Ha l'apertura alare di un Boeing 737 (35,8 metri) ma pesa come un'automobile ed è in grado di rimanere in volo per mesi a 18mila metri di altezza, dove non ci sono turbolenze, per portare Internet dove non c'è. L'Aquila di Facebook non è più soltanto un progetto. Il drone anti divario digitale ha già avuto il suo battesimo dell'aria. È stato lo stesso Mark Zuckerberg ad annunciarlo, sul suo profilo ufficiale.
Nell'ambito della nostra iniziativa internet.org per connettere il mondo, abbiamo progettato un velivolo senza equipaggio che può portare internet alla gente dal cielo. Oggi sono entusiasta di farvi sapere che abbiamo completato con successo il nostro primo volo di prova nel Regno Unito.
Dopo l'annuncio di Zuckerberg, il Chief Technology Officer del social network, Mike Schroepfer, ha mostrato alla Facebook Developer Conference di San Francisco le immagini dell'Aquila in volo durante il test. I dettagli tecnici non sono molti. Facebook si è affidato all'azienda britannica Ascenta Limited, specializzata nella progettazione di velivoli a propulsione solare. Ascenta è stata acquisita da Facebook con un investimento di 20,2 milioni di dollari.
I droni Aquila potranno garantire la diffusione di segnale a banda larga nelle aree del mondo prive di infrastrutture di comunicazione. Avranno una funzione di antenne mobili che trasmetteranno a terra il segnale ricevuto dai satelliti, con la tecnologia laser Free-space optical (FSO).
Anche se Aquila ha risposto bene al primo test di volo, ci vorrà tempo perché i droni possano entrare in servizio. Sarà infatti necessario accordarsi con le autorità per l'aviazione civile delle singole nazioni che saranno sorvolate, e non sarà facile. Facebook ha stimato il potenziale bacino di utenza in quasi 2,8 miliardi di persone.