The Crew Motorfest | Provato il gioco di Ubisoft ispirato a Forza Horizon

Dopo aver speso quattro ore assieme a The Crew Motorfest posso dirvi che le premesse per questo arcade-racing game sono davvero ottime

Avatar di Andrea Maiellano

a cura di Andrea Maiellano

Author

Devo ammetterlo, quando ho visto il reveal di The Crew Motorfest ho subito pensato subito che Ubisoft si fosse ispirata fin troppo alla serie di Forza Horizon nel cercare di offrire una nuova veste alla sua celebre serie di corse open world.

Invece, dopo aver speso quattro ore abbondanti assieme a The Crew Motorfest, devo ammettere che per quanto i punti di incontro siano tanti, e per lo più relegati al flebile comparto narrativo e alla gestione degli eventi presenti nel gioco, la nuova produzione di Ubisoft è un ottimo racing game “caciarone” e ricco di stile, capace di far felici sia i fan della serie di Ubisoft che gli estimatori di quella targata Playground Games. 

Il concept alla base di The Crew Motorfest rimane sempre quello di creare un universo open world vivo e pulsante, dove tutti i giocatori siano connessi allo stesso momento (ovviamente su server diversi che li ridistribuiranno in base al numero di giocatori connessi simultaneamente) e possano divertirsi esplorando il mondo di gioco, partecipando a competizioni contro l’IA, per guadagnare il denaro necessario per ampliare il proprio parco macchine e modificare i bolidi preferiti, e sfidare altri giocatori in frenetiche corse suddivise nelle più disparate categorie.

E quando vi dico che le categorie presenti in The Crew Motorfest sono varie, intendo dire che oltre a Street, Drift, Offroad e Hypercar, si potrà competere anche a bordo di motoscafi, aeroplani, motocicli e categorie di macchine che spaziano dal Vintage fino al monomarca. 

Il tutto si ambienta in una fantascientifica variante delle Hawaii, dove gli organizzatori di un festival dedicato ai motori, mettono a disposizione fondi illimitati per far gareggiare i piloti di tutto il mondo. Una PR si prodigherà, nelle prime fasi di gioco, a dare il benvenuto ai nuovi partecipanti, facendoli spaziare attraverso diverse tipologie di vetture e facendogli sperimentare, in prima persona, la libertà che si avrà a disposizione sull’isola di The Crew Motorfest.

Terminato il frenetico prologo, sarà chiesto al giocatore di personalizzare il proprio avatar, scegliendo prima fra un numero predefinito di modelli e in seguito modificandone alcuni connotati estetici. 

una volta scelto l’alter-ego virtuale sono stato lanciato subito nel vivo dell’azione, libero di esplorare l’isola di The Crew Motorfest alla ricerca di eventi ai quali partecipare. 

Prima di continuare, però, è necessario precisarvi che durante la prova mi è stata fornita una versione del gioco pensata per farmi sperimentare il maggior numero possibile di aspetti del gioco. Quindi mi sono ritrovato con un numero di crediti praticamente infinito (per poter acquistare praticamente ogni vettura disponibile nell’enorme catalogo presente nel titolo), oltre che con la possibilità di richiedere lo sblocco immediato i tutti gli eventi disponibili nella versione di prova. 

Questa precisazione risulta necessaria poiché, al netto dell’assenza di altri giocatori reali durante il mio test di The Crew Motorfest, non mi è stato possibile comprendere come sarà gestita la progressione nella versione finale del gioco.

 

Chiarito questo importante aspetto, una volta salito a bordo della mia Mustang nuova fiammante, sull’immensa mappa dell’isola mi si sono aperte tre diverse competizioni, o meglio tre diverse playlist. La prima era dedicata alle gare in stile giapponese, completamente incentrate sui drift, ambientate prevalentemente in notturna e adornate da una pletora di luci al neon; la seconda era una serie di competizioni dedicate all’isola hawaiana in cui è ambientato The Crew Motorfest, un gruppo di corse pensate più per mostrare i paesaggi realizzati da Ubisoft che realmente per gareggiare contro qualcuno e che si snodavano in competizioni a quattro ruote, a bordo di rombanti motoscafi o su aeroplani pensati per compiere evoluzioni al limite del surreale; la terza, infine, era una serie di competizioni dedicate alla Porsche, che si snocciolavano in una serie di corse ibride (su circuito, su strada e off-road) atte a farmi guidare quasi tutti i modelli di vetture realizzate dalla celebre casa automobilistica.

Tutte e tre le playlist si sono rivelate davvero varie sia in termini di ambientazioni che in termini di stile di guida, offrendomi la possibilità di spaziare fra numerosi veicoli e saggiare il modello di guida realizzato da Ubisoft per The Crew Motorfest. 

Un modello che, pur essendo di matrice arcade, si presta per essere modellato completamente attorno allo stile di gioco dell’utente finale, permettendogli di definire una miriade di aspetti che permettano di incrementare non solo la difficoltà nelle gare ma quegli aspetti maggiormente simulativi che alcuni giocatori richiedono da sempre in questo genere di produzioni. 

In linea generale, considerando che la prova è stata fatta in remoto su una piattaforma di streaming, guidare in The Crew Motorfest è molto piacevole, le vetture rispondono in maniera decisamente realistica e, per quanto le collisioni siano completamente irreali visto lo stampo arcade della produzione, soddisfacente. 

