Anche le organizzazioni benefiche aprono alle donazioni in criptovaluta

Chi l'ha detto che con le criptovalute ci si può solo arricchire? I loro vantaggi sono tali da cominciare ad essere appetibili anche per raccogliere fondi per buone cause.

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a cura di Alessandro Crea

Tra Bitcoin che sfonda il tetto dei 50.000 dollari di valutazione e la crescita dei mercati altcoin, la crittografia non è mai stata più attraente per gli speculatori. Fortunatamente però le criptovalute non servono unicamente ad accumulare profitti, ma possono essere impiegate  attraverso il trading è inutile a meno che non vengano spesi quei soldi. Fortunatamente, infatti, anche le organizzazioni benefiche hanno iniziato a interessarsi alla possibilità di donazioni crittografiche. Wendy O, un un'imprenditrice blockchain, ci ha salvato una palestra di quartiere a lei cara, lanciando una raccolta fondi in criptovaluta tramite vari social media tra cui Twitter, YouTube e Tik-Tok.

Colmare il divario tra speculatori e beneficenza è un fenomeno relativamente nuovo nell'ecosistema degli asset decentralizzati, anche se probabilmente sarà più popolare man mano che i nomi più noti del Web inizieranno a sfruttare le criptovalute per cause caritatevoli. Il vantaggio è che evitando operatori di pagamento, intermediari e processi gestiti da terze parti, è possibile tagliare i costi e destinare più soldi alle donazioni vere e proprie.

In generale, il percorso tradizionale per donare online include la compilazione di un lungo modulo, l'inserimento manuale delle informazioni sulla carta di credito e altri passaggi per completare una donazione. Al contrario, per gli investitori cripto a proprio agio nel fare transazioni blockchain, l'invio di bitcoin o ethereum è assai più semplice.