Sony PlayStation costretta a pagare una multa da 3,5 milioni di dollari dall'Australia

Brutte notizie per Sony, costretta dall'Australia a pagare 3,5 milioni di dollari dopo una denuncia di "riportare false e ingannevoli informazioni".

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a cura di Mattia D'Elia

Corrono brutti tempi per Sony PlayStation Europe, dopo che la sezione europea è stata denunciata dall' Australian Competition And Consumer Commission, o semplicemente ACCC, e condannata da quest'ultima a pagare una multa di 3,5 milioni di dollari per aver commesso, secondo il governo australiano, pratiche commerciali scorrette nei confronti dei consumatori.

Nello specifico, la causa intrapresa contro Sony riguarda l'aver riportato "false e ingannevoli informazioni e rappresentazioni sul proprio sito e verso gli accordi con gli utenti australiani", contrapponendosi con quanto dichiarato dall'Australian Consumer Law, ovvero una legge che tutela i diritti dei consumatori dopo l'acquisto di un bene nel mercato australiano. Ma, nello specifico, a cosa è dovuta la denuncia?

Naturalmente, trattandosi di una nazione a sè stante, l'Australia ha delle leggi ben diverse da quelle degli altri Paesi del mondo: in particolare, la nazione oltreoceano ha una legge specifica che tutela i consumatori dopo aver effettuato un acquisto, garantendogli un rimborso per un prodotto difettoso che, a seconda dei casi, può estendersi anche oltre i canonici 14 giorni previsti dagli altri Paesi. Questa legge si rivolge anche ai contenuti scaricati in digitale dal PlayStation Store, sebbene sembri che prima d'ora Sony non lo consentisse. Difatti, secondo l'ACCC, la casa giapponese avrebbe riportato informazioni scorrette ai propri acquirenti, informazioni non in linea con il regolamento locale, che cita "i consumatori che comprano prodotti online hanno esattamente gli stessi diritti di coloro che acquistano nei negozi fisici".

In aggiunta, Sony avrebbe riferito ad un utente che solo lo sviluppatore di un gioco acquistato può autorizzare un rimborso, mentre ad un altro che il rimborso può avvenire solo tramite crediti virtuali da spendere sul PlayStation Store. Tuttavia, anche in questo caso, la legge australiana spiega che il diritto di rimborso è garantito in denaro o trasferimento monetario in base al sistema utilizzato per il pagamento. Sony, dunque, si è ritrovata tra le mani una bella gatta da pelare.

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