Alla caccia di Roger

Virtua Tennis 3 è la quasi perfetta evoluzione di un già indimenticabile Virtua Tennis 2. Seppur il suo aspetto grafico non stravolga il genere, è ancora una volta il suo gameplay a farla da padrone, grazie alla sua innata accessibilità e precisione. Alcuni giocatori potrebbero storcere il naso di fronte ad alcuni aspetti ben poco realistici, ma il tutto è a favore della spettacolarità. Offline può impegnare, online può creare una serie dipendenza.

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a cura di Tom's Hardware

Alla caccia di Roger

Per quanto riguarda le modalità di gioco, Virtua Tennis 3 mantiene pressoché inalterati i contenuti della serie. Troviamo così dei mode piuttosto classici: Tour mondiale, Torneo, Esibizione, Giochi in campo e Xbox Live. La modalità principale, come era lecito aspettarsi, prevede la creazione del proprio alter ego digitale, maschile o femminile che sia. Rispetto a Top Spin 2, l'editor introdotto da Sega è piuttosto elementare e limita il tutto ad una serie piuttosto ristretta di caratteristiche fisiche. Terminata l'opera, si accede ad un canonico mappamondo, sul quale è possibile indicare la propria abitazione e selezionare il torneo o l'allenamento prescelto. Da qui in poi il gioco non si discosta moltissimo da altre produzioni di questo genere, con la sua consueta dose di tornei, mini-giochi per migliorare le proprie abilità, equipaggiamenti e così via. Il reale obiettivo è ovviamente uno: il primo posto nel ranking mondiale.

Come da tradizione, le prime sfide sono piuttosto monotone e prive d'interesse, in quanto il proprio tennista è una vera schiappa. Gli allenamenti, costruiti a base di mini-giochi, sono sempre la linfa vitale per incrementare le varie abilità. Raggiungere l'obiettivo massimo di ogni esercizio è una sfida da veri campioni, tanto è vero che molti giocatori si interesseranno più alle medaglie d'oro di ogni singolo mini-game piuttosto che al raggiungimento della prima piazza nel Tour.

È presente anche un sistema per la gestione dei rapporti con gli altri tennisti, in modo da assicurarsi il partner più affine per i doppi o, addirittura, per ricevere degli omaggi, come alcune racchette, a loro volta in grado di aumentare la forza del proprio atleta. Detto questo, è innegabile che questa modalità alla lunga risulti ripetitiva e ben poco stimolante, quanto meno paragondola al mode via Xbox Live. Un ultimo doveroso accenno è ancora rivolto ai mini-game, disponibili anche al di fuori della Tour mondiale. Sono infatti da sottolineare un paio di novità, come ad esempio l'attacco alieno (a turno, bisogna respingere la palla per distruggere gli alieni prima che raggiungano la propria barricata) o il super bingo (richiede di colpire i pannelli numerati a turno per segnare una linea sulla propria scheda bingo).

Nulla di rivoluzionario, per carità, ma dopo due episodi identici, un boccata d'aria fresca è ben accetta.