Emergono nuovi importanti dettagli su Flash Fiber, la joint venture di TIM e Fastweb per cablare in fibra (FTTH) 29 città entro il 2020.La diffusione di queste informazioni si deve all'indagine antitrust dell'AGCOM iniziata a febbraio che ha obbligato gli operatori a fornire maggiori spiegazioni sul progetto e soprattutto gli impegni.

"In particolare, l'accordo di co-investimento garantirà: la realizzazione di 2 reti FTTH, con tecnologia GPON perfettamente indipendenti e potenzialmente capaci di soddisfare l'intera domanda del mercato in aree in cui non sono ancora presenti reti FTTH", scrive Fastweb.
"La formulazione da parte di TIM e Fastweb di due offerte wholesale, autonome e disgiunte, di servizi di accesso attivo alla rete in architettura FTTH (ossia il Virtual Unbundling Local Access, c.d. "VULA"); e un'accelerazione molto significativa nella realizzazione di infrastrutture FTTH in una parte importante del Paese".
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Insomma, le città coinvolte saranno quelle oggi prive di copertura fiber-to-the-home. L'offerta sarà rivolta sia ai consumatori finali che agli altri operatori concorrenti (all'ingrosso). Nello specifico i lavori si limiteranno al collegamento dei cabinet con gli appartamenti.

Flash Fiber realizzerà il 37% della copertura entro il 2017, il 76% entro il 2018, il 90% entro il 2019 e il 100% entro il 2020. Nel caso di problemi saranno tollerate fluttuazioni al ribasso di pochi punti percentuali (tra il 5% e il 7%).
Le città del progetto Flash Fiber sono: Torino, Genova, Monza, Bergamo, Brescia, Verona, Trento, Padova, Vicenza, Venezia, Parma, Reggio Emila, Modena, Bologna, Prato, Firenze, Siena, Perugia, Ancona, Roma, Pescara, Napoli, Salerno, Bari, Messina, Reggio Calabria, Catania e Palermo.
"La realizzazione dei verticali farà immediato seguito alla realizzazione della Rete in ogni specifica area e la Società cesserà la propria attività al momento del ritorno sugli investimenti", puntualizza il documento.
TIM e Fastweb hanno confermato anche l'eliminazione del diritto di prelazione sulle risorse di rete eccedenti il loro fabbisogno industriale. Inoltre entrambe formuleranno autonomamente e disgiuntamente a terzi richiedenti offerte wholesale di servizi di accesso. Accetteranno anche l'obbligo di condividere i propri segmenti verticali con soggetti terzi che a loro volta commercializzano segmenti verticali in fibra da essi stessi realizzati - il riferimento è certamente a Open Fiber.
"Per fugare qualsiasi preoccupazione in merito alla circostanza che le imprese possano ostacolare l'accesso dei terzi alla nuova infrastruttura di rete che sarà realizzata da Flash Fiber", Fastweb e TIM ricordano che la condivisione avverrà senza "preventiva consultazione con le società madri".
Non meno importante il fatto che Flash Fiber rimarrà in vita solo fino a quando verranno assicurati il recupero degli investimenti effettuati - per ora fissato a dicembre 2035. Non si impegnerà nelle Aree Bianche a fallimento di mercato e neanche nello sviluppo delle reti con VDSL. Infine saranno previste procedure che escludano la possibilità di condividere informazioni commercialmente sensibili riguardanti i clienti.
"Le misure sopra proposte appaiono dunque idonee a superare le preoccupazioni sollevate dall'Autorità nell'atto di avvio del presente procedimento in ordine ad una cooperazione strutturale, esclusiva e di lungo periodo fra le Parti. Esse possono essere oggetto di immediata applicazione, attraverso una modifica dell'accordo Flash Fiber e dello Statuto della società, e la loro attuazione tempestiva può essere facilmente verificata dall'Autorità", conclude la nota.
Non resta che attentedere il parere dell'Antitrust.
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