L'esposizione e la tecnica di scatto

Le ore notturne offrono al fotografo la possibilità di esprimere la sua creatività sperimentando nuove tecniche per "dipingere" con la (poca) luce disponibile. Non è difficile ottenere immagini di grande impatto in queste condizioni, impossibili scattando di giorno. Basta solo seguire qualche consiglio e disporre degli strumenti adatti. In queste pagine vi spieghiamo come fare.

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a cura di Tom's Hardware

L'esposizione

I tre parametri su cui si basa l'esposizione sono tempo, diaframma e ISO. Nella fotografia analogica, non si poteva cambiare la sensibilità una volta impostata per quella pellicola e quindi le variabili si riducevano a due soltanto, il tempo e il diaframma. Con poca luce, si tendeva ad aprire il più possibile il diaframma in modo da mantenere un tempo di scatto sufficientemente rapido da evitare il mosso. Questo "sufficientemente rapido" dipendeva, e dipende tuttora, sia dalla mano del fotografo che dal tipo e dal peso dell'obiettivo. Una regola, in parte, ancora valida è quella che afferma che, per obiettivi non stabilizzati, il tempo minimo di esposizione dovrebbe essere pari (circa) all'inverso della lunghezza focale. Tradotto in altre parole, significa che con un 50 mm non si dovrebbe scendere sotto a 1/50 s, al limite si approssima al valore appena superiore. Tuttavia, ci sono molte eccezioni. Obiettivi ben bilanciati rispetto al peso del corpo macchina consentono di scendere a valori molto inferiori avendo la buona probabilità di tenere l'insieme stabile, in altri casi il peso eccessivo suggerisce il contrario.

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Difficile credere che questa immagine della madonnina del Duomo di Milano sia stata ripresa da terra con uno zoom Sigma 150-600 mm F5-6.3 DG OS HSM | S, ottica professionale da quasi 3 kg di peso, a mano libera. Eppure è così! Potendo spingere la fotocamera full frame a valori ISO abbastanza elevati (12.800) mantenendo un rumore basso, siamo riusciti ad esporre a 1/100 sec. aprendo tutto il diaframma a f/6.3 alla focale di 570 mm. Miracolo dello stabilizzatore d'immagine!

Se gli obiettivi sono stabilizzati o se la macchina è dotata di stabilizzatore dell'ultima generazione, come quello a cinque assi (vedi l'Olympus OM-D E-M5 Mark II o la Sony α7 II), la tecnologia attuale permette di arrivare a tempi di ¼ di secondo a mano libera senza (quasi) incorrere nel rischio di mosso, perlomeno utilizzando uno zoom o un'ottica a focale fissa di peso ragionevole.

Con le macchine digitali, la variabile ISO permette di far fronte a quelle situazioni in cui il tempo di scatto è sceso a valori limite al disotto dei quali, se non si appoggia la macchina su un sostegno stabile, s'incorre nel rischio di mosso. Nella fotografia notturna, è consigliabile lasciare il valore di ISO su automatico in modo tale che quando la luce scarseggia l'algoritmo della macchina, che in genere riconosce anche l'obiettivo montato (se è della stessa marca), aumenta il valore ISO stesso per cercare di lasciare il tempo abbastanza rapido da consentire gli scatti a mano libera. Tuttavia, è sempre l'algoritmo della macchina a decidere e questo, in genere, non piace al fotografo.

Molte fotocamere permettono di selezionare, nel modo Av, il tempo minimo di scatto al disotto del quale deve iniziare a salire l'ISO per garantire un'esposizione corretta. Trovata decisamente utile, con l'unica accortezza che bisogna però ricordarsi di cambiare di volta in volta questa impostazione secondo l'obiettivo utilizzato. Nella pratica, è molto meglio dedicare un po' di tempo in più per scegliere i parametri dell'esposizione nel modo più corretto secondo il tipo di scatto che s'intende realizzare, lavorando magari in manuale.

L'esposizione notturna può, infatti, essere complicata. In una scena spesso ci sono ampie aree scure che si alternano a qualche area luminosa. L'esposimetro della fotocamera può confondersi e restituire un'immagine troppo scura o troppo luminosa. In genere, se s'imposta l'ottimizzazione automatica della luce su un valore medio/alto, la foto notturna risulterà sovraesposta. Meglio mettere il relativo valore al minimo o addirittura a zero. Ad ogni modo, l'istogramma della luminosità aiuta molto in questi casi.

