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a cura di Alessandra Borgonovo

Il survival horror è un sotto-genere particolare, spesso somigliante all'horror psicologico al punto da rendere difficile un distinguo netto. Remothered: Tormented Fathers, titolo di stampo italiano sviluppato da Stormind Games in collaborazione con Darril Arts, racchiude aspetti da entrambe le parti sebbene sia più orientato verso la sopravvivenza. Annunciata la versione console in uscita il 25 luglio, dopo averlo recensito su PC ci siamo presi del tempo per dargli uno sguardo anche su PlayStation 4.

Nei panni di Rosemary Reed dovremo svelare il mistero che si cela dietro la scomparsa di Celeste, una ragazzina figlia del notaio Richard Felton; la ricerca della verità ci si rivolterà tuttavia contro, portando quella che doveva essere un'indagine personale in una strenua lotta per la sopravvivenza all'interno di una villa che sembra nascondere più segreti di quanti ne voglia svelare. Abbandonata a se stessa e priva di armi appropriate con cui difendersi, Rosemary - e dunque noi giocatori - potrà affidarsi esclusivamente a ciò che l'ambiente le offre: nascondigli per evitare di farsi scoprire, oggetti contundenti per rallentare gli inseguitori e altri più affilati per poter sfuggire alla loro presa nel caso venisse catturata.

Non dissimile da Clock Tower o Haunting Ground (a sua volta strettamente legato a Clock Tower al punto da dover, all'inizio, rappresentare il quarto capitolo della serie), ma anche al più recente Alien: Isolation, Remothered: Tormented Fathers gioca con quella che è la sensazione peggiore per noi videogiocatori: l'impotenza. Mai davvero in controllo della situazione, senza alcuna possibilità di prevalere sui nemici (stalker di nome e di fatto) che possono essere rallentati ma non uccisi, dovremo scendere a patti con la costante sensazione di essere seguiti: proprio come Ripley non poteva sbarazzarsi di Alien e nessuno nello spazio poteva sentirla gridare, villa Felton è la nostra Sevastopol in miniatura dove nessuno verrà ad aiutarci e saremo da soli contro il mostro nel buio.

Remothered

Com'è facile intuire se non l'avete provato su PC, l'intera esperienza è confinata dentro la villa: non ci sono tempi di caricamento e tutto si svolge in tempo reale. Questo vuol dire che siamo liberi di esplorare ogni area della casa, lucchetti permettendo, ma indipendentemente da dove ci troviamo, il gioco continuerà a "vivere": una scelta di design ottimale per instillare un senso di insicurezza e tensione costante, perché non esiste un posto davvero sicuro in Remothered: Tormented Fathers. Inoltre non esiste alcun aiuto a schermo. Niente mappa, nessun indicatore di posizione nemica o della salute: l'interazione ambientale sarà la sola cosa a poterci salvare la vita e il nostro corpo l'unica indicazione sullo stato di salute. Più Rosemary sarà contratta e spossata, meno colpi potremo subire.

Fondamentale è memorizzare il comportamento di Felton e reagire di conseguenza, assicurandoci di avere sempre a portata degli oggetti per distrarlo o difenderci, sebbene nel caso fossimo scoperti la soluzione migliore rimanga comunque seminarlo tra i corridoi della casa; considerata la quantità di porte chiuse, specialmente all'inizio, questo richiede di ricordare bene la planimetria della villa a mano a mano che arriveremo ad esplorarla. Di nuovo, sono chiari i riferimenti ad Alien: Isolation, che ha sfruttato alla perfezione questa meccanica. Per una disamina completa e dettagliata del gioco vi suggeriamo una volta di più la recensione, questo articolo si vuole focalizzare sulla versione PlayStation 4 ed è inutile dire che la versione console non ha proprio niente da invidiare alla sua controparte PC.

Remothered Tormented Fathers immagine PC PS4 04

Breve ma intenso (poco più di sette ore per completarlo) e dal gameplay privo di falle, Remothered: Tormented Fathers è un'esperienza meritevole persino su PlayStation 4 Pro, precisiamo, anche se non abbiamo dubbi possa lavorare altrettanto bene in termini di prestazione sulla versione liscia. Sono anche stati limati alcuni piccoli difetti riscontrati su PC, sebbene non tutti. L'illuminazione per esempio non concorre sempre a creare un'atmosfera realistica e capita che i volti restituiscano una sensazione plastica, complice un uso un po' spinto dell'effetto offuscato.

Inoltre, unico bug notato nel corso di tutta la partita, quando Rosemary è accovacciata e deve uscire da una stanza si spinge avanti in un fastidioso effetto "teletrasporto" che spezza la tensione creatasi fino a quel momento. Per il resto siamo di fronte, come già metteva in luce la versione PC, a un titolo superiore alla media degli indie e motivo di vanto nel panorama videoludico italiano: ricordiamo che questo è il primo capitolo di una trilogia e Stormind Games ha deciso fin da subito di mostrare cosa è in grado di fare e quanto potenzialmente potrebbe migliorarsi nel corso delle prossime produzioni. Remothered: Tormented Fathers è un survival horror un po' vecchia scuola che farà la gioia degli appassionati del genere e in attesa di un eventuale porting su Nintendo Switch, la versione PlayStation 4 non sfigura per nulla.

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