Recensione Outlast, il survival horror da manicomio

Outlast è un gioco horror che parte dai classici cliché del genere per raccontare una storia intrisa di follia e terrore. L'atmosfera e la direzione artistica sono convincenti, anche se qualche difetto limita il voto finale.

Avatar di Marshall Honorof

a cura di Marshall Honorof

Il terrore alberga nel manicomio di Mount Massive

Outlast - Clicca per ingrandire

Genere: Survival horror

Sviluppatore: Red Barrels Studios

Distributore: Red Barrels Studios

La stanza è buia e potete sentire un respiro affannoso. Difficile dire se sia proprio il vostro o quello di qualcun altro, nel peggiore e più terrificante dei casi. Vi sporgete da un angolo e vedete una fievole luce in lontananza. Imbracciate la vostra fidata videocamera, attivate la visione notturna e proseguite, ma un rumore decisamente poco umano si avvicina alle vostre spalle.

Potete correre, nascondervi o morire. In Outlast queste sono le vostre tre uniche opzioni. Questo survival horror in prima persona arriva dalle menti dello studio indipendente Red Barrells Studios, e le lacune relative alla mancanza di complessità tecnica sono abbondantemente recuperate grazie ai salti che farete sulla sedia dalla paura, alle creature terrificanti e agli spargimenti di sangue da torcere le budella.

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Giochi come Dead Space 3 e Resident Evil 6 scendono a compromessi con le loro radici horror abbracciando un approccio al gameplay che non sfigurerebbe nei film di Michael Bay, ma il principio di Outlast è molto più vicino ai survival horror tradizionali come Alone in the Dark e Silent Hill.