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Guida fotografica - La luce e i concetti base di tempo di posa e apertura del diaframma. I concetti di movimento e profondità di campo, e la loro relazione con tempi e diaframmi.

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a cura di Tom's Hardware

Profondità di campo e distanza di messa a fuoco

Nuova analisi e nuova chiave di lettura. Calcoliamo qui di seguito la profondità di campo a parità di apertura e lunghezza focale, al variare della distanza del soggetto.

Lf [mm]

D [cm] DOF tot. [cm] DOF front DOF rear
100 100 3 49% 51%
100 200 12 48% 52%
100 500 80 46% 54%
100 1000 325 42% 58%

Risultati approssimati a scopo esemplificativo, validi per reflex APS-C, f/8. 

In questo caso si vede come, a parità di lunghezza focale, riprendere soggetti vicini riduce la profondità di campo.

Profondità di campo con identica focale e apertura - 50mm f/2.8 - a diversa distanza di messa a fuoco.  Avvicinandosi al soggetto, la profondità di campo diminuisce. 

Riassumendo, la profondità di campo:

Aumenta al diminuire dell'apertura f/ (cioè scegliendo valori di f/ elevati) per qualsiasi lunghezza focale

A parità di distanza dal soggetto, si riduce nei teleobbiettivi rispetto ai grandangolari 

A parità di lunghezza focale, si riduce avvicinandosi al soggetto  

Distanza iperfocale

Per una data ottica, la distanza iperfocale è sostanzialmente il limite inferiore della profondità di campo quando la messa a fuoco è impostata all'infinito (dipende dal valore f/).

L'importanza di tale distanza risiede nel fatto che, impostando la messa a fuoco su quel valore, si ottiene la massima profondità di campo possibile. A questo proposito si è soliti dire, nei corsi di fotografia, che mettendo a fuoco sulla distanza iperfocale, l'infinito rimarrà a fuoco, e si guadagnerà invece profondità di campo verso l'obbiettivo. Non è esattamente così, e ormai ne conosciamo il motivo: mettendo a fuoco alla distanza iperfocale, l'infinito si troverà al limite superiore della profondità di campo, il che non significa nitidezza massima, ma nitidezza ridotta al 25% (valore indicativo).

È utile conoscere l'esistenza della distanza iperfocale, ma se il soggetto principale è all'infinito, l'utilizzo della distanza iperfocale non è necessariamente la scelta migliore. Sempre all'indirizzo dofmaster.com le stesse app e/o tabelle indicano anche la distanza iperfocale.

Le coppie tempo/diaframma

Ora che si consoce tutto su tempi e diaframmi, è possibile tirare le somme ed esplorarne l'uso combinato. Si supponga che, in determinate condizioni di luce, l'accoppiata t= 1/4 sec f = 16 garantisca un'esposizione corretta.

Facendo riferimento allo schema soprastante, e ricordando che ad ogni passo (stop) sulla scala dei tempi o dei diaframmi la luce raddoppia o dimezza, è automatico concludere che tutte le coppie indicate nello schema producono esattamente la stessa esposizione, perché in ogni caso non si fa altro che raddoppiare il tempo di posa dimezzando la quantità di luce che passa per unità di tempo o viceversa.

Il fotografo è quindi libero di privilegiare tempi lunghi o brevi, diaframmi chiusi o aperti, secondo le sue esigenze di scatto e in base alle considerazioni fin qui fatte. Questo è, sostanzialmente, tutto ciò che serve ricordare per utilizzare proficuamente qualsiasi reflex, mirrorless, o compatta evoluta. Questa prima puntata si conclude qui. Nella prossima, scopriremo chi ci fornisce la prima accoppiata tempo-diaframma di riferimento, parlando di esporimetro, e introdurremo la variabile sensibilità.