Impressioni d'uso

Test X-T10: versione semplificata della X-T1, già provata da Tom's, abbina ad un design volutamente retrò una cura costruttiva ed una qualità dell'immagine ai vertici della categoria grazie al già noto sensore APS-C X-Trans CMOS II.

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a cura di Tom's Hardware

Impressioni d'uso

La X-T10 è caratterizzata da un corpo macchina piuttosto compatto e da quel design volutamente retrò che tanto piace agli affezionati del marchio e non solo. Una volta estratta dalla confezione e montato lo zoom Fujinon18-135 fornito in kit, si apprezza subito la corretta disposizione dei comandi, con il pulsante di scatto che cade naturalmente sotto l'indice e il pollice sulla ghiera posteriore. Il peso dell'obiettivo tende a sbilanciare leggermente il complesso in avanti, il che rende indispensabile l'impugnatura con la mano sinistra che sorregge l'obiettivo da sotto. Il grip è abbastanza buono, ma è preferibile evitare di tenere la macchina con la sola mano destra, perlomeno con questo obiettivo.

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La cura costruttiva e la qualità delle finiture è un plus che caratterizza tutta la produzione Fujifilm e la differenzia dalla media dei concorrenti. Quest'aspetto ha un'influenza positiva sul potenziale cliente, che ha la percezione "tattile" ed immediata di trovarsi di fronte ad un prodotto di alta qualità, che certamente manterrà nel tempo un certo valore anche sul mercato dell'usato. La nostra guida all'acquisto delle mirrorless ha già messo in evidenza questo aspetto. 

Cominciando a utilizzare la fotocamera, emergono le prime particolarità/differenze rispetto ai prodotti concorrenti: la prima è la mancanza della classica ghiera dei modi di cui abbiamo già parlato nel nostro video.

Altamente personalizzabile il corpo macchina grazie all'utile possibilità d'assegnare sette differenti funzioni ad altrettanti tasti, quattro dei quali sono quelli del multi-selettore posteriore; bisognerà fare solo un po' d'esercizio mnemonico per ricordarsele. Di default, il tasto DOWN è preposto allo spostamento della cornice di messa a fuoco nella posizione voluta all'interno di una matrice di 49 punti. E' anche possibile variare l'ampiezza di tale cornice, in modo da coprire un'area più o meno estesa. Il tasto UP è per il bracketing ed i filtri avanzati (modi scena ed effetti speciali combinati assieme), LEFT per la simulazione del film e RIGHT per il modo flash.

Il sistema di menu è piuttosto intuitivo, mentre l'immancabile tasto Q (Quick Menu), ormai adottato praticamente da tutte le fotocamere, fornisce a colpo d'occhio una visione d'insieme di tutti i parametri.

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Ci sono piaciute le ampie possibilità di customizzazione della sensibilità, poiché oltre al limite massimo si può scegliere il tempo minimo di otturazione e ciò è molto utile nell'utilizzo quotidiano. Non tutte le macchine di fascia media offrono questa possibilità.

Ampio, luminoso e dai colori brillanti è l'EVF real time, dotato di controllo di luminosità automatico, che si adatta automaticamente al tipo di scena e alla velocità cui l'occhio umano si adegua ai cambiamenti nella luminosità.

La livella elettronica resta visibile anche durante la ripresa dei filmati, un vantaggio per mantenere la camera parallela all'orizzonte.

Il monitor posteriore da 3" è caratterizzato da un ottimo angolo di visione, benché sotto la luce diretta del sole la visibilità non sia ottimale anche mettendo al massimo la luminosità. La possibilità di angolarlo secondo diverse posizioni ne aumenta la versatilità d'utilizzo, ma non è possibile orientarlo completamente. Inoltre, su una fotocamera del genere, non ci sarebbe dispiaciuto il controllo touch.

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L'otturatore è molto silenzioso e fa di questa macchina uno strumento discreto con cui fotografare e ciò torna utile in molte situazioni in cui è preferibile non essere troppo "in vista".

Il flash ha una potenza limitata, il numero guida è 5 a ISO 100 e 7 a ISO 200. Può essere utile per schiarire dei soggetti in controluce, mentre se usato nella maniera tradizionale bisogna tener conto di qualche ovvia limitazione.

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La durata della batteria è nella media per una mirrorless; il costruttore dichiara 350 scatti, ma nell'uso pratico sono meno. Raccomandiamo di acquistare una batteria di scorta.

Detto questo, non resta che parlare della qualità dell'immagine, l'aspetto per cui le Fujifilm sono famose, a maggior ragione quelle dotate di sensore X-Trans CMOS II. Bene, da questo punto di vista, possiamo affermare che la XT-10 riprende pari pari le caratteristiche della X-T1 e quindi è in grado di competere con le fotocamere full frame di media risoluzione, confermando quanto il costruttore ha in più di un'occasione sottolineato.

Grazie alla combinazione vincente del rivoluzionario sensore senza filtro passa-basso, del processore EXR-II e delle ottiche Fujinon, l'immagine prodotta mostra un dettaglio, una pulizia e soprattutto un'assenza di rumore a tratti sorprendente per un sensore formato APS-C.

Notevole anche la resa cromatica. Proprio per questo, consigliamo di sfruttare al massimo le potenzialità della macchina abbinandola possibilmente ad ottiche fisse, anche se comunque le prestazioni dello zoom fornito in kit sono di buon livello per essere un all in one.  

E il comparto video? Beh, innanzitutto, come tutte le mirrorless durante la registrazione dei movie si può contare sull'ausilio dell'autofocus; l'obiettivo è dotato di un motore silenziosissimo e di questo ne trae vantaggio l'audio durante le riprese. Il movimento del motore di messa a fuoco è progressivo ma purtroppo, pur adottando le medesime precauzioni già viste in precedenza per l'autofocus nelle still picture, la macchina non riesce a mettere a fuoco correttamente o se lo fa una volta settata la MAF iniziale, tende a sganciare. E' preferibile servirsi della regolazione manuale, come fanno realmente i professionisti.

La ghiera molto smorzata e fluida dell'obiettivo permette zoomate prive di scatti.

La qualità dei filmati registrati è buona, ma alcuni concorrenti riescono a fare di meglio. Si nota qualche artefatto digitale, probabilmente anche a causa dell'assenza del filtro OLPF.