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"Fuffa guru" della dieta: come difendersi dalle truffe online?

I "fuffa guru" della dieta spopolano sui social con consigli dannosi. In quest'intervista vi aiuto a capire come riconoscere le truffe e proteggervi.

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Avatar di Andrea Ferrario

a cura di Andrea Ferrario

Editor in Chief

Pubblicato il 28/08/2025 alle 17:30
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Oggi voglio affrontare quella che per me è una piaga, una conseguenza diretta dei social moderni, che hanno sdoganato una lista infinita di "fuffa guru": da quelli che ti dicono come diventare ricco e trasferirti a Dubai, a quelli che ti spiegano come dimagrire 10 kg in mezza giornata. Mi riferisco ai "fuffa guru" delle diete e dell'alimentazione, con tutte queste diete inventate e fastidiose.

Per parlare di questo argomento ho fatto una chiacchierata con due persone: il dottor Giorgio Calabrese, dietologo e nutrizionista che molti di voi conosceranno dato che è spesso ospite in programmi come TG2 Salute, Medicina 33, Porta a Porta e Uno Mattina e non solo, e con la dottoressa Silene Pretto, biologa e nutrizionista, attiva e seguitissima sui social network.

Da una parte, il professor Calabrese rappresenterà una voce più classica, proprio per via del suo percorso professionale e anche per una questione anagrafica, dato che i social sono nati dopo che il professore ha iniziato il suo percorso medico. Dall'altra, Silene Pretto, oltre alla sua attività da nutrizionista, ha anche una forte presenza online con più di mezzo milione di follower su Instagram, di conseguenza sa bene cosa significa essere un'influencer in questo campo.

L'inizio della dieta

Diciamo la verità, io ci sono già passato almeno dieci volte. Da chi vuole perdere peso a chi di perdere peso non ne ha bisogno, ma magari non si piace del tutto e magari, pur essendo magro, vuole migliorare il suo fisico. In ogni caso, abbiamo a che fare con una dieta, con il cambiare il proprio stile di vita. In questo contesto, quali sono gli errori che si commettono e quindi quelli da non fare quando ci si approccia a una dieta?

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Molto spesso si parte da un errore personale del paziente che, guardandosi, non si piace e comincia a pensare che la regola, anche quando non la ritiene equilibrata, sia: "Ho capito di avere 10 kg in più. Ora pasta, pane, riso, frutta, via tutto". Pensa: "Ho capito che tanto questo mi fa dimagrire". Tutti dicono che fa dimagrire, quindi si fida del "tutti dicono", di Internet, del "dottor Google", della parola di una persona qualsiasi.

Ci si affida a persone che, attraverso la comunicazione interattiva sui social, risultano convincenti, senza però porsi il quesito fondamentale: "Questa persona è un medico?". Forse è un biologo? Magari neanche quello. Recentemente, in una trasmissione, avevo di fronte un signore che si trovava in Messico per promuovere la dieta mediterranea italiana, ed era stato anche avallato dalla nostra ambasciata. Questo individuo comincia a parlare e mi dice: "Io ho letto che...". "Mi scusi, ha letto dove?". "Ho letto su internet che...". Allora gli domando: "Lei è medico?". "No". "È biologo?". "No". "È farmacista?". "No". "È tecnologo alimentare?". "No". "È dietista?". "No". Alla fine mi risponde: "Io sono uno che si interessa di alimentazione, leggo tanto, ho visto dei lavori e allora ho capito che devo andare in giro a parlare di questo". È come dico io: è come uno che ha visto una bella casa e, siccome gli hanno detto che è ben fatta, si mette a fare l'ingegnere senza sapere di che cosa parla.

Questo è uno dei grandissimi problemi. E siccome voglio evitare fin da subito critiche verso i miei ospiti, ho ritenuto giusto che fosse la dottoressa Silene Pretto a raccontare il suo percorso di studi, proprio sulla scia di quanto ha detto il professor Calabrese. 

