Cyber-valute Bitcoin viste come investimento?

I Bitcoin, fra le più note cyber-valute, nel tempo tendono a essere accumulate invece che spese. L'effetto collaterale è che il loro valore tende a crollare. La gente ha cominciato a vederlo principalmente come un modo per fare soldi. In altre parole, invece di essere usati come una valuta, i Bitcoin oggi sono visti come un investimento.

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a cura di Dario D'Elia

Le cyber-valute, come ad esempio Bitcoin, vengono considerate degli investimenti più che reali monete di scambio: il risultato è che c'è ben poco da guadagnarci. La conferma viene proprio dal progetto di moneta elettronica creato nel 2009 da Satoshi Nakamoto: Bitcoin "si riferisce anche al software open source progettato per implementare il protocollo e la rete peer-to-peer che ne risulta", come spiega Wikipedia. Non c'è un ente centrale, ma come una normale valuta sono consentiti il possesso e il trasferimento. Ovviamente si possono comprare beni e servizi – ad esempio Wikipedia li accetta in donazione.

Il Sole 24 Ore ha deciso di fare il punto citando un recente articolo di Jim Surowiecki, pubblicato su M.I.T. Technology Review. Ebbene, se da una parte le cyber-valute assomigliano in tante cose a quelle convenzionali, dall'altra "Bitcoin, invece di fissare il valore della moneta virtuale rispetto a quei pezzi di carta verdi, fissa la quantità complessiva di cybervaluta e lascia che il cambio con il dollaro fluttui liberamente". 

Bitcoin

Gli economisti lo chiamerebbero "gold standard": l'offerta di moneta è fissa e non fluttua in relazione all'incremento. "Quello che vogliamo da un sistema monetario non è che arricchisca chi possiede quella moneta; vogliamo che faciliti le transazioni e renda ricca l'economia nel suo insieme. E con il Bitcoin non sta succedendo niente del genere", scrive Surowiecki.

"La gente ha cominciato a vederlo principalmente come un modo per fare soldi. In altre parole, invece di essere usati come una valuta, i Bitcoin oggi sono visti prevalentemente (e scambiati) come un investimento [...] Le valute importanti sono usate per eseguire le transazioni commerciali quotidiane e per lubrificare gli scambi, ma se comprate Bitcoin nella speranza che il loro valore schizzi alle stelle […] non siete interessati a scambiare questi Bitcoin con delle merci, perché in tal caso se il valore della moneta salisse voi ci rimettereste. Invece ve li tenete e aspettate il momento buono per passare all'incasso".

Il problema è che negli ultimi anni i prezzi in dollari sono rimasti relativamente stabili, e questo significa che i prezzi, misurati in Bitcoin, sono precipitati e la gente ha preferito ammassarli invece che spenderli – quindi il prodotto lordo reale in Bitcoin è diminuito nettamente.

"Per quel che vale, dunque, questo esperimento rafforza la tesi di tutti coloro che vedono con ostilità qualunque cosa assomigli a una riedizione del gold standard, perché dimostra quanto un sistema del genere sia vulnerabile a tesaurizzazione, deflazione e depressione", conclude Il Sole 24 Ore.