Edward Snowden: ecco perché non sono interessato a Dogecoin e Shiba Inu

Il famoso informatore Edward Snowden ha chiarito la sua posizione sulla mania delle monete canine in una serie di recenti tweet, in cui ha affermato di avere scarso senso dell’umorismo e di non essere quindi attirato dalle criptovalute meme.

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a cura di Alessandro Crea

Il 38enne esperto di sicurezza informatica e famoso informatore Edward Snowden ha spiegato in una serie di tweet di guardare alle criptovalute meme come dogecoin e shiba inu con disinteresse, a causa del suo scarso senso dell'umorismo. Snowden si è anche detto preoccupato per il fatto che molti investitori potrebbero scambiare i soldi dei cani per un investimento legittimo, che li danneggerà finanziariamente.

Tuttavia, l'ex appaltatore della National Security Agency, che ha denunciato i massicci programmi di sorveglianza condotti dal governo degli Stati Uniti, ha avuto alcune parole di elogio per il co-fondatore di dogecoin Billy Markus, sostenendo che è "una voce positiva" all'interno della comunità delle criptovalute. Snowden ha poi continuato dicendo che rispetta le persone che trattano le monete canine come uno scherzo frivolo invece di cercare di presentarle come qualcosa di serio.

Snowden ha infatti messo in guardia i suoi cinque milioni di follower su Twitter dallo spendere i propri soldi guadagnati duramente su shiba inu, facendo arrabbiare la comunità della moneta meme più calda dell'anno. In particolare, SHIB è sceso di circa il 35% dal tweet di Snowden.

Senza fare nomi, Snowden ha preso di mira i venture capitalist che scrivono cose negative su bitcoin mentre promuovono "monete spazzatura centralizzate" in cui hanno un enorme interesse. “C'è un ceppo di ricchi venture capitalist che finge di farti un favore "mettendo in guardia" contro bitcoin (o qualsiasi altra cosa) mentre pubblicizza le valute spazzatura centralizzate in cui per coincidenza possiede un'enorme partecipazione, ha infatti twittato.

Snowden infine ha anche detto che i server che ha usato per far trapelare informazioni altamente segrete ai giornalisti sono stati pagati con l'aiuto della più grande criptovaluta del mondo, bitcoin. Tuttavia l’informatore ha sottolineato di non essere un massimalista di bitcoin.