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Io ho studiato Biotecnologie Mediche e ho lavorato per un po' in genetica forense, perché mi piaceva molto anche l'ambito laboratoriale e di ricerca. In quel periodo mi ero appassionata in prima persona a capire come reagisse il mio corpo a un certo tipo di allenamento e di alimentazione. Avendo mio papà un'erboristeria, dove ha sempre trattato il benessere della persona, mi sono detta: "Mi butto, ricomincio a studiare e provo a diventare nutrizionista". Era ancora il 2017, quando questo ambito non era così "di moda" e richiesto come adesso. Ho iniziato a usare i social un po' per caso, perché a quell'epoca non c'era praticamente nessuno, o almeno io non conoscevo nessuno, che li utilizzasse per dare informazioni o pubblicare ricette come quelle che pubblico io. Quindi, ho iniziato un po' per gioco.

Influencer a tutti i costi

C'è una distinzione: c'è chi usa i social per fare informazione o divulgazione, e chi sta sui social unicamente per attrarre pubblico, per diventare famoso, per fare soldi. E questo è un grave problema, perché per i numeri ci si spinge a dire e a fare cose che spesso sono sbagliate. In questo momento ci sono anche persone che, pur di fare numeri, dicono cose che sanno non andare bene, ma lo fanno affinché il video diventi virale e crei engagement, affinché, nel bene o nel male, se ne parli. 

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Mi rendo conto che le persone a volte fanno fatica a capire a chi credere, perché sentono una persona dire una cosa e un'altra affermare il contrario. Purtroppo, per chi non possiede determinate conoscenze, è veramente difficile capire chi ascoltare. E quando si parla di diete, di alimentazione, ma anche di finanza, ad esempio, tutto diventa molto più sensibile e rischioso. Soprattutto perché non è solo questione di dire cose pericolose, ma perché parlare in maniera così generale di nutrizione, a quanto pare, ha poco senso.

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Non esiste la dieta perfetta per tutti, esiste casomai la dieta perfetta per te. Che significa? Che ci vuole qualcuno a cui hai portato la stoffa, che ti prende le misure e, alla fine, dopo aver confezionato l'abito, ti dice: "La sua taglia è la 48". Ma lo dice dopo averti misurato, non prima. Se invece andiamo nel prêt-à-porter e vendiamo a tutti la taglia 48, che tu sia alto 1,95 m o 1,42 m, siccome il tuo peso è da taglia 48, avrai le maniche molto lunghe o molto corte, i pantaloni alla zuava, ma sarà sempre la stessa taglia.

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Ci sono delle indicazioni di base che si sa possano andar bene per tutti. Ad esempio, avere un'alimentazione "pulita", nel senso di qualità, con alimenti di qualità; cercare di fare una spesa intelligente; limitare i prodotti confezionati; utilizzare frutta e verdura di stagione. Queste cose, di base, è ovvio che vadano bene più o meno per tutti. Però, anche mangiare tanta frutta e verdura non è una cosa che può andare bene per chiunque. Se io ho un problema a livello intestinale, una disbiosi o un'infiammazione, esagerando con frutta e verdura sto peggio. Quindi, la nutrizione va sempre personalizzata in base alla persona e ai suoi obiettivi. È come un medicinale: c'è il foglietto illustrativo che elenca una serie di controindicazioni, ma non è che assumendo quel farmaco le avrò tutte. Magari io non ho niente, un'altra persona avrà mal di testa, un'altra mal di stomaco. C'è sempre l'eccezione. Quindi, anche una dieta che indicativamente potrebbe andare bene per molte persone, non è detto che vada bene per tutti.

I consigli sbagliati

Cerchiamo di dare un valore alle conseguenze dei consigli sbagliati. Mi riferisco a quella persona che va sui social, si trova davanti il presunto nutrizionista o chi si definisce tale, che magari indossa anche un bel camice bianco, e si sente dire: "Mangia solo cavoli per una settimana e vedrai che perdi 10 kg".

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E uno lo fa, perché è ingolosito da questo strepitoso risultato che quel "fanta-nutrizionista" gli sta paventando. Il fai-da-te, che può essere come la vecchia dieta letta sulla rivista estiva "perdi 5 kg in 5 giorni", porta sempre a questo. Cento persone la provano e va bene, venti la provano e va malissimo. E non puoi mai saperlo. Quindi, se si hanno dei dubbi, è sempre meglio rivolgersi a un professionista.

