Sonic Origins | Recensione

Sonic Origins è la collezione perfetta per tutti gli amanti del porcospino blu, ma porta sulle spalle il peso di cattive decisioni di SEGA.

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a cura di Lorenzo Ardeni

Sonic Origins è stato rilasciato poco più di una settimana fa, esattamente il giorno del compleanno del porcospino blu. La controversa collezione giunge così con un anno di ritardo dal trentesimo anniversario di Sonic the Hedgehog. È un peccato, perché in quello che sarebbe dovuto essere un 2021 esplosivo per il riccio di SEGA non abbiamo avuto granché se non un’orchestra a lui dedicata, che è stata anche una delle cose migliori che il publisher ha potuto fare per la sua iconica mascotte dopo Sonic Mania nel 2017.

Sonic Team e SEGA, infatti, non sembrano avere le idee chiare su quale percorso deve prendere il Sonic moderno di Unleashed e Generations, che dal 2011 in poi ha visto solo titoli dalla qualità sempre più discutibile. Infatti, fu proprio il glorioso lancio di Sonic Mania nel 2017 a risollevare le sorti della IP, che però continuava a far faville all’infuori della serie canonica e lineare nel gameplay. Quest’anno, a distanza di mezzo decennio dagli ultimi titoli più importanti, SEGA vuol tornare a proporre la formula classica 2D a pochi mesi dal lancio di quello che vorrebbe fosse il grande capitolo 3D, la ripresa di Sonic.

Al contrario di presentarsi con uno stile grafico e livelli completamente nuovi, Sonic Origins è invece una raccolta dei primi quattro titoli della serie: Sonic the Hedgehog del 1991, Sonic 2, Sonic CD e Sonic 3 & Knuckles. Se però pensate che la collezione sia una mera riproposizione di questi titoli, vi dovrete ricredere, perché Sonic Origins propone due modalità di gioco, Anniversario e Classica, che si distinguono in modo molto semplice: i titoli in modalità classica sono la semplice riproposizione degli stessi così come sono stati rilasciati (anche se non sempre, purtroppo), mentre l’anniversario cambia il rapporto dello schermo da 4:3 a 16:9, elimina le vite a favore di monete (di cui parleremo a breve) e aggiunge alcune migliorie.

Una modalità poco classica

La modalità classica si pone l’obiettivo di contrapporsi a quella anniversario, mettendo tra le mani dell’utente i primi quattro giochi di Sonic nudi e crudi, così come sono stati rilasciati agli inizi degli anni ‘90. Tuttavia, possiamo notare sin da subito che non è esattamente il caso, dato che sono state comunque fatte alcune migliorie che non erano presenti nei titoli originali. Parliamo di novità che potenziano l’impianto ludico e che senza dubbio potrebbero fare soltanto piacere, se non fosse che sono già presenti nella modalità anniversario.

Ricordiamo infatti che SEGA ha rimosso dagli store digitali tutte le ripubblicazioni dei giochi presenti in Sonic Origins, strategia che si pone chiaramente l’obiettivo di spingere gli utenti ad acquistare la collezione piuttosto che i titoli singoli. Tuttavia, non è possibile giocare ai capitoli originali così come erano negli anni ’90 e non possiamo neanche disattivare le migliorie effettuate come invece accadeva spesso nei porting sulle altre piattaforme. 

Allo stato attuale, quindi, la modalità classica ha ben poco di nostalgico, se non una risoluzione minore, lo schermo in rapporto 4:3 e la presenza di vite al posto di monete. Di fatti, crediamo che un modo molto semplice per risolvere questo problema sarebbe stato introdurre delle opzioni per il gameplay, esattamente come avveniva in Sonic Mania, così da poter giocare realmente i titoli che avevano fatto la storia della serie negli anni ’90.

La giusta celebrazione

La modalità anniversario, al contrario, può permettersi di introdurre un’esorbitante quantità di migliorie al gameplay e al level design, presentandosi al momento come il modo migliore per approcciarsi ai primi quattro giochi di Sonic per chi non li ha mai provati prima. Di fatti, un primo, grande segnale di come SEGA e il team di sviluppo abbiano voluto rilegare una riedizione con i fiocchi è la cura nei dettagli, in termini contenutistici. 

