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a cura di Marco Schiaffino

I gruppi hacker del governo cinese hanno ricominciato ad attaccare gli Stati Uniti e, a quanto pare, lo stanno facendo senza risparmiarsi. A dirlo è una ricerca di CrowdStrike, che ha analizzato gli attacchi APT (Advanced Persistent Threat) rilevati nei primi sei mesi dell'anno.

Il dato rappresenta una novità, visto che i cyber-attacchi provenienti dalla Cina erano notevolmente diminuiti a partire dal 2015, quando i due paesi avevano raggiunto una sorta di "tregua".

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CrowdStrike usa una sorte di "codice" per assegnare i nomi ai gruppi hacker. Tutti quelli che hanno "Panda" nel nome sono sospettati di agire per conto del governo cinese.

Erano i tempi di Barack Obama, che nei confronti della Cina aveva scelto di seguire una linea morbida, basata sulla collaborazione piuttosto che sulla competizione a tutti i costi.

Il cambio al comando della Casa Bianca, che l'amministrazione di Donald Trump ha indirizzato verso uno scontro frontale con la Cina, ha cambiato le carte in tavola e il risultato, per lo meno nel settore della cyber-security, non è dei migliori.

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