Dobbiamo essere estremamente chiari: ci sono persone che vogliono diventare ricche ma non vogliono lavorare, e fanno le rapine. Se gli va bene, hanno i soldi in tasca, ma 90 volte su 100 li scoprono e vanno in galera. È la stessa cosa per la dieta proposta d'istinto. C'è gente che, pur di non seguire una dieta con tutti i dettami scientifici, si mette in campo e segue un regime: "Mi piace la chetogenica, mi piace l'iperproteica, mi piace la dieta del limone". Si sente dire che quell'attrice l'ha fatto, che Elon Musk ha usato le punture dimagranti o le pillole dimagranti: il concetto di fondo è questo. Ma se io ho la broncopolmonite, da chi vado? Mi curo su internet o vado dallo pneumologo, o almeno dal mio medico di famiglia, dallo specialista che mi cura, mi prescrive le terapie e poi mi controlla? Se io affronto una dieta pensando che sia un discorso che può andare bene per tutti, è come curare la broncopolmonite da soli: non guarirai mai, anzi, andrai a peggiorare. Bisogna stare sempre molto attenti. La dieta è un atto medico, fatto da medici, che può essere poi elaborato, sotto il giudizio di un medico, anche da un biologo, un dietista, un tecnologo alimentare o altre figure competenti.

Ho voluto che entrambi i miei ospiti specificassero il valore di capire da chi stiamo ricevendo un consiglio, ma ora io voglio avere indicazioni chiare sulle conseguenze di quei consigli. Le nostre mogli, figlie, sorelle, amiche fanno una dieta e poi dicono: "È da tre mesi che non ho le mestruazioni". "Ma cos'hai? Sei incinta?". "No".

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È successo che quell'alimentazione ha fatto abbassare la quota di massa grassa che serve al progesterone per far scattare il ciclo mestruale, portandola sotto la soglia del 20-22%, per cui non arriva. Anche negli uomini ci sono conseguenze: perdi i capelli, non hai più voglia di vivere, sei depresso, hai le occhiaie, eppure cerchi di fare ginnastica. Una volta giocavamo a pallone, tutti noi del gruppo, facevamo un'ora e mezza di partita, poi l'allenamento. Ora si sente dire: "No, ragazzi, io non posso venire, non mi sento, non sono in grado". Poi, magari, insistendo, fa la partita. Dopo dieci minuti dice: "Ragazzi, devo smettere, perché le gambe sono diventate un legno". Sono problemi che riguardano noi maschi tanto quanto le donne.

Le mode del momento

I social hanno un fantastico pregio e difetto allo stesso tempo: sono in grado di creare mode passeggere, e sono proprio queste mode le peggiori nell'amplificare i danni che possono fare. Perché se un influencer, o un aspirante tale, scopre che oggi va di moda parlare della dieta X, allora farà un video sulla dieta X. E così, tutta quell'informazione, o spesso disinformazione, si amplifica tra gli influencer e raggiunge un sacco di persone. Lo faccio anche io, se c'è un trend su un argomento specifico, cerco anch'io di fare un video a riguardo. Ma prima di farlo mi pongo una domanda: "Sono in grado di aggiungere del valore a quell'argomento?". Se la risposta è sì, o credo che lo sia, mi faccio una seconda domanda: "Sono d'accordo con quello che si dice oppure no?". Perché l'obiettivo è fare un contenuto formativo e informativo, non un video populista che segue la massa solo per fare visualizzazioni.

