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Byoblu, YouTube chiude il canale Messora: che cosa è successo?

Cerchiamo di capire i motivi dietro al ban da YouTube di Byoblu, il canale di Claudio Messora.

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Avatar di Roberto Buonanno, Selene Vicenzi

a cura di Roberto Buonanno, Selene Vicenzi

Pubblicato il 02/04/2021 alle 16:52 - Aggiornato il 20/06/2021 alle 11:38

Viviamo in un mondo sempre più saturo di contenuti, omogenei e globalizzati, privi di pensiero critico. In questo contesto, la funzione del giornalista diventa vitale per la sopravvivenza della verità. Fornire informazioni in modo che le società siano più libere e più critiche nei confronti di ciò che sta accadendo sia nel loro ambiente, che a livello globale, è un diritto di cui il giornalista non può privarsi; ne consegue altrimenti la morte della sua stessa attività e deontologia, che lo schierano al servizio del cittadino, privato a sua volta del diritto di essere informato.

Secondo l'UNESCO, si tratta di diritti fondamentali nei sistemi democratici che favoriscono lo sviluppo e il dialogo tra le persone. Ma cosa succede quando questi diritti e queste libertà vengono calpestati e messi in discussione?

Ed è proprio di questo che è stato privato il canale YouTube di Byoblu, che dopo ben 14 anni di attività è stato letteralmente cacciato dalla piattaforma, incurante del sacro diritto di cronaca.

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Byoblu è il noto canale YouTube fondato da Claudio Messora, ex responsabile della Comunicazione del Movimento 5 stelle al Senato e in Europa, che si era fortemente imposto sul web con più di cinquecentomila iscritti. Siamo indignati e delusi dalla chiusura di un mezzo d’informazione, ma ci teniamo a specificare che prendiamo le distanze e non ci interessa alcun schieramento politico; avremmo difeso la censura di un qualsiasi mezzo d’ informazione, di una qualsiasi realtà, specialmente nei confronti di una testata giornalistica regolarmente registrata in tribunale.

Prima però di trarne conclusioni affrettate, cerchiamo di analizzare in maniera completa l'accaduto, ascoltando entrambe le “campane” in totale trasparenza.

Caso Byoblu: la versione di YouTube

Un portavoce di YouTube ha giustificato così la chiusura del canale Byoblu: "Il canale ha ricevuto tre strike nell’arco di 90 giorni per la pubblicazione di contenuti che violano le nostre norme sulla disinformazione in ambito medico relativamente al COVID-19, introdotte nella primavera del 2020 in accordo con gli impegni presi con le istituzioni dell'UE per contrastare la disinformazione correlata al coronavirus. In base alle nostre Norme della community, avendo ricevuto tre strike, il canale è stato definitivamente rimosso da YouTube".

Caso Byoblu: la versione del fondatore Messora

Il fondatore, Messora, replica con un importante post sul blog dove commenta: "Youtube ha rimosso in un solo istante 14 anni di contenuti, tra i quali molti di altissimo livello, realizzati insieme a magistrati, presidenti della Corte Costituzionale, intellettuali, filosofi, economisti, politici, avvocati, scienziati. Una fotografia cangiante delle trasformazioni che si sono avvicendate nella società da 14 anni a questa parte, viste con gli occhi dei cittadini e non con quelli dei media".

"Cos'abbiamo fatto? Abbiamo ucciso, sequestrato, ricattato, minacciato? No" continua nel suo post Messora. "La nostra colpa è questa ossessione di voler far parlare i cittadini qualunque, di mostrare le notizie anche da un altro punto di vista".

Quali sono i video che hanno tanto “ disturbato” YouTube?

Ce lo spiega Messora nel suo blog: “A dicembre hanno oscurato le riprese di una manifestazione di piazza, a Cesena, che non erano state neanche pubblicate! Erano state caricate per valutazione interna e il titolo era “NON PUBBLICARE”. A gennaio hanno rimosso un’edizione del TG di Byoblu24 dove spiegavamo cos’aveva detto un editorialista di punta del British Medical Journal. In seguito hanno rimosso un’intervista realizzata cinque mesi prima a un Senior Scientist dell’Università di Siena, solo perché parlava della Vitamina C. Poi hanno rimosso un altro spezzone di una manifestazione di piazza, questa volta a Milano, anche questa non destinata alla pubblicazione e non pubblicata. Immediatamente dopo ci hanno demonetizzato il canale e hanno rimosso quasi 5 mila abbonati legittimamente conquistati. Oggi, infine, non trovando di meglio cui attaccarsi, hanno rimosso un video dello scorso settembre 2020, realizzato nel corso di un’altra manifestazione di piazza, in cui parlava l’attivista panafricano Mohamed Konare.” continua Messora.

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Claudio Messora

“Era lì da quasi sette mesi, coperto dal suo bravo diritto di cronaca: a chi poteva dare fastidio? Ha senso chiudere un canale sette mesi dopo, o non si tratta piuttosto di una persecuzione feroce verso una testata regolarmente registrata in tribunale rea di non seguire la linea editoriale dettata da altri? " conclude il fondatore di Byoblu.

Diffusa la notizia della chiusura dello storico canale infatti, moltissime delle personalità che negli anni presero parte ai contenuti di Messora, hanno espresso la loro solidarietà. Dal mondo della politica non si sono risparmiati i commenti e dalla sua parte si sono schierati grandi nomi come Guido Crosetto, Paolo Becchi, Gianluigi Paragone e Giuseppe Palma, fino ai parlamentari Alberto Bagnai e Claudio Borghi.

Proprio Alberto Bagnai in questi giorni ha portato in Senato la vicenda Byoblu, esprimendo alcune considerazioni sulla scelta e sulla gestione a detta sua unilaterale di Google YouTube.

Nel suo intervento in Senato, Bagnai, evidenzia come Byoblu abbia anticipato di almeno 10 anni lo stesso dibattito politico, rompendo ogni tabù e aprendo la strada del pensiero critico. Bagnai inoltre chiede in Senato di poter incardinare un dibattito sui temi della libertà nel web, fino ad arrivare a qualcosa di concreto: “Poter incardinare un dibattito su questi temi che possibilmente giunga a una risoluzione o comunque a un atto di indirizzo del governo in questo ambito, e anche di favorire l’iter di un disegno di legge su questa materia che, come contenuto minimo, dovrebbe avere, lo verificherò col collega Moles, la richiesta di sottrarre, di schermare le testate giornalistiche registrate che sono sul web dal meccanismo delle segnalazioni, che è il meccanismo utilizzato dalle ‘squadracce digitali’ di haters organizzati per far rimuovere i contenuti a loro sgraditi”.

Byoblu dopo Youtube punta alla TV

Si sa bene che davanti alle avversità i grandi non si lasciano abbattere, ma creano nuove opportunità. “Hanno chiuso Byoblu, è tempo di lanciare una sfida”: Messora ha aperto una campagna di crowdfunding per acquistare un canale nazionale sul digitale terrestre, una campagna che in pochissimo tempo ha già raggiunto e superato la cifra obiettivo di 150mila euro.

Riteniamo sia doveroso ricordare che la libertà di stampa, la libertà di espressione e l'accesso all'informazione sono tre diritti di cittadinanza legati alla professione giornalistica. Ciò significa che la comunicazione e l'espressione attraverso i media da parte di un giornalista devono poter essere esercitate liberamente, senza alcun tipo di interferenze da parte di Stati o altre organizzazioni di gruppi sociali.

“Chiunque voglia togliere la libertà di una nazione deve iniziare a proibire la libertà di parola.”  - Benjamin Franklin

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