Honor MagicWatch 2 recensione: rapporto qualità/prezzo difficile da eguagliare

La nostra esperienza di utilizzo in compagnia di Honor MagicWatch 2, nuovo smartwatch dell'azienda cinese che arriva in Italia a partire da 179,90 euro.

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a cura di Saverio Alloggio

Honor MagicWatch 2
 è molto più di un semplice smartwatch. Siamo di fronte a un prodotto che offre tutto ciò che è lecito attendersi da un wearable, nonostante il prezzo tutto sommato contenuto. L’azienda cinese è infatti riuscita a integrare anche tutte quelle funzionalità che solitamente sarebbero proprie di una smartband. Queste ultime infatti hanno una particolare propensione per l’ambito sportivo, la stessa che caratterizza l’orologio della società di Shenzen.

Le criticità, poche, sono le medesime che caratterizzano, dispositivo con cui esiste uno stretto legame a livello tecnico. Come già detto però, la soluzione Honor ha dalla sua parte un prezzo più aggressivo, con il quale l'azienda cinese strizza inevitabilmente  l'occhio soprattutto al pubblico più giovane, tanto maschile quanto femminile. È certamente questo il target del MagicWatch 2.

Design e vestibilità

Nonostante i 10,7 mm di spessore e i 41 grammi di peso della versione da 46 mm (che scendono a 29 grammi per quella da 42 mm), Honor MagicWatch 2 risulta comodissimo da indossare. Una volta abituatisi alle dimensioni, diventa un fidato compagno delle sessioni sportive, senza creare fastidi al polso.

L’aggancio dei cinturini è un classico da 22 mm, per cui è possibile sostituirli con quelli che si trovano in qualsiasi orologeria, magari optando per versioni in pelle (proposte anche direttamente da Honor), sicuramente meno adatte all'ambito sportivo ma decisamente più eleganti. In più la possibilità di scegliere tra la versione da 46 mm e quella da 42 mm permette di andare incontro alle esigenze sia del pubblico femminile che di quello maschile.

Davvero molto bello il display, un pannello AMOLED da 1,39 pollici con risoluzione di 454 x 454 pixel. Si vede perfettamente all’aperto, ha degli angoli di visuale praticamente infiniti e degli ottimi contrasti, quest’ultimo aspetto essenziale per uno smartwatch. Di alto livello anche la risposta del touch screen, che consente di muoversi agevolmente nell’interfaccia di sistema. Manca purtroppo la funzionalità always-on per cui, per controllare l’orario, tocca accendere di volta in volta lo schermo (eventualmente anche ruotando semplicemente il polso).

Una grande versatilità di utilizzo

ll sistema operativo proprietario si configura come uno dei punti di forza di questo Honor MagicWatch 2. In tal senso, la gestione delle chiamate rappresenta un classico esempio in cui la combinazione tra hardware e software messa a punto dall’azienda cinese viene esaltata. Lo smartwatch integra infatti un microfono e un altoparlante, per cui c’è la possibilità di gestire le telefonate ricevute sullo smartphone direttamente dall’orologio.

Sul display viene visualizzato il nome (o il numero) della persona che ci sta chiamando, con un pulsante rosso e uno verde. Con il primo, esattamente come accade negli smartphone, evitiamo di rispondere, con la possibilità di inviare automaticamente un SMS in cui magari scriviamo di essere impegnati in una riunione. Davvero molto comodo.

Con il pulsante verde rispondiamo alla telefonata. A questo punto, di default, grazie alla presenza del microfono e dell’altoparlante a bordo del MagicWatch 2, possiamo letteralmente parlare con l’interlocutore direttamente dallo smartwatch. Una possibilità che torna molto utile quando siamo impossibilitati a tenere lo smartphone in mano: siamo alla guida di un’auto senza Bluetooth; stiamo trasportando le buste della spesa; siamo in metropolitana schiacciati dalla folla.

Peraltro Honor è riuscita a integrare un altoparlante decisamente potente, con l’audio della chiamata percepito anche nei luoghi rumorosi. Discorso analogo per il microfono, di tipo direzionale, che riesce dunque a catturare precisamente la voce di chi sta parlando, restituendo un effetto chiaro e senza interferenze.

Con uno swipe verso l’alto, invece, si accede al pannello delle notifiche. Da questo punto di vista, Honor ha operato una scelta che va in una direzione differente rispetto ai concorrenti, ma per certi versi assolutamente sensata. Non è infatti possibile interagire con le notifiche (che vengono ricevute tranquillamente da qualsiasi applicazione) direttamente dallo smartwatch, che rimane dunque uno strumento per visionarle, con la possibilità di leggere interamente i testi.

Qualsiasi azione sulle notifiche dunque va operata sullo smartphone e, se ci pensate, si tratta della scelta più comoda proprio per l’utente. Infatti, per quanto i display degli smartwatch siano sempre più grandi, ci troviamo comunque di fronte a pannelli che oscillano tra 1,35 e 1,45 pollici, quindi troppo piccoli per pensare di scriverci con la tastiera virtuale.