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Ci sono dei periodi in cui vanno di moda certe cose. Ad esempio, il periodo in cui va di moda la dieta chetogenica, quindi tutti i carboidrati fanno male e devi eliminarli. La dieta chetogenica è una buona dieta, ma non è una dieta da fare a caso, e soprattutto è una dieta che spesso viene usata come terapia in alcuni casi particolari. Se io ho due chiletti da perdere, o soprattutto se sono un ragazzo o una ragazza adolescente che ha bisogno di energie e di carboidrati per l'attività fisica e per il cervello, non posso fare una dieta chetogenica a caso. Quello che non mi piace sui social sono le persone che demonizzano particolari nutrienti o che vendono il miracolo, perché il miracolo non esiste e non c'è nessun alimento di per sé da demonizzare. Ci sono degli alimenti che, come sappiamo tutti, è meglio limitare, e ci sono alimenti che ci fanno meglio. Io, considerando anche il fatto che i disturbi alimentari stanno diventando sempre più frequenti, soprattutto nei ragazzi giovani, voglio sempre cercare di far passare il messaggio che non c'è niente che ci faccia male a prescindere. È sempre la dose che fa il veleno. Se bevo alcol tutti i giorni, è ovvio che mi faccia male, ma se mi faccio un aperitivo ogni tanto con gli amici, non succede assolutamente nulla.

Oltretutto, ultimamente anche i ragazzi stanno avendo tanti problemi in questo senso, mentre prima la problematica dei disturbi alimentari era sicuramente molto più frequente a livello femminile. Negli ultimi anni, anche i ragazzi stanno iniziando a cadere in questo brutto campo, ed è davvero preoccupante. Sicuramente, soprattutto in età di crescita, in età adolescenziale, seguire certe diete troppo estreme o iniziare a farsi problemi per l'alimentazione, o restringere eccessivamente per cercare di seguire modelli irrealizzabili proposti sui social, è molto grave. Si può bloccare la crescita, si possono avere problemi a livello ormonale, l'ossatura non si sviluppa in modo adeguato. Soprattutto sulle ragazze, se si sono già sviluppate e il ciclo poi si blocca, si va in amenorrea. Io seguo delle ragazze che soffrono di disturbi alimentari e non è facile. Per quanto siano consapevoli del fatto che, per una questione di salute, hanno bisogno di recuperare peso e un buon rapporto col cibo, certi pensieri e meccanismi sono davvero ardui da superare. Quindi, serve sicuramente anche un supporto psicologico, ma non è una passeggiata riuscire a eliminare certi pensieri.

Voglio andare oltre, perché questo è un punto delicato e molto importante. Dottoressa Pretto, quali sono oggi, secondo la sua esperienza e la sua attività, le problematiche più diffuse legate all'alimentazione?

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Di base, la problematica più diffusa è sempre l'anoressia o l'anoressia nervosa. Poi c'è anche l'ortoressia, che sarebbe l'ossessione per l'alimentazione sana. In pratica, mi faccio in testa una lista di alimenti che per me sono sani, e qualsiasi altro alimento al di fuori di questa lista mi crea paura, terrore. Ci sono ragazzi che anche al supermercato hanno paura se gli passa accanto qualcuno con un sacchetto di patatine, perché temono la "contaminazione" anche solo per la vicinanza. Lì capisci che, a livello mentale e psicologico, hanno un disagio profondo che gli rovina non solo il rapporto col cibo, ma anche il semplice godersi la vita, la loro età. Poi, in questi ultimi anni, sono molto presenti anche la bulimia o il binge eating, che sarebbe il mangiare incontrollato, una sorta di fame nervosa. Il binge eating è il mangiare incontrollato senza compensazione, mentre la bulimia è il mangiare incontrollato seguito da forme di compensazione, come il vomito o l'assunzione di lassativi.

Le diete fantasiose

C'è da considerare il fatto che voi che leggete questo articolo potreste non essere al corrente di alcune diete che esistono là fuori, e probabilmente altre ne sono nate tra il momento in cui ho intervistato i miei ospiti e la pubblicazione di questo articolo. Per darvi un'idea, ho sottoposto alla dottoressa Silene e al dottor Calabrese alcune delle diete che hanno imperversato sui social e ho chiesto loro di darmi un'opinione. Iniziamo con la Baby Food Diet, cioè una dieta a base di omogeneizzati.

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Non commento. Alcune le scopro anch'io per caso, perché ci sono delle mode che non ho mai sentito neanche io. Ecco, serve molto alle aziende che producono gli omogeneizzati.

Passiamo alla dieta della zuppa di cavolo: sette giorni in cui si mangia soltanto zuppa di cavolo, preferibilmente piccante, che promette di perdere anche fino a 5 kg alla settimana.

