Rule of Rose, il Governo contro i videogiochi

Il caso Rule of Rose fa scendere in campo il Governo che pensa di bandire i videogiochi violenti dall'Italia

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a cura di Manolo De Agostini

Quale giorno fa abbiamo parlato di Rule of Rose, un videogioco atteso per il 24 novembre, accusato di essere troppo cruento e diseducativo in alcune sue scene. Il carrozzone mediatico, messo in moto da Panorama, ha subito demonizzato il gioco e i giochi in generale, evitando ben bene di guardare i panni sporchi che potrebbero avere in casa propria.

A questo punto sono scese in campo anche le istituzioni che, per bocca del ministro della Giustizia Clemente Mastella hanno annunciato che il governo potrebbe istituire un'authority atta a controllare e vietare i videogiochi violenti nel nostro paese.

L'Ansa riporta:

"Anche io sono indignato per il livello di efferatezza di questi videogiochi in mano ai bambini. Non c'é bisogno di dosi massicce di orrore per farli divertire. I più giovani - afferma Mastella - hanno diritto a vivere al riparo dalle violenze". Il guardasigilli si dice d'accordo sulla necessità di "agire da subito prima che i danni si aggravino, evitando la commercializzazione" dei videogiochi violenti.

'Rule of Rose' - riferisce il ministro - è un videogioco giapponese che viene classificato per ragazzi al di sopra dei 16 anni: "Ma il fatto che sia ritenuto adatto a ultrasedicenni o a maggiorenni, non impedisce che i più piccoli ne entrino in possesso", mette in guardia Mastella. Su un eventuale sequestro del videogioco, Mastella fa notare che "un sequestro è possibile solo se c'é un'ipotesi di reato, vale a dire l'istigazione a delinquere".

Oltra a Mastella, anche Veltroni si sarebbe dichiarato contrario alla commercializzazione del videogioco.

L'AESVI - Associazione editori software videoludico italiana - si è opposta alla generica criminalizzazione dell'industria del videogioco e ha affidato il suo pensiero in un comunicato che trovate a questo indirizzo.