Amazon ha problemi antitrust in Germania e Stati Uniti

Amazon è stata denunciata da un gruppo di librerie indipendenti per il blocco DRM che non consente la lettura dei suoi e-book su altri reader. Allo stesso tempo l'Antitrust tedesco ha avviato un'indagine per le condizioni contrattuali applicate ai suoi partner commerciali.

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a cura di Dario D'Elia

Amazon ormai dove si gira ha problemi con l'Antitrust: negli Stati Uniti è stata denunciata da tre catene di librerie indipendenti; in Germania si ritrova contro un gruppo di commercianti partner. Si potrebbe affermare che sono i rischi del mestiere, quando di fatto si domina nell'e-commerce mondiale, ma come sempre il diavolo si nasconde nei dettagli.

A New York è stata depositata una class-action da parte di Book House of Stuyvesant Plaza, Fiction Addiction e Posman Books. L'accusa nei confronti di Amazon e di sei colossi dell'editoria  (Random House, Penguin, Hachette, HarperCollins, Simon & Schuster and Macmillan) è di aver creato una sorta di cartello nel mercato librario. Da una parte gli editori hanno in mano il 60% del settore, dall'altra l'e-store che domina online.

Amazon

Entrando nei dettagli si scopre che è il DRM (Digital Rights Management) il cuore della questione: l'impossibilità di trasferire un e-book per i Kindle sui prodotti concorrenti sembrerebbe produrre un effetto distorsivo sul mercato.

Alyson Decker dello studio Blecher & Collins PC sostiene che il DRM sia un problema per tutte le librerie indipendenti. "Siamo alla ricerca di un rimedio per le librerie fisiche in modo che possano essere in grado di vendere libri open-source e senza DRM compatibili con Kindle e altri reader", ha spiegato Decker a The Huffington Post. "Non avremmo fatto una denuncia se non avessimo sperato di vincere".

Book House

Per quanto riguarda invece l'Europa, l'Antitrust tedesca ha avviato delle indagini sulle condizioni contrattuali applicate dal colosso statunitense ai suoi partner commerciali. Si parla di 2.400 rivenditori di prodotti di ogni genere che si affidano al suo marketplace. Molti si sarebbero lamentati del fatto che vige un obbligo di prezzo minimo garantito: non si può vendere su altre piattaforme applicando listini inferiori.

Fa sorridere ma è la stessa accusa che veniva mossa all'iBook Store. Prima che si trovasse un accordo fra Apple, editori e Unione Europea, anche i contratti della mela prevedevano l'obbligo di minimo garantito.

Cambia il settore ma la storia si ripete, quasi a dimostrazione che in regime di monopolio si tendono a compiere gli stessi errori. A prescindere dall'impresa.