Xiaomi Mi 9T recensione: il nuovo killer della fascia media

Recensione Xiaomi Mi 9T, smartphone Android basato sul processore Snapdragon 730. In Italia arriva a partire da 329 euro.

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a cura di Saverio Alloggio

Dopo aver aperto le prenotazioni oggi a mezzanotte, il Mi 9T di Xiaomi è immediatamente balzato in vetta alla classifica di vendita di Amazon nella categoria "elettronica". Questo basta per comprendere la grande attesa attorno a questo smartphone che, già sulla carta, si preannunciava come l'ennesimo best-buy dell'azienda cinese. Sensazione che è stata ampiamente confermata in questi giorni di utilizzo reale: siamo difronte al miglior dispositivo da poter acquistare nella fascia di prezzo compresa tra i 300 e i 350 euro.

Sono convinto infatti che abbia poco senso puntare alla versione da 128 Gigabyte di storage, venduta a 399 euro. Se da una parte infatti la memoria interna non è espandibile, dall'altra, a quel prezzo, ci si avvicinerebbe troppo al Mi 9 (posizionato a partire da 449 euro), smartphone top di gamma basato sullo Snapdragon 855 e oggettivamente superiore al modello di cui parleremo oggi. Insomma, è certamente un dispositivo di fascia media, in grado però di offrire un'esperienza utente non così lontana dai dispositivi premium.

L'unica vera controindicazione per Xiaomi è probabilmente rappresentata dalla confusione creata nel proprio catalogo. Il Mi 9T si accavalla infatti con il Mi 9 SE (venduto a 349 euro), senza dimenticare il già citato Mi 9. In più, il Redmi Note 7 ha già fatto man bassa nel segmento al di sotto dei 200 euro, risultando uno degli smartphone più venduti del 2019. L'azienda cinese dovrebbe iniziare a fare un po' d'ordine, soprattutto per evitare di disorientare i potenziali acquirenti.

Design e display, elementi complementari

Il design del Mi 9T ruota attorno al meccanismo a scomparsa della fotocamera anteriore. Quest'ultima infatti, una volta selezionata dall'applicazione apposita, fuoriesce automaticamente dal bordo superiore. Una soluzione già vista a bordo di altri smartphone come il P Smart Z di Huawei o il OnePlus 7 Pro ma che, nel caso del dispositivo Xiaomi, non brilla in quanto a velocità: serve infatti qualche attimo di troppo affinché il sensore sia pronto - ad esempio - per scattare un selfie, e questo fa perdere un po' l'immediatezza di utilizzo.

L'azienda cinese ha comunque messo a punto un meccanismo decisamente scenografico. La fotocamera anteriore infatti è attorniata da LED rossi, che si illuminano quando il sensore fuoriesce dal bordo superiore e fungono da LED di notifica quando è richiuso. Xiaomi parla di 300.000 aperture garantite, la soluzione sembra assolutamente solida ma, come sempre in questi casi, è impossibile poter esprimere un parere circa la tenuta nel tempo. Avremo modo di ritornare su questo punto nei prossimi mesi.

In ogni caso, grazie alla fotocamera a scomparsa, la parte anteriore del Mi 9T è occupata quasi interamente dal display, caratterizzato peraltro da cornici ridotte. Si tratta di un pannello AMOLED da 6,39 pollici e risoluzione Full-HD+, sicuramente uno dei punti di forza di questo smartphone: si vede perfettamente all'aperto, la luminosità è elevata, gli angoli di visuale ottimi, la resa cromatica convincente. Avere a disposizione uno schermo del genere in questa fascia di prezzo non è assolutamente scontato.

C'è inoltre la funzionalità Ambient Display che consente, con lo smartphone in stand-by, di visualizzare sullo schermo orario e carica della batteria. In più, Xiaomi ha integrato direttamente nel pannello il sensore biometrico, che funziona davvero molto bene. L'impronta viene infatti riconosciuta sempre al primo colpo, e lo sblocco è praticamente immediato. Da questo punto di vista, l'azienda cinese sta continuando a migliorare questa tecnologia, e i risultati sono tangibili.

Per il resto, il Mi 9T è uno smartphone che, a livello costruttivo, restituisce sensazioni di alto livello. La scocca è realizzata in vetro, con una trama "zigrinata" sul retro, poco evidente nella colorazione Carbon Black (ritratta nelle immagini) ma decisamente più d'impatto nelle altre due varianti cromatiche (Glacier Blue e Red Flame). Il dispositivo si tiene bene in mano, non è particolarmente scivoloso, i pulsanti fisici (volume e accensione) si raggiungono bene con le dita.

Il peso di 191 grammi è forse un po' eccessivo considerando la diagonale dello schermo, e si sente tutto. Non è comunque utopistico pensare di utilizzarlo con una sola mano e la sporgenza delle tre fotocamere posteriore è talmente limitata da non creare problemi in termini di ergonomia. In ogni caso, Xiaomi inserisce nella confezione di vendita una cover in policarbonato opaco che, oltre a eliminare questa sporgenza, aumenta il grip generale. Manca purtroppo la certificazione di impermeabilità.

