Fujifilm X-Pro1, impressioni iniziali e primi scatti

Abbiamo avuto modo di provare per qualche tempo la Fujifilm X-Pro1. Ecco le nostre impressioni iniziali e i primi scatti.

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a cura di Alberto De Bernardi

Introduzione

Abbiamo avuto modo di provare per qualche tempo la Fujifilm X-Pro1, mirrorless a ottiche intercambiabili dalle ambizioni professionali e dallo stile retrò.

Vogliamo darvi le nostre prime impressioni e pubblicare le prime immagini prodotte con l'ottica Fujinon XF 60mm F2,4 Macro utilizzata nel corso del nostro test. Abbiamo voluto completare il quadro aggiungendo anche alcune immagini catturate con le altre due ottiche oggi disponibili - Fujinon XF  18mm F2 R e Fujinon XF 35mm F1,4 - a opera dei professionisti Fujifilm.

Rimandiamo alla notizia pubblicata a questo indirizzo per alcuni dettagli tecnici, e alla successiva recensione per l'analisi completa del prodotto.

Primo contatto

La X-Pro1 si presenta con un corpo macchina squadrato e spigoloso, che richiama il design delle Leica M. Il modo d'uso è quello delle fotocamere analogiche pre-elettronica, e prevede solo i 4 programmi basilari PASM. Niente modalità "intelligenti" né Scene predefinite.

La ghiera dei diaframmi si trova sull'obiettivo, quella dei tempi sulla parte superiore del corpo macchina; selezionando su entrambe le ghiere la posizione automatica A si ottiene l'automatismo completo, equivalente al programma P, mentre lasciando una delle due, o entrambe, su un valore prefissato, si lavora in priorità di tempi, di diaframmi o in manuale. Niente di più semplice.

La prima cosa che notiamo, impugnando la X-Pro1, è che il corpo non è particolarmente compatto: circa 140x82x43mm, accentuati dalle forme squadrate. Probabilmente qualcosa più del necessario, ma le dimensioni sono le stesse della Leica M9-P (un caso?!?), e il peso - 450 grammi -  è inferiore di 150 grammi al modello tedesco.

Non si direbbe al primo sguardo, ma nonostante l'impugnatura non pronunciata la X-Pro1 si afferra bene e restituisce un ottimo feeling, grazie alla buona scelta di materiali e alla piacevole risposta dei comandi sul corpo macchina.

Una volta accesa, l'attenzione viene catturata dai due display ad altissima risoluzione: quello posteriore, da 3 pollici da ben 1.23 milioni punti, e quello integrato nel mirino ibrido ottico/elettronico battezzato Multi Hybrid, che fa ancora meglio arrivando a 1.44 milioni di punti (800x600 pixel).

Il display posteriore non delude mai, e nemmeno il mirino elettronico - uno dei migliori oggi disponibili. La modalità ibrida, però, ha luci e ombre. Molto piacevole da usare, persino divertente, offre il vantaggio di mantenere in sovrimpressione tutte le informazioni salienti di scatto con la rapidità di un vero mirino ottico. Il fatto però che la X-Pro1 sia una fotocamera a ottiche intercambiabili complica le cose e, nonostante Fujifilm abbia fatto il possibile per rendere pratica la modalità ottica introducendo un doppio fattore di ingrandimento, nutriamo seri dubbi sulla possibilità di usare agevolmente teleobiettivi "spinti" come il 200mm di prossima introduzione - la cornice di ritaglio che indica la porzione di scena effettivamente coperta risulterebbe davvero troppo piccola.