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Magari li perdi anche 5 kg, però non sono 5 kg effettivi. Quando fai queste diete dove praticamente non mangi niente, perdi principalmente liquidi e anche massa magra. Nel momento in cui torni a mangiare normalmente, i 5 kg li recuperi subito, e anche di più.

Digiuno intermittente. Questo l'ho fatto anche io per molto tempo e ho avuto dei benefici, ma vediamo cosa ci dicono.

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Sì, può avere senso. È una strategia nutrizionale che su alcune persone può essere molto utile, soprattutto se una persona ha degli orari di lavoro particolari o esigenze specifiche anche a livello di salute. Però va fatta bene: nella finestra in cui mangio, devo comunque mangiare secondo le mie esigenze. L'esempio che faccio sempre è quello delle tante persone che saltano la colazione. Magari cenano alle 8 di sera e non mangiano niente fino all'una del giorno dopo, perché per lavoro la mattina non fanno colazione né spuntini. Tantissime persone fanno così. In realtà, è come se facessero già un digiuno intermittente, perché passano 16 ore senza mangiare e mangiano in una finestra di 8 ore. Ma non tutte queste persone che saltano la colazione sono magre, no? Quindi non è la strategia nutrizionale miracolosa per dimagrire, è una strategia che però va applicata nel modo corretto.

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È vero che se salto un pasto tolgo delle calorie, ammesso che io stia seguendo una dieta. Ma se io ho un'alimentazione normale da 10.000 calorie, che calo faccio? Nessuno. Quindi bisogna organizzare questo discorso ad personam, ma con un medico dietro che capisca, ad esempio, che quel paziente non è predisposto al diabete, perché potrebbe andare in chetosi diabetica.

E i digiuni prolungati di 24 ore o più hanno qualche senso?

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Ci sono alcuni studi che suggeriscono che fare ogni tanto dei digiuni di 24 ore possa essere utile per questioni di longevità, abbassamento dei radicali liberi, metabolismo, eccetera. Sembra che ogni tanto fare un giorno di digiuno possa essere una cosa utile, però è una pratica ancora in fase di studio.

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Servono soltanto quando, come me, siamo molto cristiani, molto cattolici, o durante il Ramadan. Io non faccio un discorso solo religioso, perché sono cristiano ma rispetto tutte le religioni, e ognuna ha la sua forma di digiuno che io rispetto. Non lo condivido se protratto per più di un giorno, ma fa parte di una scelta morale, etica e religiosa. Invece, ci sono le cliniche del digiuno. Una volta si diceva "vado a mangiare da Beck", mi costa 500€ e ne valeva la pena perché era un tre stelle, un grande chef. Se vado in un posto dove non mangio e pago 500€, poi me lo spiegate che cosa vuol dire.

Ferry: Ed eccoci alla dieta carnivora: un'alimentazione a base di carne, uova e derivati, senza vegetali né carboidrati.

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È la dieta Paleo. Si basa sul concetto che noi uomini siamo nati cacciatori e quindi il nostro corpo sarebbe progettato per digerire solo questi tipi di alimenti. Il problema è che si tratta di una dieta basata su grassi saturi, carne rossa e cibi simili, che tutti gli studi indicano come dannosi. Quindi, io sicuramente non consiglio una dieta carnivora. Quando mangi solo quello, arriverà un momento in cui ti si altereranno il colesterolo, i trigliceridi, gli acidi urici, e avrai problemi di pressione a causa dell'eccesso.

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Posso ricordare che durante il Paleolitico la gente moriva a 24 anni, e noi oggi viviamo fino a 89? Ma che dieta Paleo dobbiamo fare?

E come non menzionare la famosissima dieta del gruppo sanguigno, secondo cui in base al proprio gruppo sanguigno si dovrebbero mangiare solo determinati alimenti.

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Che io sappia, non ci sono particolari evidenze scientifiche che dimostrino che funzioni o che sia particolarmente attendibile.