Oltre alla possibilità di godersi i giochi interi con rapporto a 16:9 e in alta risoluzione, potremo scoprire livelli speciali completamente migliorati. Sempre parlando del secondo capitolo della serie, fa il suo ritorno addirittura l’Hidden Palace, la zona segreta introdotta per la prima volta con una precedente riedizione di Sonic 2 ispirata a un livello cancellato del gioco originale del 1992.

Meno presente tra i vari porting effettuati negli ultimi anni è stato proprio il terzo capitolo della serie, o meglio, il prodotto che veniva fuori collegando la cartuccia di Sonic & Knuckles e quella di Sonic 3. Di fatti, Sonic 3 & Knuckles torna dopo una lunga assenza su Sonic Origins, mostrando i muscoli con una lunghissima serie di novità grafiche e tecniche. La lista delle migliorie apportate è davvero lunghissima, ma per rendere l’idea di come il team di sviluppo ha voluto potenziare modernizzare l’esperienza complessiva, possiamo pensare ad alcune casistiche in particolare. 

Sin dai primi momenti, alla sacra Angel Island Zone, possiamo notare come l’animazione di Super Sonic abbia ora delle luci che appaiono dove sta passando, o come la sabbia si alzi al suo rapidissimo passaggio; addirittura, le animazioni delle liane, degli anelli che portano allo special stage o anche dello snowboard in Ice Cap Zone sono ora più fluide. È stata anche aggiunta una piccola animazione che anticipa l’apparizione del primo mini-boss di Angel Island, assente in tutte le altre riedizioni di Sonic 3. Insomma, il team di sviluppo ha puntato davvero molto sul rendere i primi quattro giochi di Sonic molto più moderni e godibili, senza mai sfociare in un’esagerata semplificazione.

Sonic Origins come Sonic Mania?

La novità che più abbiamo apprezzato è la possibilità di effettuare uno scatto avvitato con Sonic - dall’inglese “drop dash” - ovvero una tecnica che permette di raggiungere velocità elevate quando il porcospino atterra dopo un salto, presa direttamente da Sonic Mania. Si tratta di una novità che non ci aspettavamo e che, a nostro avviso, ha la possibilità di cambiare davvero molto il gameplay in alcune situazioni.

Questa mossa, così come avevamo visto in Mania, ha la peculiarità di essere un’arma a doppio taglio: l’uso sconsiderato potrebbe comportare la caduta in un baratro o far finire il riccio blu direttamente su degli spuntoni, mentre in alcune occasioni velocizza e migliora il gameplay. Quando Christian Whitehead ed Headcannon progettarono lo scatto avvitato per Sonic Mania difficilmente avrebbero prevedere che la tecnica sarebbe così tanto adatta anche a un level design di 30 anni fa, ed è davvero un piacere poterla utilizzare nella modalità anniversario di tutti i giochi presenti in Sonic Origins.

Livelli speciali, tra innovazioni e delusioni

Tra le altre novità ci sono anche degli stage speciali completamente rivisitati in modo da poter essere più fluidi e moderni. Per fare un esempio lampante pensiamo a quelli di Sonic 2, dove il team di sviluppo aveva utilizzato alcune tecniche particolari per dar l’impressione che il protagonista si stesse muovendo su un piano 3D. In Sonic Origins, questo scenario è adesso realmente 3D, e il movimento di personaggi, ring e bombe è adesso molto più comprensibile e meno punitivo.

Stesso discorso per i livelli speciali di Sonic 1, che ora ruotano con maggiore fluidità e meno a scatti, e per quelli di Sonic CD, che ereditano il frame rate stabile del porting del 2011. Per Sonic 3 & Knuckles, invece, le migliorie degli special stage sono molto meno sentite, e si limitano piuttosto a rendere la palette dei colori più vicina a quella degli stessi scenari di Sonic Mania. Parliamo quindi di migliorie più che accettabili, soprattutto perché il team di sviluppo avrebbe anche potuto scegliere di limitarsi a riproporre questi livelli così come li abbiamo sempre conosciuti.

Tuttavia, hanno deciso di riporre una cura particolare nel modernizzare quegli scenari che maggiormente sentivano il peso degli anni, senza però mai sfociare in un’eccessiva semplificazione, rischiando di snaturare gli originali. A lasciarci basiti, come abbiamo accennato, è stata la scelta di aggiungere questi scenari anche a tutti i titoli in modalità classica che, per definizione, dovrebbero essere riproposti esattamente come erano al lancio 30 anni fa. La presenza di queste migliorie, come avevamo accennato poc’anzi, rovina non poco quell’esperienza che doveva fare della nostalgia il suo punto di forza, ed è uno degli elementi che tolgono senso di esistenza alla modalità classica stessa.