Se devo appuntare un aspetto che mi ha convinto poco è la risposta del drift nelle gare incentrate su questa tecnica. L’ho trovato eccessivamente scivoloso, poco governabile e decisamente migliorabile. Resta però da vedere come si comporterà nella versione finale del titolo.

Per quanto riguarda, invece, la progressione del gioco, The Crew Motorfest richiede al giocatore di completare degli eventi all’interno delle varie playlist per poterne sbloccare, via via, di nuovi. Ogni gara permetterà di decidere il livello di difficoltà dell’IA e alcuni aspetti del modello di guida (quali la frenata assistita o sterzo assistito). Modificare questi parametri per rendere meno complicata la corsa, garantirà ricompense in denaro, e in parti d’auto, minori; aumentare la complessità di una gara, invece, garantirà il massimo delle ricompense.

Quello che ho apprezzato è che questo sistema non si rivela eccessivamente punitivo e grazie alla sua enorme personalizzazione, permette di offrire laute ricompense anche a chi non è affine ai modelli di guida eccessivamente complicati.

Oltre alle gare presenti nell’isola, tutte rigiocabili all’infinito per poter ottenere ricompense sempre migliori, The Crew Motorfest offre una serie di sfide sparse all’intenro del suo open world. queste si suddividono in piccole attività da portare a termine con la propria vettura, il proprio motoscafo o il proprio velivolo e si ripartiscono in: inseguimenti, slalom, esecuzione di acrobazie in volo, raggiungimento di una data velocità e una pletora di altre micro-attività che riescono a rendere sempre varie, e stimolanti, le sessioni esplorative.

Se tutto questo non bastasse, all’interno dell’isola di The Crew Motorfest, sono sparpagliate delle casse del tesoro, reperibili seguendo un segnale radar che si intensificherà sul nostro GPS man mano che ci si avvicinerà al tesoro. In queste casse, ovviamente, saranno contenute delle componenti per i nostri veicoli di rarità variabile.

Proprio in merito ai veicoli e alla loro personalizzazione, The Crew Motorfest presenta un catalogo che sfiora le 600 vetture e la cui varietà è, indubbiamente, impressionante. Fra auto, moto, imbarcazioni e veicoli, c’è davvero l’imbarazzo della scelta e il fatto che, al netto di alcuni veicoli di fantasia, quasi tutto il catalogo sia composto da vetture realmente esistenti, non fa altro che aumentare “l’effetto wow” che si prova le prime volte che lo si naviga. 

Ogni vettura che verrà acquistata in The Crew Motorfest, farà parte di una categoria precisa e il competere nelle gare di suddetta categoria, garantirà l’acquisizione di parti di rarità casuale (indicate con gli oramai canonici colori bianco, verde, blu e viola) con le quali potenziare i propri veicoli per renderli più efficaci nelle competizioni più difficili. 

Alla stessa maniera sarà possibile personalizzare ogni veicolo con livree predefinite, colorazioni per ogni parte della carrozzeria, alettoni, specchietti, parabrezza, paraurti, cerchioni, cofani e così via. Insomma, il livello di personalizzazione all’interno di The Crew Motorfest è indubbiamente elevato e per quanto il tutto sia molto semplicistico, e votato all’immediatezza, il risultato finale è convincente e divertente.

Oltre agli eventi presenti sull’isola di The Crew Motorfest, ogni settimana si detiene una competizione chiamata “Main Event” la quale è dedicata a una tipologia di vetture specifica (nel mio caso le auto francesi) e presenta una serie di competizioni, disponibili per un tempo limitato, caratterizzate da un’IA più aggressiva e dall’obbligo di avere nella propria scuderia i veicoli necessari per partecipare. 

Ogni Main Event presenterà sei competizioni di diverse categorie e tre micro-sfide che verranno sbloccate sulla mappa di The Crew Motorfest e che saranno conseguibili esclusivamente se ci si troverà alla guida di uno dei veicoli necessari per partecipare alle competizioni.

Ovviamente, durante ogni Main Event, viene reso disponibile all’acquisto (con valuta di gioco) un bundle contenente i veicoli necessari per partecipare alle competizioni ma al momento, considerando i crediti illimitati a mia disposizione, non saprei dirvi se sarà possibile o meno partecipare a queste gare fin dai primi giorni di gioco o se sarà necessario competere a lungo prima di avere i fondi necessari per poter gareggiare in un Main Event.

Ogni Main Event, infine, premierà il giocatore con componenti rari, un sacco di punti esperienza e una, o più, vetture da aggiungere alla propria scuderia.

Per quanto potrei parlarvi ancora moltissimo della mia esperienza con The Crew Motorfest, cominciando dal fatto che ogni veicolo e competizione abbia delle caratteristiche peculiari che rendono sempre vario il modello di guida, fino a parlarvi di quanto sia divertente alternare in tempo reale auto, motoscafo o aeroplano senza doversi preoccupare di trovarsi su un terreno idoneo per questo o quel veicolo, preferisco aspettare di mettere le mani sulla versione finale del gioco, in modo da poter capire se è davvero tutto oro quel che luccica. Indubbiamente, almeno per il momento, la nuova produzione targata Ubisoft promette di ritagliarsi un posto importante nel cuore degli amanti degli arcade racing game.