Prestazioni (continua)

Test X-T10: versione semplificata della X-T1, già provata da Tom's, abbina ad un design volutamente retrò una cura costruttiva ed una qualità dell'immagine ai vertici della categoria grazie al già noto sensore APS-C X-Trans CMOS II.

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a cura di Tom's Hardware

Prestazioni (continua)

La prova dell'autofocus è quella che ci ha incuriosito più di tutte le altre, proprio perché il costruttore dichiara dei miglioramenti rispetto alla X-T1, che non ci aveva del tutto convinto.

Cominciamo a dire che la X-T10 offre sei sistemi di MAF:

  • AF-S + Punto Singolo. Si può scegliere uno dei 49 punti di MAF e selezionare la dimensione dell'area su cinque diversi livelli.
  • AF-S + Zone. Una novità introdotta con la X-T10. Si può specificare un'area di 3 x 3, 3 x 5 o 5 x 5 punti, a rilevamento di fase.

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L'area di messa a fuoco a zone su una griglia di 3 x 5 punti

  • AF-S + Wide/Tracking. Sono usati tutti i 77 punti di MAF a rilevamento di contrasto, per soggetti con movimenti moderati.
  • AF-C + Punto Singolo, ideale per riprendere un soggetto in movimento che si dirige o si allontana dalla fotocamera.
  • AF-C + Zone, permette di seguire il soggetto selezionando un'area ben precisa.
  • AF-C + Wide/Tracking, ideale per seguire un oggetto che si muove in maniera imprevedibile.

Nel modo SR Auto si attiva automaticamente anche il face detector, che altrimenti può essere disabilitato manualmente dall'utente.

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In modalità singola, la messa a fuoco è accurata, sebbene non così veloce come le specifiche lascerebbero presupporre. Come sulla X-T1, ciò che crea un minimo di latenza è la ricerca del fuoco, cioè al momento in cui si preme il pulsante di scatto può capitare che l'algoritmo di rilevamento del contrasto insegua il punto di messa a fuoco fino a quando lo trova e si blocca. In condizioni di buona illuminazione il fenomeno è meno evidente, ma negli altri casi si manifesta, soprattutto se si utilizza il punto di messa a fuoco singolo. Gli inglesi definiscono propriamente questo fenomeno fluttering, fluttuazioni appunto, mentre quando l'area di MAF è multipla i punti adiacenti agevolano l'operazione.

Qualche problema in più sorge con la messa a fuoco continua, dove negli scatti in sequenza con il soggetto in avvicinamento verso la fotocamera l'autofocus sgancia se non si tengono presenti alcuni accorgimenti fondamentali, che sono: disabilitare il face detector e il risparmio di energia, selezionare il sistema di MAF AF-C + Zone (per permettere il funzionamento combinato con il sistema di MAF a rilevamento di fase e di contrasto), mettere la macchina in pre-focusing.

Adottando questi accorgimenti ed impostando lo scatto continuo lento (CH) e la messa a fuoco continua, abbiamo ripreso una serie di raffiche su un soggetto in movimento rettilineo perpendicolare al piano del sensore (quindi verso la fotocamera) a velocità relativamente bassa, ottenendo una percentuale di fotogrammi perfettamente a fuoco attorno all'88%. Un risultato molto buono, che dimostra come il nuovo firmware 4.0, adottato ora anche sulla X-T1, sia di fatto efficace e rappresenti un notevole miglioramento rispetto alle versioni precedenti.

Nel caso di soggetto con movimento invece a zig zag, la percentuale di scatti a fuoco in una raffica lenta è di circa il 75%, quindi 3 su 4. Il sistema d'esposizione TTL a 256 zone si è sempre comportato in maniera affidabile, con solo una leggera tendenza alla sottoesposizione utilizzando la misurazione valutativa, che avevamo già rilevato con la X-T1; teniamo però conto del fatto che si può ricorrere all'istogramma della luminosità, quando si ha tempo, per la composizione.

La foto seguente mostra la differenza fra misurazione multi, spot e media.  

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I tre sistemi esposimetrici della X-T10 a confronto. Si noti la sottoesposizione generale nella misurazione spot sul tronco dell'albero

Abbiamo accennato alla gamma dinamica: la X-T10, come le altre macchine del costruttore giapponese, è dotata di una funzione denominata DR, Dynamic Range, che permette di variare la stessa in funzione del contrasto. Valori più alti sono raccomandati per scene che includono sia la luce solare sia profonde zone d'ombra, ritratti scattati su sfondo molto luminoso e oggetti bianchi, tipo abiti da sposa ecc, in cui si vogliono preservare i dettagli. I valori impostabili sono AUTO, 100%, 200% e 400%. Di seguito, alcuni esempi dell'effetto ottenuto cambiando questo parametro:

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DR, Dynamic Range, tre regolazioni possibili + AUTO

Highlight Tone e Shadow Tone permettono inoltre la regolazione fine del contrasto per le alte luci e le zone d'ombra, agiscono quindi selettivamente per evitare, rispettivamente, che si saturino le alte luci e si perdano i dettagli nelle zone d'ombra.

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Al centro l'immagine standard, a sinistra Highlight Tone a -2 e a destra Shadow Tone a +2: notare la variazione dell'istogramma

L'HDR non è stato previsto.

Infine, come accennato nell'introduzione, la macchina è dotata di convertitore RAW in camera. La conversione dei dati RAW non prende solo in considerazione la compensazione dell'esposizione, il bilanciamento del bianco e altre impostazioni di controllo della qualità delle immagini, ma consente anche di applicare la modalità Film Simulation nel convertitore. Si noti però che la possibilità di scattare in RAW non è disponibile per tutti i modi di scatto e le impostazioni.