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La medesima foto con esposizioni differenti: i risultati sono estremamente diversi. Sta alla sensibilità e ai gusti personali del fotografo esporre per le alte luci o prediligere un'esposizione media pesata al centro.

Non dimentichiamo che con le mirrorless si può verificare prima dello scatto il risultato e agire di conseguenza andando a compensare l'esposizione secondo quanto voluto. E poi, c'è sempre la possibilità d'impostare il bracketing.

Oltre all'esposizione, sussiste il problema della differente temperatura di colore delle luci artificiali (per esempio, al tungsteno o al neon), che rende difficile il calcolo del bilanciamento del bianco. L'ideale sarebbe farlo in manuale, oppure scattare in RAW e correggere in post il WB.

Mano libera o cavalletto?

Esistono due approcci diversi per scattare le foto in notturna, ognuno dei quali richiede una tecnica e un'attrezzatura particolare: scattare a mano libera o con un supporto stabile.

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Cavalletto (o, al limite, monopiede) sono i migliori alleati del fotografo quando occorre scattare con tempi di otturazione lunghi.

La scelta di lavorare in un modo o nell'altro dipende da svariati fattori: che cosa si deve fotografare, dove si deve fotografare, se si può usare uno stativo e se si può scattare indisturbati. Per soggetti in (lento) movimento al crepuscolo senza flash, oppure semplicemente persone in posa per un ritratto, si dovranno usare dei tempi di scatto di almeno 1/100 o 1/125 sec. e quindi il cavalletto generalmente non servirà, a meno di utilizzare teleobiettivi non stabilizzati. Molto probabilmente i valori ISO saranno elevati e quindi occorrerà una macchina con sensore a basso rumore. Potrebbe essere utile usare un lampeggiatore esterno, ma non ce ne occuperemo in questo servizio.

Il luogo in cui si scatta è altrettanto importante. Le foto notturne possono essere fatte in riva al mare, indisturbati, prendendosi tutto il tempo che occorre, piuttosto che in un mercatino di Natale ultra-affollato, giusto per fare due esempi.

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Questa foto, scattata con una mirrorless Panasonic Lumix DMC-GX8 a Santa Cesarea, nel Salento, ha richiesto un'esposizione di 1,6 sec. a ISO 400. Era appena passato il temporale, e sullo sfondo si vedevano ancora i bagliori dei lampi schiarire il cielo. Ho dovuto attendere un po' per cogliere il momento giusto. Quando si può operare con calma e indisturbati, è più facile scattare e si possono curare maggiormente i particolari che vogliamo immortalare.

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In casi come questo, un mercatino di Natale di sera, diventa impraticabile utilizzare un cavalletto in mezzo alla folla. Meglio scattare a mano libera, utilizzando tempi sufficienti ad evitare il mosso (in questa foto l'esposizione era 1/125 sec. a f/2.5 e ISO 640) ed utilizzando un obiettivo luminoso. Sono casi in cui occorre velocità e possibilmente un'attrezzatura leggera e maneggevole.

Nel primo caso possiamo pensare di usare un cavalletto, o comunque un appoggio, per impostare tempi di scatto lunghi e mantenere gli ISO bassi, potendo anche giocare sul diaframma per avere la profondità di campo desiderata.

Nel secondo, è impraticabile: non ci sarebbe lo spazio, la folla renderebbe impossibile scattare in tali condizioni; meglio piuttosto cercare un appoggio di fortuna – un muretto, il tetto di un'auto, una colonna, una borsa, persino il suolo - e cercare di scattare sfruttando quest'ultimo. Ovviamente non è la stessa cosa, perché non si troverà certo nella posizione in cui desidereremmo, ma a volte ci si deve accontentare.

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L'unico modo per catturare questa immagine è stato quello di… appoggiare la macchina per terra! Non c'era altro supporto disponibile nelle vicinanze.

Dovendo poi scattare a mano libera, bisognerebbe evitare di portarsi appresso troppo peso. Si deve poter lavorare in maniera veloce e istantanea. Un obiettivo luminoso (meglio se uno zoom) ed una macchina che produca poco rumore agli alti ISO sono indispensabili!