Prestazioni a ridosso dei top di gamma, autonomia convincente

Ero molto curioso di testare nella quotidianità lo Snapdragon 730 di Qualcomm, cuore pulsante del Mi 9T. Solo una manciata di smartphone infatti hanno a disposizione questo processore, destinato secondo me a monopolizzare la fascia media. Si tratta infatti di un SoC in grado di offrire prestazioni che, in buona parte degli ambiti, sono paragonabili a quelle dei top di gamma. In più, in questo smartphone è affiancato a ben 6 Gigabyte di RAM, per cui poco da dire sul versante performance (lo storage è parti a 64/128 GB, purtroppo non espandibile).

Particolarmente efficace anche la dissipazione del calore, che praticamente si percepisce mai al tatto attraverso la scocca posteriore. Con il benchmark AnTuTu, abbiamo ottenuto 212.498 punti, contro gli oltre 370.000 degli attuali top di gamma (in primis il OnePlus 7 Pro). Risultati in linea con la fascia d'appartenenza, ma che comunque non riflettono l''effettiva esperienza quotidiana. Il Mi 9T rimane infatti uno smartphone veloce e scattante in qualsiasi situazione.

Merito anche della solita ottimizzazione software. A bordo c'è Android 9 personalizzato la MIUI 10, interfaccia che, a mio parere, rimane una delle migliori nel panorama del robottino verde. Mi 9T sarà aggiornato ad Android Q, anche se in questo momento non è compatibile con Android Auto. La speranza è che Xiaomi risolva presto questa aspetto attraverso un update.

Buone notizie dall'autonomia. La batteria da 4.000 mAh, con il mio utilizzo (misto tra LTE e Wi-Fi, 2 account mail in push, centinaia di notifiche dai social ed app di messaggistica istantanea, oltre 2 ore di telefonate), mi ha permesso di coprire 26 ore lontano dalla presa elettrica  a fronte di oltre 5 ore di schermo accesso. Risultati che, con un utilizzo più blando, consentirebbero anche di coprire due giorni con una sola carica. In più, c'è la ricarica rapida a 18W, con tanto di caricabatterie incluso in confezione.

Il comparto audio non fa gridare al miracolo. L'altoparlante mono ha un volume abbastanza elevato, che però distorce un po' al massimo e non offre una particolare qualità. Nella media l'esperienza in chiamata così come la ricezione (c'è la banda 20). Completa la connettività: Wi-Fi ac dual-band, Bluetooth 5.0, NFC, GPS A-GLONASS BDS Galileo, jack audio da 3.5 mm. Peccato che Xiaomi non abbia integrato anche il sensore a infrarossi, solitamente presente sugli smartphone dell'azienda cinese.

Comparto fotografico, versatilità ma qualche grattacapo in notturna

Sul retro ci sono tre sensori: il principale da 48 Megapixel f/1.75 (è sempre il Sony IMX582), il secondario da 13 Megapixel grandangolare a 125°, il terzo da 8 Megapixel teleobiettivo, che abilita uno zoom ottico a 2X grazie alla differente lunghezza focale. La fotocamera anteriore è invece da 20 Megapixel con obiettivo f/2.2, e ci sono ottime notizie anche per quanto riguarda i video: possono essere registrati fino alla risoluzione 4K a 30 fps, e c’è anche la modalità super slow-motion a 960 fps.

In cosa si traducono tutti questi "numeri"? In diurna gli scatti sono di ottimo livello, in notturna subentra un po' troppo rumore digitale, decisamente attenuato con il sensore principale da 48 Megapixel, decisamente più evidente con gli altri due sensori, specie con il grandangolare. L'apposita modalità notte è efficace, anche se rende poco naturale i colori e sovraespone l'illuminazione artificiale. Da questo punto di vista, non è escluso che Xiaomi apporti correzioni con aggiornamenti futuri.

In generale comunque il comparto fotografico convince appieno, soprattutto considerando la fascia di prezzo in cui è inserito il Mi 9T. Discorso analogo per i video e per gli scatti attraverso la fotocamera anteriore che, tra l'altro, ha a disposizione la modalità ritratto: il soggetto viene "scontornato" in maniera efficace, anche se c'è qualche difficoltà in presenza di tanti dettagli.

Conclusioni: chi dovrebbe acquistarlo?

Xiaomi Mi 9T è semplicemente lo smartphone a cui fare riferimento nel caso in cui si abbia un budget non superiore ai 350 euro. L'esperienza utente offerta è di alto livello, le poche criticità non ne compromettono l'utilizzo e alcune caratteristiche (display AMOLED, Snapdragon 730, 6 Gigabyte di RAM e tripla fotocamera posteriore) non hanno eguali in questo segmento. Arriva sul mercato in due versioni (64/128 Gigabyte di memoria), e personalmente consiglio l'acquisto della variante base, posizionata a 329 euro (solo per oggi, 19 giugno, a 299 euro).

Come detto in apertura infatti, l'unico vero problema di questo dispositivo è rappresentato dalla confusione che caratterizza la line-up della stessa Xiaomi: Redmi Note 7, Mi 9 SE, Mi 9T, Mi 9. Tutti prodotti compresi in una forbice di 250 euro, con gli ultimi tre davvero molto simili tra loro a livello tecnico. Insomma, l'azienda cinese deve snellire il proprio catalogo, ma questo non cambia il giudizio sullo smartphone odierno: siamo difronte a un nuovo best-buy.