Il fenomeno del retrogaming continua a crescere senza sosta, trovando nuova linfa grazie alle piattaforme digitali moderne. Sony ha deciso di cavalcare questa tendenza ampliando il catalogo PlayStation Plus Classics con due titoli che hanno segnato la storia del survival horror a fine anni ’90. Un’operazione che non ha solo valore commerciale, ma che assume i contorni di un vero e proprio atto di conservazione culturale, utile a preservare capolavori che rischierebbero di scomparire nell’oblio tecnologico.
Il ritorno alle origini dell’orrore videoludico
Resident Evil 2 e Resident Evil 3: Nemesis sono ora disponibili su PlayStation 4 e PlayStation 5 nella loro forma originale per PlayStation 1. Pubblicati rispettivamente nel 1998 e nel 1999, i due classici possono essere scaricati al prezzo di 9,99 euro ciascuno, offrendo l’occasione di rivivere l’atmosfera claustrofobica di Raccoon City così come fu concepita oltre vent’anni fa.
L’esperienza rimane fedele all’epoca: grafica poligonale, controlli “tank”, enigmi ambientali e quella tensione particolare che i limiti tecnici sapevano generare, elementi che oggi possono apparire datati ma che allora rappresentavano avanguardia e sperimentazione.
Due protagonisti, un’unica minaccia
In Resident Evil 2, i giocatori seguono le vicende di Leon S. Kennedy e Claire Redfield, impegnati a sopravvivere al disastro provocato dalla Umbrella Corporation. Un racconto che ancora oggi è considerato tra i migliori esempi di storytelling interattivo del genere horror.
Il terzo capitolo, invece, mette al centro Jill Valentine e la sua fuga disperata dall’inseguitore più iconico del franchise: Nemesis. La creatura non è un semplice boss, ma una presenza costante e opprimente che ridisegnò il concetto stesso di tensione videoludica, trasformando ogni momento in una potenziale trappola mortale.
PlayStation Plus e la memoria videoludica
L’arrivo di questi due capitoli nel catalogo PlayStation Plus Premium conferma l’impegno di Sony nel preservare il patrimonio ludico. In un mercato dominato dal nuovo e dal fotorealismo, riportare in vita simili opere significa riconoscerne il valore culturale e artistico.
Per chi ha già provato i remake moderni, l’occasione è duplice: da un lato la nostalgia pura, dall’altro la possibilità di osservare come si siano evoluti narrativa, meccaniche e filosofia di design in oltre vent’anni di storia. Un viaggio nel tempo che diventa memoria viva per i veterani e scoperta archeologica per le nuove generazioni.