Sale LAN: la chiusura riguarda solo 3 esercizi, salve le fiere di settore

L'ADM fa chiarezza sulla chiusura delle sale LAN e la possibilità di installare postazioni da gioco nelle fiere come Milan Games Week.

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a cura di Alessandro Adinolfi

Durante il weekend un terremoto si è abbattuto sul mondo dei videogiochi italiani, con la chiusura delle sale LAN causata da un apparente vuoto normativo. A distanza di diversi giorni dalla notizia ora è l'Agenzia delle Accise, Dogane e Monopoli a fare chiarezza sull'operazione, con una nota rilanciata sul suo sito web e prontamente riportata dall'Agimeg.

Come riportato dall'ADM, le sale LAN in Italia possono continuare a operare. L'operazione svoltasi venerdì, infatti, ha riguardato solamente quattro esercizi commerciali, tre dei quali sono stati in effetti fermati perché privi delle licenze necessarie per poter operare. Nel dettaglio, le tre sale erano prive di licenza, autorizzazione e nulla osta sia per quanto riguarda l'hardware (ovvero PC), sia per il software vero e proprio. "In particolare, in uno di questi tre casi, lo stesso operatore, all’atto della presentazione della segnalazione certificata d’inizio attività all’Ente comunale, dichiarava di installare videogiochi che, tuttavia, erano completamente privi di certificazione e titoli autorizzatori", le parole riportate dall'Agimeg.

Il chiarimento dell'Agenzia delle Accise, Dogane e Monopoli ci permette di essere poi rassicurati anche su un altro aspetto, ovvero quello delle fiere di settore come Lucca Comics, Milan Games Week e molte altre. Considerato che il sequestro dei materiali è avvenuto solamente per quanto riguarda la mancanza di licenze, almeno per ora, le fiere e le postazioni presenti saranno ovviamente salve.

La vicenda presenta comunque ancora dei dubbi. Non sappiamo esattamente di quali licenze e nulla osta erano prive le tre sale che ora non possono operare. In aggiunta, il vuoto legislativo sulle sale LAN non aiuta sicuramente a fare chiarezza per il futuro. La speranza è che tutto possa tornare alla normalità in tempi brevi e che lo Stato possa aiutare a rendere il processo di apertura e di regolamentazione di questi luoghi il più snello e veloce possibile, come già accaduto in passato per altri locali.