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Negli ultimi studi che ho fatto è emerso che non esiste solo il gruppo AB0, ci sono almeno otto tipi di gruppi sanguigni. Solo perché una persona ha il gruppo A, e io sono del gruppo A come mia madre e mio padre... io assomiglio molto a mia madre e quindi dovremmo mangiare allo stesso modo? Ma di che stiamo parlando? È prendere in giro la gente.

E c'è anche la dieta alcalina, secondo cui bisogna assumere solo cibi alcalini perché quelli acidi non andrebbero bene, creerebbero problemi e sarebbero meno sani.

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Diciamo che se una persona ha problemi di reflusso, gastrite, eccetera, sicuramente deve cercare di evitare alimenti acidi. Ma per il resto non serve.

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Il concetto è che il nostro organismo, ad esempio nel sangue, deve avere un pH di 7.3-7.4, il che significa che siamo verso l'alcalinità. Ma se lei abbassa il pH da 7.3 a 7.2, tutti dicono "si è acidificato il sangue". Non è vero, siamo ancora in alcalinità, solo che c'è un limite minimo e uno massimo da rispettare. Il bicarbonato serve quando c'è un eccesso di acido cloridrico, ma se abbiamo pochissimo acido cloridrico e aumentiamo il bicarbonato, danneggiamo ancor di più lo stomaco.

E ovviamente c'è la dieta del succo di frutta, in cui bisogna bere solo succhi di frutta con lo scopo di "disintossicare" il proprio corpo. È una sorta di digiuno di qualche giorno.

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Quindi si prendono solo questi succhi che contengono frutta e verdura, che magari vanno a lavorare sul benessere del fegato. Si fanno questi cinque giorni, non so quanti siano, di fame atroce. Ovviamente si perde peso perché non si mangia niente, si perdono liquidi, come dicevo prima. E il rischio è che, appena si ricomincia a mangiare normalmente, tutto quello che si è perso lo si recupera.

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Beh, io penso che quelli che producono succhi di frutta siano assolutamente d'accordo. Io sono d'accordo con loro, almeno guadagnano di più.

I superfood, quindi l'assunzione di alimenti considerati super nutrizionali come semi di chia, avocado, spirulina e altri.

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Sì, ci sono degli alimenti che sicuramente contengono nutrienti molto importanti e sani, però vanno sempre utilizzati nel giusto contesto e con le giuste quantità. Se io mi abbuffo o esagero anche con le quantità delle cose sane, non va bene.

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È chiaro che ci sono cibi che contengono una sostanza importante. Però c'è una barzelletta che si racconta sempre, e che a Porta a Porta ogni tanto fa ridere Vespa. Quando mi dice: "Ma scusa, dicono tutti che se hai la pressione alta e mangi dell'aglio, ti si abbassa", io rispondo: "È vero, basta mangiarne un camion al giorno".

La dieta dei cinque pasti: si dice che fare mini-spuntini sia il modo perfetto per mantenere il metabolismo sempre attivo e quindi bruciare di più, dimagrendo o mantenendo il peso.

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No, quello non ha senso, è una strategia vecchia. Si pensava che mangiare più volte durante il giorno potesse mantenere il metabolismo più attivo. In realtà, ogni volta che mangio il metabolismo si attiva, ma si attiva sicuramente di più quando faccio pasti più importanti. Se mangio una mela, si attiva di un tot; se mangio una pizza, si attiva molto di più per poterla digerire. In realtà, quello che conta è quanto mangio nell'arco della giornata, la qualità e la composizione dei pasti, non la frequenza. Anche qui, ci sono persone che hanno bisogno di mangiare più volte al giorno e persone che, invece, hanno bisogno di mangiare di meno.

Alternare cibi cotti e crudi, per alcuni, è un modo per ottimizzare la digestione, e quindi si dovrebbe creare una dieta basata unicamente su questa alternanza.

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Non è vero. Abbiamo incominciato a migliorare la nostra salute quando l'uomo scoprì il fuoco. Più si utilizza il fuoco, il cotto, meno batteri si hanno. Mangiando molto crudo, si possono incontrare vermi, batteri, virus, funghi... non va bene.

Altro cavallo di battaglia di moltissimi, arriviamo alla dieta chetogenica, quella estrema. Per molti influencer, nutrizionisti o presunti tali, questo è l'unico vero modo per perdere peso e bruciare grassi.

