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a cura di Alessandro Crea

Tra il 2010 e il 2016, in Italia, Facebook potrebbe aver ricavato circa 300 milioni di euro di redditi (296,7 per la precisione) dalla vendita di spazi pubblicitari, senza dichiararli al fisco. Questo almeno è quanto emerge da un'indagine della Guardia di Finanza durata ben 6 anni.

Il dato inoltre è stato confermato anche dall'Agenzia delle Entrate dopo due riunioni operative con GdF volute dai PM. La parola dunque ora spetta all'Agenzia delle Entrate e alla stessa Facebook, che potrebbero accordarsi come già accaduto in passato versando una cifra forfettaria.

Facebook fiscale

L'argomento, come sapete, è comunque particolarmente complesso. Secondo i sostituti procuratori Adriano Scudieri e Isidoro Palma, infatti ci sarebbe stata in Italia una "stabile organizzazione", ossia Facebook Italy Srl, la cui attività avrebbe generato direttamente i 296,7 milioni di euro. Questa struttura sarebbe però stata sconosciuta all'erario italiano, perché invece formalmente a realizzare le vendite risultava essere Facebook Ireland limited, con sede in Irlanda dove godeva di un regime fiscale vantaggioso.

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Questa poi a sua volta avrebbe versato ingenti somme di denaro per "diritti e licenze per l'uso della piattaforma Facebook" a Facebook Ireland holdings, un'altra società che fa parte della galassia di aziende di Mark Zuckerberg e che ha sede nel paradiso fiscale delle isole Cayman. Uno schema di pianificazione fiscale aggressivo, come l'hanno definito gli inquirenti.

gdf

La lotta all'evasione fiscale delle multinazionali del Web è stata fortemente voluta dal procuratore di Milano Francesco Greco ed ha portato fino ad oggi a incassare oltre 700 milioni di tasse non versate, grazie ad alcuni accordi. Apple ad esempio ha versato 318 milioni di euro per i redditi realizzati dal 2008 al 2013, mentre Google ha pagato 306 milioni di euro per le inserzioni su YouTube realizzate tra il 2009 e il 2013. Infine recentemente è toccato ad Amazon patteggiare con la cifra di 100 milioni di euro. Se anche Facebook sceglierà di seguire l'esempio versando circa 100 milioni di sanzione, le tasse arretrate recuperate potrebbero superare facilmente quota 800 milioni di euro.