Tutto questo senza dimenticare la parte sportiva. Partiamo innanzitutto dal monitoraggio del battito cardiaco. Il MagicWatch 2 è in grado non solo di effettuare una misurazione singola, ma anche di tenerlo costantemente sotto controllo, creando dei veri e propri grafici quotidiani di andamento di questo parametro. In tal senso, abbiamo misurato un’ottima accuratezza, considerando come si tratti comunque di un prodotto consumer.

Questi grafici possono essere comodamente visualizzati sia dallo smartwatch che dallo smartphone, attraverso l’applicazione proprietaria Huawei Health. Quest’ultima è indispensabile per poter sfruttare appieno le potenzialità dei wearable dell’azienda cinese e tra l’altro viene installata di default nei dispositivi Honor. Per cui, per utilizzarla, non occorre passare attraverso il Play Store. Ma non è tutto.

Honor MagicWatch 2 è infatti in grado di monitorare la qualità del sonno. In tal senso, è necessario ovviamente indossarlo anche di notte, ma i 41 grammi di peso, unitamente ai 10,7 millimetri di spessore, lo rendono comodo da indossare anche in una simile circostanza. Superato questo passaggio, viene creato un grafico all’interno di Huawei Health che consente di visualizzare: le ore di fase REM, le ore di sonno profondo, quelle di sonno leggero e il numero di volte in cui ci si è svegliati.

Tutte queste informazioni (battito cardiaco e monitoraggio del sonno) vengono successivamente processate da una terza funzionalità che consente, attraverso il MagicWatch 2, di misurare il livello di stress dell’utente. Da questo punto di vista, viene restituito un dato numerico (in una scala da 1 a 100) e, in base a questo, è possibile svolgere dei veri e propri esercizi di respirazione (guidati sempre direttamente dallo smartwatch) al fine di potersi rilassare maggiormente, qualora ovviamente ce ne fosse bisogno.

E poi il sistema operativo proprietario consente di monitorare una serie infinita di sport: corsa all’aperto, corsa al chiuso (tapis roulant), passeggiata all’esterno, passeggiata all’interno, bicicletta, cyclette, nuoto (impermeabilità fino a 5 ATM, circa 50 metri), alpinismo, vogatore, ellittica. Importante ricordare anche la presenza del GPS, che consente di tracciare la strada percorsa. Funziona molto bene e l'aggancio ai satelliti è praticamente istantaneo. Insomma, un monitoraggio davvero completo.

Abbiamo ovviamente testato in presa diretta l'impermeabilità. Honor Magic Watch 2 non ha dato alcun problema in piscina, anche in piena immersione, ma soprattutto non ha mostrato il fianco in una delle condizioni notoriamente più insidiose: la resistenza all'acqua corrente. Come si evince dalle normative infatti, uno zampillo di acqua corrente è difficile da gestire per i dispositivi elettronici con certificazione IP, ma lo smartphone dell'azienda cinese ha tenuto botta, continuando regolarmente a funzionare.

L'autonomia fa la differenza

Il cuore pulsante del MagicWatch 2 è il Kirin A1. Si tratta di un SoC che ha fatto il proprio esordio nel corso di IFA 2019, durante la quale l’azienda cinese ha sottolineato come questo chip avrebbe caratterizzato tutti i propri dispositivi indossabili nei mesi successivi.

Ecco dunque ritrovare il Kirin A1 a bordo del MagicWatch 2. Il SoC offre una configurazione che gli consente di essere più potente del 30% rispetto all’Apple H1 ma, allo stesso tempo, ha un consumo d’energia inferiore al 50%. Una caratteristica che, unitamente al sistema operativo proprietario e alla batteria da ben 455 mAh, garantisce allo smartwatch un’autonomia di primissimo livello, decisamente sopra la media rispetto ai competitor.

Contestualizzando il tutto rispetto a una situazione reale, in 10 giorni di utilizzo a pieno regime e partendo ovviamente da una batteria al 100%, non abbiamo mai dovuto ricaricare il MagicWatch 2. Non solo ma, al termine della prova, lo smartwatch aveva ancora una carica residua del 30%, che gli avrebbe consentito agevolmente di coprire altri 4 giorni. Insomma, a conti fatti, anche con un utilizzo intenso, lo smartwatch Honor consuma circa il 7% di carica al giorno, per un totale di due settimane continue di utilizzo.

Conclusioni: chi dovrebbe acquistarlo?

Considerando il prezzo di partenza di 179,90 euro, siamo di fronte a un nuovo best buy del mondo smartwatch. Un dispositivo che, considerando il rapporto qualità/prezzo e l'approccio estetico, può rappresentare il wearable ideale per il pubblico più giovane, tanto maschile quanto femminile. 

Probabilmente l'aspetto su cui l'azienda cinese dovrebbe lavorare, in ottica futura, è quello dello store delle applicazioni. Avere infatti a disposizione un sistema operativo proprietario esclude inevitabilmente, ad esempio, l'accesso all'ecosistema di WearOS. Una limitazione che comunque, offrendo il giusto supporto agli sviluppatori, potrà essere colmata.