Xbox mai così in "crisi" di identità, ma le bugie e la poca chiarezza portano a questo

La divisione Xbox è in una evidente crisi, non tanto economica, quanto di branding e fidelizzazione. Anche i fan più accaniti si stanno allontanando.

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a cura di Andrea Riviera

Managing Editor

Questa prima parte del 2024 è sicuramente da cancellare per Xbox, almeno sotto il profilo di branding e fidelizzazione. Sicuramente i dati finanziari stanno aumentando (soprattutto grazie ad Activision-Blizzard e ai porting di alcuni giochi su PlayStation), ma tutto il resto è un vero e proprio disastro comunicativo.

Attualmente la situazione è ben peggiore di quella del 2013, quando quantomeno c'era una visione chiara sul futuro, visione ora completamente sparita, soffocata da promesse infrante, bugie evidenti e una dirigenza in uno stato un po' confusionale. 

Giochi su altre piattaforme: forse sì, forse no

L'inizio dell'anno è stato colpito da una sequela di voci che volevano tutte (o quasi) le esclusive Xbox su altre piattaforme, quali PlayStation e Nintendo Switch. Questi rumor si sono dilungati per settimane, nel completo silenzio della dirigenza, costretta a correre ai ripari con un podcast poco chiaro in cui Spencer spiegava sostanzialmente i motivi dietro alla scelta di portare "solo" quattro titoli su PS5 e Nintendo.

"Poca coerenza e poca chiarezza"

Qui arriva il primo grosso problema di trasparenza. Facendo un passo indietro, l'Head of Xbox aveva da sempre chiarito che i giochi sarebbero arrivati solo e soltanto dove fosse presente Xbox Game Pass e che portare giochi su PS sarebbe stato "senza senso", visto che Sony prende il 30% dei ricavi. Come se questo non bastasse e dopo aver chiaramente mentito sull'argomento, Spencer ha poi spiegato a The Verge, dopo il podcast, che non è detto che i giochi sarebbero stati solo quattro, ma che in futuro potrebbero essere di più a essere portati su altre piattaforme.

Insomma, non solo Phil Spencer non riesce minimamente a mantenere una visione, ma afferma tutt'altro pochi istanti dopo un podcast in cui aveva spiegato le sue intenzioni. Insomma, poca coerenza e poca chiarezza verso una community già abbastanza infastidita dalla mancanza di giochi nella prima metà dell'anno.

Sembra quasi una volontà di sperimentare, peccato che questo lo si fa danneggiando i poveri consumatori di console Xbox, che ancora investono nel brand nella speranza di avere titoli in esclusiva e un supporto migliore. Invece, quello che succede, è che i giochi Xbox girano nel 90% dei casi meglio su PS5 e sembra che il team Microsoft sia più interessato a vendere i titoli su altre piattaforme anziché investire sul proprio ecosistema.

Basterebbe che Phil Spencer fosse più chiaro, comunicando in maniera decisa che tutti i giochi arriveranno su altre piattaforme e che la console diverrà una Game Pass machine per una nicchia. Non mi sembra complicato da riferire, ma per questa dirigenza, evidentemente, lo è.

"Impariamo da Lionhead per non commettere più errori"

Il team dirigenziale di Xbox è sempre stato al centro dell'attenzione per una serie di "bugie" raccontate alla propria community. Dopo la situazione di chiusura di Lionhead, Press Play e tutti gli altri team, Sarah Bond e Spencer chiarirono che la situazione di "chiusura studi" non si sarebbe più ripetuta, dopotutto... "Non compriamo studi per poi chiuderli". Ma è davvero così?

Fermo restando che non conosciamo ancora i dettagli di chi abbia deciso per la "morte" dei team di sviluppo, è evidente che Spencer si sia più volte espresso in maniera frettolosa, senza rendersi conto di essere in una corporazione dove le cose possono cambiare in un nanosecondo.

Questo ha portato Spencer a essere considerato come un vero e proprio bugiardo, anche considerando quello che è accaduto ieri.

Lo stesso discorso può esserci anche per Arkane Austin, dove Matt Booty (Head of Xbox Game Studios) spiegò che non c'era la volontà di chiuderli dopo il flop di Redfall e che avrebbero investito ancora su di loro. Qualcosa, però, deve essere cambiato in tempi brevi.

Progetti fumosi, da Crackdown 3 non è cambiato nulla

Un'altra problematica seria riguarda la line-up di videogiochi Xbox attualmente in sviluppo. Dall'incredibile flop di Crackdown 3 (e cancellazione di Scalebound) non è cambiato nulla. I giochi escono sul mercato senza nessun tipo di controllo (Redfall, Halo Infinite, Forza Motorsport) e i progetti futuri vengono annunciati con trailer in CGI, senza nessun tipo di base su cui sostenersi.

