Cinema in 3D: niente nausea con ologrammi e micropistoni

I ricercatori di un'azienda belga sono al lavoro su una tecnologia che potrebbe rivoluzione l'industria del cinema. Grazie a microscopici pistoni riflettenti e raggi laser si possono ottenere immagini 3D prive di effetti collaterali.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Un gruppo di ricercatori dell'IMEC ha messo a punto un tipo di display olografico che dovrebbe risolvere il problema dei mal di testa creati dalle immagini stereoscopiche così come sono usate oggi. L'idea centrale è quella di usare dei laser per attivare dei sistemi microelettromeccanici (MEMS).

Ancora una volta gli ologrammi trovano gli onori delle cronache, sebbene questa tecnologia sia tutt'altro che matura per una diffusione di massa. In questo caso però la teoria è più che affascinante: ci sono infatti dei laser abbinati a micropistoni riflettenti, ognuno dei quali potrebbe così muovere fisicamente un singolo pixel.

L'edificio IMEC rappresentato con gli ologrammi

Lo scorso ottobre l'azienda, che ha sede a Leuven (Belgio) ha mostrato un primo prototipo privo di sistemi MEMS, ma già in grado di mostrare una convincente immagine statica del centro di ricerca. La sua realizzazione è possibile grazie a microchip costituiti da molte piccole superfici riflettenti (i pixel).

"Quando la luce del laser raggiunge il chip, rimbalza con una determinata angolazione (diffrazione)", e si vengono così a creare gli effetti luminosi che a loro volta danno vita all'immagine 3D statica.

Per ottenere immagini in movimento bisogna sostituire la struttura fissa – composta di semiconduttori e alluminio – con una mobile, ed è qui che entra in gioco il MEMS, cioè il sistema microelettromeccanico. Una sfida molto impegnativa, come spiega il ricercatore Richard Stahl. "Per ottenere la giusta diffrazione e creare un'immagine olografica ogni MEMS dev'essere più piccolo della lunghezza d'onda della luce che si riflette sul chip, che in questo caso significa circa 0,5x0,5 micron, meno di un decimo delle dimensioni dei MEMS attuali. Ogni pixel deve anche potersi muovere su e giù di circa 100 nanometri senza scontrarsi con i suoi vicini".

La struttura è quindi piuttosto semplice da capire: un sistema "meccanico" sostiene e muove uno "specchio" per ognuno dei pixel necessari, e un sistema di raggi laser fa da proiettore. Il film sarà quindi costituito dalla programmazione del laser e da quella del MEMS. Realizzarlo naturalmente è tutt'altro che semplice però.

I ricercatori di IMEC sperano di poter produrre un prototipo funzionante entro la metà del 2012, cioè tra pochi mesi. In ogni caso passerà ancora molto tempo prima che si possano realizzare cinema o sistemi domestici basati su questa tecnologia, perché la sua realizzazione è ancora molto costosa. Entro cinque anni potremmo però vedere degli schermi "delle dimensioni di una busta" con circa 400 miliardi di pixel mobili, secondo il coordinatore del progetto Francesco Pessolano.