FBI sa come sbloccare iPhone senza l'aiuto di Apple

Lo scontro legale tra FBI ed Apple è stato messo in pausa, perché i rappresentanti del governo statunitense avrebbero trovato un collaboratore che può fare il lavoro senza l'aiuto di Apple. Il giudice concede un po' di tempo per capire se è una via percorribile.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Il Ministero di Giustizia statunitense (DoJ, Department of Justice) avrebbe trovato un modo di leggere i dati sull'iPhone 5C di Syed Rizwan Farook, l'attentatore di San Bernardino. Giunge così una svolta inattesa nella vicenda che vede le autorità USA contrapposte ad Apple: il DoJ ha infatti chiesto e ottenuto il rinvio dell'incontro tra le parti che avrebbe dovuto avere luogo oggi.

"Sabato 20 marzo 2016", spiega la Pubblica Accusa, "una terza parte ha mostrato all'FBI un possibile metodo per sbloccare l'iPhone di Farook. Sono necessari dei test per determinare se è un metodo utilizzabile che non comprometterà i dati sull'iPhone di Farook. Se il metodo è praticabile, dovrebbe eliminare la necessità di assistenza da parte Apple Inc., come richiesta in virtù del Writs Act Order".

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Il giudice ha accolto la richiesta e stabilito un nuovo appuntamento per il 5 aprile, data in cui i rappresentanti del governo dovranno aggiornare la Corte sullo stato delle indagini, e sull'effettiva praticabilità di questo nuovo metodo.

Il nome del collaboratore non è stato svelato e i rappresentanti di Apple hanno detto di non avere idea di chi possa essere o quale bug potrebbe essere alla base dell'exploit (ammesso che esista). Gli avvocati della società chiederanno di parlare direttamente con le persone in questione, e vogliono conoscere i dettagli sulla vulnerabilità "se il governo insiste sul tenere aperto il caso". Se il caso finisse per essere archiviato, tuttavia, Apple non potrebbe avanzare alcun diritto su tali informazioni.

All'inizio della vicenda le autorità pubbliche avevano affermato che solo Apple era in grado di sbloccare l'iPhone, sviluppando una versione di iOS ad hoc che non limitasse il numero di inserimenti del PIN, prevenisse la cancellazione dei dati e permettesse l'inserimento automatizzato - in altre parole che rendesse possibile il brute force.

Quasi subito si erano levate diverse voci a dire che non era vero, che il governo volendo avrebbe le risorse necessarie per sbloccare il telefono senza l'aiuto di Apple. In proposito era intervenuto anche l'eccentrico John McAfee, affermando di poter violare la crittografia di Apple in tre settimane.

La vicenda è stata da subito interpretata in chiave politica, come una mossa mirata a rafforzare la posizione del governo sulle aziende hi-tech, nel dibattito sull'apparente dicotomia tra pubblica sicurezza e privacy. Si è affermato più volte, lo ha detto lo stesso capo dell'FBI, che il punto era soprattutto creare un precedente. Un precedente che, a questo punto, non ci sarà; un fatto che Apple potrebbe archiviare come vittoria, insieme a Google, Facebook, Microsoft e altre società che l'hanno sostenuta anche formalmente. Una vittoria incompleta, ovviamente, visto ciò che afferma l'FBI riguardo la possibilità di superare la protezione crittografica di iPhone.