Apple: non siamo evasori fiscali, chiariremo tutto

Apple commenta l'indagine per evasione fiscale, affermando di rispettare le regole in pieno.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

"Apple paga ogni euro e ogni dollaro che deve in tasse, e siamo sotto revisioni costanti da parte dei governi di tutto il mondo. Le autorità italiane hanno già controllato Apple Italia nel 2007, 2008 e 2009, confermando che siamo del tutto in linea con la documentazione OECD e le richieste di trasparenza. Siamo certi che gli attuali controlli porteranno alle stesse conclusioni".

Questa è la risposta di Apple all'indagine aperta ieri dalla magistratura milanese, che ipotizza il reato di evasione fiscale; Apple avrebbe falsificato i documenti per ridurre l'imponibile di circa un miliardo di euro tra il 2010 e il 2011. Gli inquirenti hanno così deciso di perquisire la sede milanese dell'azienda, sequestrare dei documenti e mettere due dirigenti sotto indagine.

L'equilibrista: di qua è evasione, di là va tutto bene

Daniele Lepido, il giornalista di Bloomberg che ha ottenuto la dichiarazione di Apple, ha cercato di ottenere un'ulteriore controbattuta da parte dei PM meneghini, senza tuttavia ottenere risposta. Ha chiamato fuori dall'orario di ufficio però, quindi è possibile che durante la giornata di oggi arrivi un nuovo aggiornamento.

La fiducia espressa da Apple è ben riposta, oppure è una dichiarazione di rito fatta tanto per dare qualcosa alla stampa? Difficile a dirsi, ma è pur vero che finora Apple e altre aziende (Google, Amazon, etc.) sono riuscite a eludere il fisco di diversi paesi europei con escamotage del tutto legali, quanto discutibili.

Queste società infatti hanno l'abitudine di aprire almeno una sede in un paese UE che offre un regime fiscale vantaggioso (Irlanda o Lussemburgo generalmente), per poi convogliare in essa i profitti di tutto il continente o quasi. In questo modo si risparmia molto sulle tasse e non si viola alcuna legge, ma il PM Adriano Scudieri e il suo collega Francesco Greco credono che Apple abbia forzato troppo la mano negli ultimi anni.

L'ipotesi infatti è che i guadagni fatti in Italia siano stati illecitamente condotti alla filiale irlandese, e in questo caso si tratterebbe di vera e propria evasione. Tuttavia sarebbe insolito un errore tanto grossolano da parte di uno di questi colossi, che sono sempre molto attenti nel loro stare in equilibrio perfetto tra il legale e l'illecito. Non resta che attendere l'esito delle indagini per scoprire che cos'è effettivamente accaduto.