50 edicole digitali pirata sequestrate, colpo della GdF

La Guardia di Finanza ha sequestrato oltre 50 siti che offrivano online cataloghi aggiornati con le edizioni quotidiane integrali dei principali giornali italiani ed esteri.

Avatar di Alessandro Crea

a cura di Alessandro Crea

Il Nucleo Speciale per la Radiodiffusione e l'Editoria ha sequestrato oltre 50 siti che offrivano online cataloghi molto aggiornati con le edizioni integrali dei principali quotidiani italiani ed esteri. L'operazione, denominata Odissea 2, si è svolta nell'ambito di un'indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Roma e dietro le direttive del Comando Unità Speciali della Guardia di Finanza, che ha competenza nazionale in materia di tutela del diritto d'autore.

guardia di finanza 5

Tantissime come detto le testate coinvolte, tra cui Il Corriere della Sera, La Repubblica, Il Fatto Quotidiano, la Stampa, Il Giornale, Italia Oggi, Libero, Il Messaggero, La Gazzetta dello Sport, Il Corriere dello Sport, Tuttosport, Panorama, Chi, Tv Sorrisi e Canzoni, Focus, Cosmopolitan, Fashion Magazine, Vanity Fair, Auto Sprint, Elle e Gente.

L'operazione è stata resa possibile grazie alla messa a punto di una nuova strategia investigativa denominata FolloW the Host. In pratica, dopo aver individuato il sito Web illegale, gli investigatori chiedono ai provider di verificare sui propri server la presenza di servizi di tipo "Web Hosting, Cloud Hosting, VPS Hosting, Server Dedicato" o, in alternativa, l'erogazione di un servizio per il trasferimento o la registrazione del nome di un dominio. In questo modo è infatti possibile identificare l'utente specifico dietro all'attività illegale, aggirando i sistemi di anonimato.

Leggi anche: Ecco i 152 siti pirata bloccati dalla Guardia di Finanza

In passato era stata utilizzata con successo una strategia differente chiamata Follow The Money, che ricostruiva i flussi economici prodotti dalle inserzioni pubblicitarie presenti sui siti pirata, al fine di chiudere i rubinetti di sostegno finanziario di questi siti illegali. Tuttavia recentemente gli investigatori hanno compreso che, proprio a seguito dell'intensa attività repressiva svolta negli scorsi anni, molti siti non ricorrevano più alle inserzioni pubblicitarie, producendo invece utili grazie alla sottoscrizione di abbonamenti. Da qui la necessità di sviluppare nuovi strumenti di indagine, che si sono rivelati altrettanto efficaci.