativo di cambiare la cattiva sorte che ha privato della vita uno dei protagonisti. Pur vittima di ripetizioni e con un livello di difficoltà molto basso, riesce a catturare l'attenzione e mantenere vivo l'interesse grazie alla forza delle immagini e ai suoi protagonisti.

Ne è stata fatta di strada da quando bastavano due rettangoli e una pallina per avere un gioco. Oggi possiamo vantare produzioni per ogni gusto e abilità. Non esiste una formula per accontentare tutti, ma c'è sicuramente un gioco per ogni tipo di pubblico.

Oggi, dalle macchine divora gettoni siamo arrivati fino ai titoli che ti divorano dentro per quanto forte è il loro modo di emozionare e stringere un legame col giocatore. Storie avvincenti, personaggi credibili e sfaccettati, colonne sonore epiche, ma anche tematiche dure e difficili da raccontare come la morte o la malattia.

Last Day of June

Lo sanno bene in quel di Varese dove a Villa Ovosonico gli stimoli emotigeni sono infusi praticamente in ogni elemento delle proprie opere. Già 3 anni fa col titolo d'esordio Murasaki Baby si è potuto toccare con mano un racconto fatto di simbolismo la cui forza era espressa da uno stile artistico surreale e cupo.

Pur non esente da piccoli difetti nei controlli, ha provato a fare buon uso della bistrattata PS Vita cercando di costruire un punto di contatto fisico oltre che simbolico. Last Day of June riprende in parte quello stile minimalista nel convogliare emozioni, ma lo dota di una maggiore forza.

Amore e rimpianti

Carl e June sono una coppia molto innamorata. Nonostante le grandi teste, l'assenza di bocca e gli occhi incavati come in bamboline di creta, il loro affiatamento passa attraverso gesti e versi di diversa tonalità a seconda dell'emozione che provano a trasmettere. Lei ride vedendolo un po' impacciato mentre tenta di alzarsi per andarle a prendere un giacchetto.

Last Day of June

La complicità tra i due non ha bisogno di parole. Il tempo trascorso insieme su un pontile è accarezzato dalla luce riflessa del sole al tramonto. L'atmosfera è ricca di toni caldi che non sovrastano il paesaggio in modo netto ma lo abbracciano conferendogli un'aura sognante.

Il momento felice è bruscamente interrotto da un temporale estivo. I due si lasciano alle spalle la tranquillità e mentre la pioggia batte incessante, la coppia è vittima di un tragico incidente. In una fase successiva, Carl, in preda all'ennesimo incubo, si sveglia di soprassalto respirando in modo irregolare.

Accanto a lui si trova una sedia a rotelle che avvicina compiendo un sonoro sforzo. L'assenza della figura di June è ben resa in modo simbolico anche dalla mancanza di una luce calda all'interno della casa. Il caminetto manda un debole bagliore ma il blu forte della notte avvolge ogni cosa.

Last Day of June

La perdita di una persona cara è un evento in grado di segnarci profondamente e ognuno ha il proprio modo di indulgere nel dispiacere. Per Carl, probabilmente, i giorni si susseguono uno dopo l'altro senza ormai più molta differenza, svuotati così come appare la casa. Il frigo è vuoto e la tavola è apparecchiata per uno.

Ancora una volta le animazioni e i brontolii conferiscono un senso a ciò che si osserva e l'aspetto quasi senza caratterizzazione dei personaggi permette di proiettare le proprie sensazioni. 

Trascinandoci per le stanze siamo all'improvviso "benedetti" da una strana magia che ci conferisce l'opportunità di rimettere le cose a posto e provare a salvare l'amata June. L'artificio serve al gioco per introdurre la componente puzzle che ci aiuterà a capire come sono andate le cose e cosa si può fare per riavvolgere il tempo come desiderato nella speranza di portare pace all'animo.


Tom's Consiglia

Se apprezzate i giochi con contenuti in grado di suscitare emozioni provate il nuovo Life Is Strange: Before the Storm.