Di fronte al nome di Quantic Dream è facile far correre il pensiero a titoli come Heavy Rain o Detroit Beyond Human, delle esperienze capaci di fondere saggiamente insieme una narrazione profonda con il media videoludico. Dei titoli amatissimi dai fan e che hanno visto la luce grazie anche alla preziosa guida di David Cage, storica e celebre figura dietro lo studio fin dalla sua fondazione nel lontano 1997.
Nonostante dalla sua creazione a oggi lo studio francese si sia dedicato praticamente quasi solo alla creazione di titoli simili, l’ultima opera in procinto di uscire dalla fucina creativa della software house d'oltralpe è decisamente differente. Spellcasters Chronicles è infatti un simil MOBA che vede squadre di 3 giocatori l’una affrontarsi per il dominio della zona di combattimento, sfruttando magie, evocazioni e molto altro ancora.
Un cambio di direzione netto che abbiamo avuto modo di provare nei giorni scorsi per poco più di un’ora e che sarà oggetto di una closed beta nel mese di dicembre. Il nostro, insomma, è stato un hands-on piuttosto veloce, ma che ci ha comunque regalato delle buone impressioni e ci ha concesso di scoprire qualcosa di più sul titolo di Quantic Dream.
Tre giocatori, un unico obiettivo
Il nostro provato ci ha visti subito immergerci completamente in Spellcasters Chronicles lanciandoci in un paio di partite in compagnia di colleghi di altre testate, il tutto senza passare da tutorial o altro. Un qualcosa che ci ha concesso di capire come la futura opera di Quantic Dream sia decisamente accessibile anche senza grosse spiegazioni e si riesca a entrare nel ritmo di gioco dopo pochi minuti. Si tratta di un aspetto sicuramente da non sottovalutare, soprattutto considerando come altri MOBA sul mercato risultino a dir poco ostici per un neofita e sono contraddistinti da notevoli barriere all’ingresso.
Questo riuscire a entrare in gioco in modo veloce non deve però ingannare: sebbene dopo circa un’ora di prova non sia possibile esporsi più di tanto, Spellcasters Chronicles sembra proprio essere dotato di caratteristiche e meccaniche in grado di regalare grandi soddisfazioni a chi riuscirà a padroneggiarle al meglio. Insomma, il primo impatto è stato quello di trovarsi dinnanzi a un titolo con il quale è semplice divertirsi ma che richiede abilità ed esperienza per essere padroneggiato al meglio. Una formula che, se confermata dalla versione finale del gioco, risulterebbe molto probabilmente vincente.
Ma come funziona esattamente Spellcasters Chronicles? Come fa intendere il nome stesso dell’ultima fatica di Quantic Dream, nel gioco assisteremo a conflitti tra stregoni e incantatori, intenti a scagliarsi addosso fino all’ultima magia per ottenere il dominio del campo di battaglia. Ogni sponda di esso è in particolare contraddistinta da tre grosse torri sotto il controllo della relativa squadra, con l’obiettivo finale che è ovviamente quello di abbattere quelle avversarie.
Per farlo ogni personaggio è dotato di una serie di magie, selezionabili prima di ogni partita attraverso dei deck di carte. Noi non abbiamo potuto approfondire più di tanto tale meccanica, ma la sensazione a caldo è quella che sarà possibile sbizzarrirsi parecchio con le abilità di ogni personaggio e dare così vita al proprio eroe preferito. Attualmente sono sei i maghi tra cui scegliere, divisi in categorie più offensive, difensive e di supporto.
Magie, creature e titani
La particolarità di Spellcasters Chronicles, oltre alla gestione del proprio grimorio come se fosse un mazzo di carte, è poi quella che molte delle magie a nostra disposizione sono invocazioni, con le quali inondare il campo di battaglia. Da piccoli minion fino ad arrivare a enormi creature, che ci hanno ricordato fin da subito i possenti titani di Age of Mythology, passando ovviamente per golem, arcieri e tanto altro ancora: la scelta a riguardo pare davvero invidiabile e in grado di dare vita a battaglie niente male.
Non mancano poi ovviamente manco magie più tradizionali, come palle di fuoco, grosse sfere e simili, oltre che delle ulti dedicate al personaggio scelto. Noi in particolare abbiamo utilizzato prima un mago del fuoco tanto veloce quanto aggressivo, mentre successivamente ci siamo messi nelle retrovie e utilizzato un personaggio non molto efficace nell’1vs1 ma capace di creare mostri decisamente temibili.
Nel corso della partita in base alle nostre azioni, come sconfiggere nemici o difendere e conquistare territori, è poi possibile salire di livello e potenziare il proprio personaggio, sia tramite lo sblocco di nuove magie che attraverso l’upgrade di alcune caratteristiche, come attacco o punti vita. Ognuno di questi miglioramenti può essere deciso tra un ventaglio di scelta composto da tre opzioni differenti, con ogni giocatore che può quindi andare ulteriormente a forgiare il proprio eroe minuto dopo minuto.
Spellcasters Chronicles: in conclusione
Tutto questo per dirvi che noi con Spellcasters Chronicles ci siamo davvero divertiti e l’ora circa in sua compagnia è davvero volata. L’unico appunto che ci sentiamo di fare è per ora relativo alla leggibilità di alcune situazioni di gioco, dato che ci è capitato in un paio di occasioni di venire circondati da creature, mandando in crisi la telecamera e non riuscendo più a muoverci in modo pulito. Un qualcosa che in una partita tranquilla tra amici può anche far scoppiare una risata, ma che in un match più competitivo potrebbe però dar vita a malumori vari.
L’aver provato il titolo tramite una macchina remota non ci ha poi concesso di verificare più di tanto le perfomance del gioco né di assaporarne completamente la resa grafica. L’impatto, comunque, è sicuramente buono e accattivante, seppur forse qualche personaggio a primo impatto ci sia sembrato un po’ anonimo. Siamo però sicuri che skin e costumi alternativi faranno in fretta a far scomparire anche tale impressione.