Droni Google: 180 giorni di test per la connettività Internet

Google vuole testare per 180 giorni i suoi droni capaci di portare connettività Internet nelle zone remote. La Federal Communications Commission ha ricevuta una richiesta ufficiale.

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a cura di Dario D'Elia

Google ha chiesto il permesso alla Federal Communications Commission di condurre una serie di test su droni capaci di portare la connettività Internet in aree remote. Se ne parla da tempo, ma è evidente che questa ulteriore mossa conferma che la fase di prototipazione è molto avanzata.

"Google recentemente ha acquisito Titan Aerospace, un'azienda specializzata nello sviluppo di droni solari ed elettrici per voli ad alta quota e di lunga durata", si legge nella richiesta ufficiale di Google. "Questi sistemi potrebbero essere usati eventualmente per le connessioni Internet in zone remote o aiutare a monitorare danni ambientali, come la deforestazione o disastri petroliferi".

Stanley

Il nuovissimo Titan Solara d'altronde è in grado di volare per 5 anni senza il bisogno di una pausa, quindi è perfetto per affiancare i palloni aerostatici (Project Loon) di Google ed eventualmente i futuri satelliti in orbita terrestre bassa (tra 200 e 2000 km).

Entrando nello specifico Google vorrebbe iniziare a testare i suoi droni dall'8 ottobre 2014, per circa 180 giorni presso un'area (sicura) compresa tra Albuquerque e of Santa Fe - di fatto la contea di Stanley.

Il documento, che sarebbe dovuto essere riservato, indica due aree di frequenza operativa per la connettività: tra 910 MHz e 927 MHz; tra 2.4 GHz e 2.414 GHz. Questa scelta dovrebbe permettere di evitare ogni genere di interferenza con altri dispositivi, e anche nel caso saranno siglati accordi con la National Telecommunications and Information Administration.

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Da rilevare che lo spettro 2.4 GHz si sovrappone solo con i canali più bassi del Wi-Fi, mentre quello a 900 GHz è normalmente usato dai provider per wireless Internet, oppure dai caselli autostradali automatici oppure ancora dai baby monitor.

Insomma, se mai Google dovesse riuscire nel suo intento, domani ogni regione remota del mondo potrebbe godere di un servizio Internet di base. In Italia per alcune aree sarebbe perfetto, come complemento ai servizi tradizionali. Sempre che ci siano.