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La dieta chetogenica funziona e fa perdere peso molto velocemente, ma non è una dieta strutturata per essere mantenuta come stile di vita. Secondo me, l'obiettivo finale è sempre quello di trovare un'alimentazione che possa essere mantenuta come stile di vita. In alcuni casi, soprattutto se una persona ha veramente tanto peso da perdere, ha problemi di diabete, lipedema, problemi a livello della circolazione o del sistema linfatico, o soffre di emicrania, la dieta chetogenica può essere la soluzione ideale, specialmente all'inizio. Poi andrebbe intervallata con periodi di dieta low carb o mediterranea. Però, come dicevo prima, applicare la dieta chetogenica a tutti non ha alcun senso. Ad esempio, io, che non ho problemi di peso e faccio attività fisica, non sento il bisogno di fare una dieta chetogenica; seguo una dieta mediterranea.

Dopo questa carrellata, e spero anche qualche risata da parte vostra, chiudiamo come al solito con un consiglio, due in questo caso, per chiunque oggi si stia avvicinando a una dieta, sia per l'approccio con la dieta stessa, sia su dove prendere informazioni.

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Non esiste una metodica che faccia dimagrire per tutti; esistono metodi che si basano su un'idea. L'altro ieri, a Uno Mattina, parlavo di sarcopenia, il muscolo che si depaupera perché non si mangiano più proteine, non ci si muove, si mangiano solo verdure. Questo è un punto che dobbiamo sottolineare: dobbiamo seguire un regime alimentare, che non è una dieta uguale per tutti. Lei, ad esempio, è un bellissimo ragazzo, un manager, un direttore che fa tante cose, magari ha la fidanzata, la moglie, e deve andare a cena fuori. Lei deve comunque mantenersi in una condizione consapevole. "Domani sera siamo da Giovanna, dopodomani a pranzo da Alessandro, abbiamo tre pasti importanti di seguito". Bene, stasera mangiamo solo verdure. Questa regola non c'è scritta in nessun libro, è una questione di buon senso. Però, questo buon senso deve essere gestito da un professionista nel momento in cui lei ha la glicemia alta, la pressione alta, problemi di acido urico, gotta o diabete. Allora deve farsi seguire. Quello che dico ai miei pazienti è: "Professore, ma se il sabato sera ho una cena con i miei figli e la domenica a pranzo da mia suocera, come faccio?". Non c'è problema. Il sabato a pranzo mangi solo verdure e un frutto. Il sabato sera assaggia tutto quello che le offrono. Lo stesso la domenica. Poi, domenica sera e lunedì a pranzo, torna a mangiare solo verdure e un frutto. Questo non la fa dimagrire, ma la mette in condizione di limitare i danni.

La responsabilità degli influencer

Avere tanta visibilità sui social ci porta ad avere anche una grande responsabilità. Chiunque abbia un po' di visibilità raggiunge tantissime persone e deve rendersi conto che può arrivare anche a chi sta vivendo un momento di fragilità. Quindi, per quanto non sia mai detto che una persona capisca al 100% quello che dico, perché tutto può essere travisato o interpretato in modo sbagliato, l'obiettivo di chi sta dietro la videocamera è comunque quello di far passare il messaggio giusto, concetti che possano essere positivi per le persone.

La responsabilità è quella di creare contenuti che non possano avere un risvolto negativo sulla gente. Qui, sicuramente, i creator devono mettersi una mano sulla coscienza e dire: "Ok, lo faccio per una questione lavorativa, ma anche per cercare effettivamente di aiutare le persone, e non semplicemente per avere alti numeri, fare engagement o creare il video virale". Dall'altro lato, l'utente deve cercare di essere critico, di capire chi sono le persone che stanno effettivamente cercando di far passare i messaggi giusti. Deve capire che, anche se sente una cosa sui social, non è detto che sia vera, e che se ha problematiche o esigenze particolari, gli conviene sicuramente farsi seguire da un professionista piuttosto che prendere un consiglio qua e uno là e mettere insieme qualcosa che può essere anche pericoloso per la salute. 

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