Sonic 3 senza Michael Jackson

Importanti novità giungono anche per quanto riguarda il comparto sonoro, dato che Sonic 1 e 2 hanno ricevuto un lavoro di completa rimasterizzazione audio: di fatti, un orecchio più attento potrebbe notare subito come la colonna sonora sia ora più pulita e brillante rispetto gli originali. Discorso leggermente differente per Sonic CD dove, se su SEGA Saturn i brani degli scenari si concludevano in dissolvenza, adesso la musica è continua e non ha neanche delle porzioni audio aggiuntive per giustificare la ripetizione della canzone.

Sonic 3, invece, segue ancora una volta una strada tutta sua. Ricordavate quando si vociferava che la colonna sonora fosse stata realizzata in collaborazione con Michael Jackson? Ebbene, Yuji Naka ha finalmente gettato luce sul mito, confermando ufficialmente che alcuni brani furono composti proprio assieme alla leggenda del pop. Questo rappresentava però un problema per SEGA, che ha dovuto costringere il Sonic Team a realizzare una colonna sonora quasi completamente nuova per alcuni livelli del terzo capitolo in Sonic Origins.

“Quasi” perché il titolo presenta ora dei brani rielaborati da un vecchio prototipo di Sonic 3 e che sono quindi particolarmente differenti da quelli originali. Di fatti, alcune zone che sono entrate nei cuori degli appassionati del porcospino blu, come Ice Cap o Carnival Night, non hanno più le incredibili soundtrack che li rendevano davvero unici. Chiaramente, si tratta di un’opinione prettamente soggettiva e alcuni di voi potrebbero addirittura apprezzare maggiormente i nuovi brani. Tuttavia, chi era realmente affezionato a quelle canzoni noterà subito la differenza e capirà che giocare quei livelli adesso non è più la stessa cosa.

Alcune insoddisfazioni giungono però anche sull’impianto tecnico, che aggrava Sonic Origins con una quantità ingente di bug. Per fare un esempio, ci è capitato spesso di sentire in continuazione suoni di salti per poi capire che Tails era rimasto bloccato in qualche angolo del livello e che non riusciva a raggiungerci automaticamente com’è sempre avvenuto in precedenza. Ancor peggio, dopo aver ottenuto tutti gli smeraldi in Sonic 3 ce li siamo visti tolti via da un livello all’altro, senza un apparente motivo.

Questo mostra ancora una volta, dopo Sonic Colors Ultimate, come SEGA riponga sempre meno attenzione nel pubblicare titoli smussati in ogni modo possibile e quanto meno possibile esenti da problemi tecnici. Crediamo che la soluzione migliore sia quella di dare agli sviluppatori più tempo per sistemare le loro produzioni, esattamente come lamentava uno dei dipendenti dopo il lancio del titolo. Di fatti, anche Sonic Frontiers non ci è parso particolarmente interessante in tal senso, per cui speriamo vivamente che SEGA riesca a togliersi questa brutta abitudine.

Una delle introduzioni di Sonic Origins sono però le missioni e il museo. Questi due elementi sono interconnessi tra di loro tramite le monete, ovvero una valuta che sostituisce le vite nella modalità anniversario dei giochi e che può esser spesa nel museo per ottenere illustrazioni inedite, video o brani musicali presi da altri capitoli della serie (che purtroppo non possono esser riprodotti durante il gameplay). 

Le missioni, d’altro canto, sono un modo molto interessante per sfruttare il motore di gioco che muove i quattro titoli, utilizzando i vari livelli come basi per inventare sfide completamente nuove. Si tratta di un’aggiunta che abbiamo apprezzato davvero molto sia per l’originalità del level design, sia per la varietà delle sfide proposte, rappresentando un piacevole incrocio tra le missioni secondarie di Sonic Generations e la creatività di un Super Mario Maker.

Inoltre, sono un ottimo modo per ottenere monete che, come abbiamo detto, servono per acquistare oggetti nel museo, spesso molto interessanti per i veri appassionati del porcospino blu. Possono anche essere utilizzate come tentativi extra nei livelli speciali della modalità anniversario, cosa che cala drasticamente la severità delle sconfitte, specialmente nelle fasi più difficili.