Asta frequenze TV senza Rai e Mediaset: arriva la conferma

Il Garante delle Comunicazioni ha approvato all'unanimità il provvedimento definitivo sulle regole per l'asta delle frequenze televisive del digitale terrestre. Potranno partecipare solo nuovi entranti o piccoli operatori. Sky potrà concorrere per un solo multiplex.

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a cura di Dario D'Elia

Rai, Mediaset e Telecom Italia Media (La7) alla fine saranno escluse dalla prossima asta delle frequenze televisive del digitale terrestre. Così ha deciso il Garante delle Comunicazioni, che ieri ha approvato all'unanimità il provvedimento definitivo sulle regole che lascia fuori gli operatori con 3 o più multiplex. Per di più sarà assicurato il limite massimo dei 5 che ogni operatore può detenere anche al di fuori della gara.

Il provvedimento verrà ora trasmesso al ministero dello Sviluppo economico al quale la legge n. 44 del 2012 affida il compito di approvare il bando di gara e di gestire la procedura. Il Ministro per lo Sviluppo Passera ha già fatto sapere che ci vorranno 30 - 40 giorniNon dovrebbero esservi quindi problemi, e in ogni caso l'AGCOM ha comunque l'ultima parola sull'argomento - come ha già più volte ricordato la Commissione UE

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Si tratta senza dubbio di una svolta storica, poiché per una volta i maggiori operatori del settore televisivo non sono stati favoriti. Il Garante ha ritenuto infatti un obiettivo primario "garantire un maggior grado di concorrenza e pluralismo nella diffusione dei contenuti, come richiesto anche dalla Commissione europea".

Nello specifico il provvedimento consente di concorrere per tutti e tre i lotti (L1, L2, L3) ai soli nuovi entranti o piccoli operatori (cioè che detengono un solo multiplex) e per due lotti agli operatori già in possesso di due multiplex.

Per di più "limita ad un solo multiplex la partecipazione degli operatori integrati, attivi su altre piattaforme con una quota di mercato". Sky, che detiene oltre il 50% su altre piattaforme tecnologiche, potrà acquisire una sola rete. "All'asta andranno frequenze che compongono tre reti televisive digitali terrestri nazionali con un diritto d’uso ventennale", ricorda la nota ufficiale. "[...] è stato deciso di escludere dalla gara le frequenze dei lotti U (destinati all'LTE, NdR.) di durata quinquennale previsti nel primo schema di provvedimento". Per il futuro infatti è prevista l'assegnazione delle frequenze 700 MHz all'LTE.

Ora vi spengo

Gli operatori dominanti potrebbero comunque adottare un escamotage per aggirare il regolamento: far comprare ad altri una rete nazionale per rivenderla successivamente a loro stessi.

"In linea teorica, lo scenario che lei immagina è possibile", ha confermato il Presidente AGCOM Angelo Cardani a La Repubblica. "Se Rai e Mediaset comprassero - da un terzo - una quinta rete nazionale, l'operazione sarebbe lecita, almeno fino a quando il Parlamento stabilirà con una legge un limite a 4 reti. È anche vero che l'acquisizione sarebbe soggetta al via libera delle autorità di garanzia, come la nostra AGCOM e l'Antitrust".

In passato i Garanti non si sono distinti troppo per pugno duro, però il vento è cambiato nei board. "Abbiamo già ragionato sulle condizioni che andrebbero poste a simili operazioni. I colossi della TV, ad esempio, sarebbero tenuti a cedere almeno il 40% della capacità trasmissiva della quinta rete", ha concluso Cardani.