Ergonomia

Test - Recensione della Canon Powershot G1 X che offre prestazioni da reflex, ma non manca qualche difetto da analizzare attentamente.

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a cura di Tom's Hardware

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Come è lecito attendersi, la G1 X offre le modalità di scatto creative PASM che assicurano al fotografo il pieno controllo sull'immagine (program, priorità di tempi, priorità di diaframmi e manuale). In aggiunta, mette a disposizione una modalità full-auto per i meno esperti, le classiche modalità scena, e il programma speciale HDR per riprese ad alta gamma dinamica (da utilizzare con il cavalletto). 

Presenti sulla ghiera anche una modalità dedicata al video e due posizioni personalizzabili, basate su Program, che consentono di essere operativi in pochi secondi: basta selezionare uno di questi preset e parametri come punto e modalità AF, funzioni della ghiera frontale o del pulsante di scelta rapida vengono richiamati all'istante sui valori preferiti.

I menu sono, come sempre, a due livelli: c'è il menu rapido da utilizzare durante lo scatto che mostra i parametri salienti (i-Contrast, AWB, modalità MyColor, bracketing, scatto singolo/continuo, compensazione flash, filtro ND, formato, dimensione e compressione immagine) e il menu completo suddiviso in due schede più una terza personalizzabile (myMenu). Efficaci e ben organizzati, entrambi i menu risultano subito intuitivi nonostante la pletora di opzioni disponibili.

Completato il breve set-up della macchina secondo nostri gusti siamo pronti per la prima sessione di scatto. La macchina si impugna bene e offre un eccellente grip. Proviamo e accantoniamo subito il mirino ottico: troppo piccolo, e senza alcuna informazione fornita, non può essere considerato uno strumento di lavoro. Ci concentriamo invece sull'eccellente display che, grazie anche alla flessibilità garantita dallo snodo laterale, è un vero piacere da usare.

L'immediatezza della macchina è notevole. Una volta impratichiti, ci si rende conto che tutto è al posto giusto e si inizia a usare la G1 X a occhi chiusi, concentrandosi solo sul soggetto.Solo la ghiera posteriore potrebbe risultare troppo piccola per chi ha mani grandi, ma ci si abitua presto; la precisione è comunque buona.

Il feeling è complessivamente ottimo, più "reflex" che mai. Rispetto alle altre Powershot G, infatti, qui si beneficia di una gamma di diaframmi più estesa - fino a f/16 - e di una focale reale piuttosto elevata, che consente di lavorare sulla profondità di campo in un modo che altre compatte, per quanto evolute, non possono consentire. L'ottica lunga porta però con sé anche qualche svantaggio: la minima distanza di messa a fuoco è decisamente elevata: 20 cm in posizione grandangolo, come già detto, ma 85 cm in posizione tele, che salgono a 130 se non si attiva la modalità macro. Non è poco, e nell'utilizzo quotidiano questo si presenta spesso come un fastidioso limite.

La messa a fuoco è ragionevolmente reattiva. La G1 X non è un fulmine, come del resto non sono mai state nemmeno le precedenti G, e certo tra le mirrorless oggi si trova di meglio, ma la velocità è complessivamente più che adeguata a qualsiasi genere fotografico eccetto la fotografia sportiva. Per inciso, con una focale massima di solo 112 mm, questa non sarebbe comunque la fotocamera giusta per un safari fotografico.

Discorso analogo vale per la velocità dello zoom e, in generale, per la reattività della macchina: non impressiona, ma è nella media e non viene mai percepita come un limite. Impossibile non notare, comunque, come nella stessa fascia di prezzo esistano diversi modelli - soprattutto mirrorless, come già puntualizzato - decisamente più reattivi e performanti.