6G a 1 Tbps sul mercato a partire dal 2030, avviati gli studi in Cina

In Cina esiste già un gruppo di lavoro del Ministero dell'Industria e dell'IT che si sta occupando di ipotizzare la 6G, ma la ricerca e sviluppo partirà solo nel 2020.

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a cura di Dario D'Elia

La Cina sta già iniziando a ipotizzare la 6G, ovvero una tecnologia mobile di sesta generazione che a partire dal 2030 potrebbe essere in grado di fornire prestazioni in download fino a 1 Tbps. In pratica più di un migliaio di volte rispetto al massimo teorico che oggi si ipotizza per la 5G.

Il responsabile del gruppo di studio del Ministero dell'Industria e dell'IT cinese (IMT-2020), Su Xin, ha spiegato alla testata China Securities Journal che il progetto è stato avviato quest'anno, ma ricerca e sviluppo partiranno ufficialmente solo nel 2020. Dopodiché in circa 10 anni si dovrebbe giungere allo sbarco sul mercato.

Ora, potrebbe sorgere spontanea la domanda sull'esigenza di una eventuale 6G. Per Xin la risposta è semplice: vi sono applicazioni pensate oggi (o anche tempo fa) che solo domani potranno esprimere il loro potenziale con reti ancora più evolute e soprattutto bisogna considerare la crescita della domanda sotto il punto di vista prestazionale. Un esempio è rappresentato dalla realtà virtuale, renderla davvero immersiva e coinvolgente in mobilità potrebbe richiedere una quantità di banda passante di notevole entità.

La ricerca comunque immagina un futuro dove più tecnologie potranno continuare a coesistere, potenzialmente dalla 2G fino alla 6G – ovviamente non in tutti i mercati.

Ad ogni modo Xin immagina per la 6G tre elementi comuni con la 5G: bassa latenza, ampia banda passante ed estesa copertura. Insomma, la nuova tecnologia potrebbe spingere ulteriormente in avanti questi parametri offrendo magari bassa latenza in un'area più ampia di quella 5G, oppure banda passante in quantità per un maggior numero di oggetti connessi in contemporanea.

E sotto il profilo tecnologico? Per ora bocche cucite anche se una possibilità potrebbe essere quella di sfruttare le frequenze TeraHertz, già ipotizzate per il Wi-Fi del futuro.