Anonymous attacca i poliziotti: 16mila account violati

Anonymous ha defacciato il sito del SIULP e violato 16mila account. È una nuova rappresaglia per l'operazione Tango Down della settimana scorsa.

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a cura di Dario D'Elia

Anonymous ha attaccato il sito del SIULP, il sindacato unitario della Polizia, procedendo con il defacing della homepage e sostenendo di aver violato 16mila account. Si tratta della seconda rappresaglia per l'operazione Tango Down di venerdì scorso. La prima è stata scatenata martedì scorso contro il sito del Tribunale di Roma.

"Salve, pedine dello Stato", così esordisce il messaggio di accompagnamento di Anonymous Operation Payback ITA. "Dopo le innumerevoli e gradite attenzioni ricevute dalla stampa in seguito alla vile azione del 17 maggio, vogliate apprezzare anche le nostre. L'oppressione perpetrata verso i nostri fratelli è la scintilla che accende il fuoco della vendetta".

Il defacing del sito

Inizialmente sembrava che Anonymous fosse estranea ai quattro arrestati, ma oggi sappiamo che con alcuni i legami sono fortissimi. E il caso ad esempio di Phate Lucas e Madhat"Prendetene atto: non avete demolito il movimento; avete solo dato l'ennesima dimostrazione di come la vostra vita sia manovrata da due parole chiave: repressione e profitto", prosegue il comunicato.

"Non riuscirete a inquinare il terreno dove sbocciano ideali. Siamo sempre qui, più furiosi che mai, pronti a smascherarvi. Continueremo a portare avanti le nostre battaglie anche in nome di chi ci è stato strappato. I loro ideali e il loro spirito combattivo risuonano in ogni nostra azione".

Probabilmente Anonymous a questo giro voleva mandare un segnale alla Polizia Postale e al Centro Nazionale Anticrimine Informatico per la Protezione delle Infrastrutture Critiche. Gli inquirenti hanno dimostrato una grande capacità operativa e di indagine. La cosa deve aver dato fastidio. Però forse un attacco al sindacato che rappresenta i lavoratori più bistrattati dello Stato italiano non è stato il massimo.

È vero che in guerra spesso non si sta a sottilizzare: i poliziotti sono visti come nemici e non come lavoratori o padri di famiglia. Ma in fondo lo sono. E c'è poco di simbolico, sul fronte della lotta hacktivista contro le istituzioni, nel diffondere online le loro identità e dati personali.