Perfect Dark è in crisi, Everwild è scomparso, così come Contraband, State of Decay 3 e Fable è in sviluppo da oltre 8 anni. Insomma, è evidente che molte cose non stiano funzionando e manchi un vero controllo su tutta la produzione.

Ora non resta che vedere allo Showcase 2024 che cosa vedremo, nella speranza che il team si sia davvero messo al lavoro su un supporto più deciso e un controllo più approfondito sui giochi in sviluppo.

Game Pass è davvero il problema? Magari fosse così semplice

Ovviamente la colpa delle chiusure sta cadendo, inevitabilmente, su Xbox Game Pass. Magari fosse così semplice. Se pensate davvero che la chiusura di Tango o Arkane Austin sia a causa del Game Pass, ho la sensazione che ci sia un chiaro ed evidente problema di analisi di mercato.

Le revenue su Xbox sono aumentate a dismisura e anche i servizi Xbox stanno crescendo portando ricavi evidenti. Mai nella storia del brand Xbox, sono entrati così tanti soldi (anche e soprattutto per merito di ABK). 

La verità è che Tango Gameworks viveva già una situazione difficile pre-acquisizione. Ghostwire Tokyo e soprattutto The Evil Within 2 sono stati due flop molto pesanti e sembra strano dirlo, ma Hi-Fi Rush è stato l'ultimo dei problemi per lo studio giapponese (che magari ha avuto davvero successo, anche commerciale).

Phil Spencer, come ho raccontato poc'anzi, ha dimostrato di aver mentito diverse volte, ma ritengo che su Tango abbiano tutti detto la verità: dopo l'evidente successo di Hi-Fi Rush, c'era davvero la volontà di investire sullo studio e questo è un parere che è arrivato praticamente da tutti. Va bene la stupidità, ma dubito che il capo di Xbox avrebbe parlato di un seguito del gioco durante il podcast di febbraio, di conseguenza ho la sensazione che la decisione di chiusura del team sia arrivata dall'alto, ben sopra Microsoft Gaming. 

Satya Nadella sembra essere entrato da qualche mese più prepotentemente nelle scelte della divisione e probabilmente avrà deciso di scombussolare i piani di Xbox. Ciò non toglie che Spencer abbia le sue colpe, giacché il fatto che stia in silenzio dopo quanto accaduto rende il tutto ancora molto più grave di quanto già non lo sia. 

Spiegato ciò, ridurre la causa della chiusura di Tango al Game Pass è abbastanza errato, anche in virtù di quello che sta accadendo in questo momento al mercato dei videogiochi, dove vengono chiusi studi anche solo per una richiesta esosa di crescita degli investitori.

Magari in futuro il Pass sarà davvero un problema, chissà. Ma in questo momento, è forse l'unica cosa che funziona davvero bene in Xbox.

Quale futuro per Xbox?

"Tutti si stanno allontanando sempre di più"

Io ho sempre rispettato Phil Spencer, ne sono sempre stato un gran sostenitore perché da videogiocatore mi è sembrato la persona giusta per far tornare nuovamente il marchio Xbox a risplendere dopo l'era 360. Ma devo ricredermi, purtroppo si è dimostrata una persona non adatta e nell'ultimo anno non ha saputo minimamente tenere in piedi la divisione, portandola a una crisi ben peggiore di quanto accaduto nel 2013, quando almeno c'era ancora un nutrito gruppo di fan pronto a supportarli. Ora, invece, tutti si stanno allontanando sempre di più. Dopotutto tra una lineup poco definitiva, una qualità non esaltante dei giochi, una visione del brand non chiara e progetti fumosi completamente spariti (Perfect Dark, Everwild, State of Decay 3, Contraband e così via), come dare torto ai fidelizzati e tutta la stampa e sviluppatori che li stanno attaccando?

A questo punto mi viene naturale pensare che il periodo Xbox 360 sia stato solo un gran colpo di fortuna, dovuto principalmente a una dirigenza che sapeva quello che stava facendo e conosceva i giocatori. Peter Moore e co. avevano una visione chiara del mercato, tutto quello che il team di Spencer non sta avendo e che, se continua così, porterà inevitabilmente Xbox alla completa rovina. Cambiare ora, forse, non sarebbe così sbagliato.

Il futuro si giocherà il 9 giugno (durante lo showcase), al netto di una chiarezza e una comunicazione sensata che tutti gli appassionati, giustamente, si aspettano.