Amazon Italia, la Procura di Milano archivia il caso della presunta evasione fiscale

Il giudice di Milano che si occupava della presunta omissione di dichiarazioni dei redditi di Amazon ha chiesto l'archiviazione del fascicolo.

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a cura di Dario D'Elia

La Procura di Milano ha disposto l’archiviazione del fascicolo legato all'inchiesta sulle presunte omesse dichiarazioni dei redditi di Amazon. Reuters ieri ha confermato che il giudice per le indagini preliminari di Milano, Giusy Barbara, a seguito dell'udienza di venerdì scorso, ha depositato il decreto di archiviazione. Decade quindi ogni accusa di omessa dichiarazione a carico di Eva Gehlin, la legale rappresentante della società lussemburghese Amazon EU S.ar.l. – a cui sono legate le varie filiali europee, compresa l'italiana.

Bisogna ritornare al 2017 per ricostruire i fatti. Ai tempi, esattamente a dicembre, Amazon e l'Agenzia delle Entrate avevano trovato un accordo per chiudere il contenzioso fiscale che riguardava il periodo 2011-2015 con una transazione da 100 milioni di euro. Si parlava di omessa dichiarazione dei redditi. Nello specifico Amazon registrava gli utili generati in Italia in Lussemburgo, approfittando di un regime fiscale agevolato sebbene disponesse di stabile organizzazione in Italia.

Da allora però è rimasta aperta l'inchiesta penale a carico della dirigente lussemburghese proprio perché si presumeva una stabile organizzazione occulta. I dirigenti dell'Agenzia delle Entrate durante un udienza hanno spiegato che l’unico settore operativo (accertato) con organizzazione nel territorio nazionale è quello del marketing e del merchandising, che però non supera le soglie quantitative della rilevanza penale.

Ecco quindi la decisione di archiviare il caso. Un conto è la valutazione tecnica fiscale, che ha portato all'accordo, un conto la presunta irregolarità penale.