Contro i veri hacker non c'è firewall che tenga

Intervista esclusiva a Joanna Rutkowska, massima esperta di sicurezza informatica.

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a cura di Tom's Hardware

Introduzione

Abbiamo avuto il piacere di parlare con Joanna Rutkowska, una protagonista indiscussa nel settore della sicurezza digitale, fondatrice e amministratrice di Invisible Things Lab (ITL), una società di consulenza e di ricerca di alto profilo.

TH: Grazie per aver trovato un po' di tempo per parlare con noi, Joanna. Cominciamo dagli elementi fondamentali: sei riuscita a costruirti un ruolo importante nel mondo della sicurezza, grazie alla tua esperienza sugli attacchi invisibili, come i rootkit, e più recentemente scoprendo delle vulnerabilità su macchine virtuali e a livello hardware. Prima di entrare in questi dettagli, ci racconti qualcosa di più su di te?

Joanna: Sono una ricercatrice che si occupa di sicurezza a livello di sistema, come nel kernel, nell'hypervisor, nel chipset, e così via. Ricercatrice, non cacciatrice di bug o tester. Sono più interessata ai problemi fondamentali piuttosto che a bug specifici che creano problemi a software specifici. Per esempio, può il sistema operativo offrire una qualche sicurezza, anche se un'applicazione, come per esempio Adobe Reader o IE, è  compromessa? Io credo nella "sicurezza tramite isolamento".

Ho pensato anche agli affari, e fondato Invisible Things Lab (ITL), una società di ricerca e consulenza. Sono molto orgogliosa della squadra che sono riuscita a creare in azienza, che include Alexander Tereshkin e Rafal Wojtczuk, due dei migliori ricercatori nel campo della sicurezza dei sistemi. Recentemente mi sono sempre più allontanata dal ruolo di "debugger", per avvicinarmi ad uno di più alto profilo, necessario per gestire il lavoro della squadra. Mi piace, in effetti, fare il dirigente.

TH: Essere il capo è una buona cosa, ma come hai cominciato a occuparti di ricerca?

Joanna: È passato così tanto tempo che nemmeno me lo ricordo!

TH: Proviamo con una domanda più facile. Qual era il tuo primo computer, e qual è il tuo primo ricordo sul tema della programmazione.

Joanna: Era un PC/AT 286, con l'incredibile velocità di 16 MHz, se ricordo bene, e aveva anche 2 MB di RAM (ma credo che fosse dopo un aggiornamento della scheda madre). Avevo undici anni quando ho cominciato a giocarci, e quasi immediatamente sono partita con GW-BASIC, e dopo un anno o giù di lì sono passata al Borland Turbo Basic, che era davvero fantastico, con una bellissima interfaccia grafica e la possibilità di creare davvero degli eseguibili.

TH: Com'è la settimana tipo nei vostri uffici?

Joanna: Siamo orgogliosi di essere un'azienda moderna, e non abbiamo uffici fisici. Ognuno lavora da casa sua, e ci scambiamo i materiali con mail protette da crittografia. Non esiste niente di simile ad un orario predefinito, tipo 09.00-05.00. Il nostro lavoro richiede molta creatività, e sarebbe stupido forzare qualcuno ad un orario.

Per me, personalmente, è particolarmente importante fare un pisolino al pomeriggio. Non sono efficiente se non ho dormito a sufficienza. Non ho mai lavorato in un ufficio.