Effetto Kodak: pellicole più care e sensori introvabili

L'abbandono di alcuni mercati da parte di Kodak potrebbe mostrare i suoi effetti. Fujifilm aumenterà sensibilmente il prezzo delle sue pellicole, Pentax e Leica faticano a trovare sensori per le rispettive medio-formato.

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a cura di Alberto De Bernardi

Le vicissitudini di Kodak sono ormai note a tutti e alcuni sviluppi recenti nel settore imaging possono dare adito a speculazioni sugli effetti della dipartita di questa azienda da alcuni mercati. Il primo esempio arriva da Fujifilm, ormai unico produttore di pellicole fotografiche, che incrementerà in maniera "sostanziale" - parole di Fujifilm stessa - i prezzi dei suoi film positivi e negativi a colori, bianco/nero e Quick Snap. 

A fine aprile è stato dato un primo annuncio, in cui si parlava di elevati costi di produzione e del continuo incremento del costo delle materie prime a giustificare l'aumento di prezzo; il comunicato anticipava altresì un generico incremento globale "a due cifre" percentuali del prezzo di listino, pur specificando che ci sarebbero state differenze tra diversi prodotti e mercati. Oggi abbiamo avuto il primo esempio dal mercato USA, per il quale l'aumento è stato stabilito del 20% mediamente sulle pellicole e del 15% sulle fotocamere usa e getta.

Nel frattempo, Pentax sta lavorando alla nuova versione della sua 645D, una professionale medio-formato da circa 10.000 dollari, e pare abbia problemi nel reperimento del sensore. L'originale era infatti prodotto dalla divisione Image Sensor Solutions di Kodak, venduta nel novembre 2011 a Platinum Equity. Pare che Platinum Equity non produca più quel tipo di sensore.

Problemi simili riguardano anche Leica, la cui medio formato S2 si basava anch'essa su sensore Kodak. La soluzione, per la futura S3 - o comunque si chiamerà il modello che succederà alla S2 - potrebbe arrivare per Leica da STMicroelectronics