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Fatti misteriosi, dubbi e speculazioni su Bitcoin

Torniamo a occuparci di Bitcoin, con questo secondo articolo che espande e completa la prima parte pubblicata alcune settimane fa. Scopriamo come funziona il mining e se conviene, ma soprattutto cerchiamo di capire le implicazioni economiche e finanziarie.

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Avatar di Valerio Porcu

a cura di Valerio Porcu

Senior Editor @Tom's Hardware Italia

Pubblicato il 15/03/2015 alle 01:46 - Aggiornato il 15/11/2016 alle 16:07
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Fatti misteriosi, dubbi e speculazioni su Bitcoin

A questo punto il lettore ha delle solide basi per discutere di Bitcoin, così come per decidere se investire in questa valuta oppure no. Detto questo, c'è almeno un'ultima domanda che meriterebbe una risposta - che noi non conosciamo.

Eppure è una domanda semplice: perché Satoshi Nakamoto ha creato Bitcoin? Parliamo di lui, per comodità, come di un singolo individuo - ben sapendo che potrebbe trattarsi di un gruppo o, per quanto ne sappiamo, di una qualche nazione.

La domanda è doverosa perché è evidente che, come ha fatto notare il prof. Lamberti, i primi utenti di Bitcoin si sono arricchiti notevolmente. Scontato in un certo senso: minare costava poco, e c'erano grosse probabilità di trovare i 50 BTC che si ottenevano all'epoca.

Ebbene, l'analista Sergio Lerner ha scavato nei dati (pubblici) della blockchain per scoprire qualcosa in più di Satoshi Nakamoto: avrebbe accumulato circa un milione di BTC, una vera e propria fortuna. Ecco, alcuni ritengono che questo fosse lo scopo fin dal principio. Tre i suoi post che vale la pena di segnalare: uno - due - tre.

L'ipotesi - tutta da dimostrare - ha senz'altro qualcosa di affascinante: non basta creare Bitcoin, ma bisogna anche sapersi muovere affinché faccia presa sulle persone, nasca una comunità, cresca. Un'operazione di marketing raffinato, per la quale ci vogliono molte risorse e tanta abilità. Qualcuno dubita che tutto questo sia successo in modo spontaneo. 

A infittire il mistero, poi, ci hanno pensato Dorit Ron e Adi Shamir (Weizman Institute of Science, Israele). Questi due ricercatori hanno pubblicato uno studio approfondito sulle transazioni in Bitcoin (PDF), scoprendo alcuni fatti curiosi.  

Analisi delle transazioni

"La maggior parte dei Bitcoin minati resta dormiente in indirizzi che non hanno mai partecipato in transazioni in uscita. Abbiamo scoperto che esiste un gran numero di transazioni che muovono solo una piccola frazione di un singolo Bitcoin, ma ci sono anche centinaia di transazioni che muovono più di 50.000 Bitcoin. Abbiamo analizzato queste transazioni [...], e capito che discendevano tutte da una singola transazione avvenuta nel novembre 2010.

"Infine, abbiamo notato che queste grandi transazioni e quelle vicine hanno strutture insolite, che potrebbero rappresentare un tentativo di nascondere l'esistenza di una relazione tra esse. Ma un tentativo simile si può smascherare seguendo le tracce del denaro, se si ha la giusta pazienza e determinazione".

Insomma, mentre ci sono migliaia di "minatori" che competono per qualche decina di BTC, qualcun altro ne muove decine di migliaia e ne accumula milioni, cercando di far passare la cosa inosservata. Che significa? È Nakamoto o un altro early adopter? È un sistema creato apposta per il vantaggio di pochi o si tratta di una cosa nata naturalmente al suo interno?

Tante domande, a cui è difficile, se non impossibile, dare delle risposte definitive. E ci potremmo anche chiedere che cosa succederebbe se entrasse in gioco qualcuno o qualcosa con tante, tantissime risorse - non solo economiche. E se un governo, invece di una legge, decidesse di schierare milioni di computer, o addirittura supercomputer? E se Google, o Amazon, ci mettesse i propri datacenter? Qualcuno abbastanza muscoloso potrebbe prendere il controllo di Bitcoin?

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