Fusione nucleare fredda italiana con i soldi USA

La discussa tecnologia Ecat può contare ora su un finanziatore statunitense pronto a rischiare.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Il reattore a fusione fredda Ecat continua a mietere successi, nonostante si continui a discutere sul suo reale funzionamento. Molti credono che l'inventore Andrea Rossi sia un truffatore, altri invece sono convinti della sua genialità; tra questi ultimi c'è Cherokee Investment Partners, una grande società d'investimento statunitense interessata al progetto, che agisce tramite la sua controllata Industrial Heat (IH) - della quale fa parte lo stesso Rossi.  

La cifra in questione non è stata resa nota: si è parlato di 11 milioni di dollari in passato, ma probabilmnete  riferendosi solo ai fondi iniziali stanziati per creare Industrial Heat. La nuova società "ha acquisito i diritti sulla tecnologia LENR di Andrea Rossi", recita il comunicato stampa di IH. Il portavoce JT Vaughn aggiunge poi che "IH ha comprato la proprietà intellettuale e i diritti di licenza sul dispositivo LENR di Rossi, dopo che un comitato indipendente di scienziati europei ha portato a termine due test di più giorni presso gli stabilimenti di Rossi in Italia".

Industrial Heat è quindi già al lavoro per proteggere con i brevetti la tecnologia Ecat, e l'obiettivo è di farne mercato negli Stati Uniti e in Cina. Chiunque al momento può ordinare un Ecat - il modello industriale almeno - ma i dubbi sono ancora tanti, e anche su Tom's Hardware gli articoli precedenti hanno generato discussioni lunghissime.

L'investimento gioca senz'altro a favore della credibilità dell'Ecat, ma non è una prova scientifica. Per quella bisogna aspettare almeno fino a marzo 2014, quando dovrebbe concludersi una nuova batteria di test organizzata dallo stesso Rossi ma tenuta da un gruppo internazionale di scienziati. Lo aveva già fatto lo scorso maggio, senza però concedere agli osservatori la possibilità di osservare tutti i dettagli da vicino.

I detrattori di Rossi ritengono che sia sospetto il velo di mistero mantenuto sul cosiddetto "effetto Rossi", ma ufficialmente si deve solo al fatto che per il momento la proprietà intellettuale non è ancora adeguatamente protetta, e l'inventore vuole tutelare il proprio lavoro. "Rossi non vuole pubblicare tutti i dettagli noti del processo", spiega la pagina dedicata su ecat.com. Qualcuno comunque è pronto non solo a crederci, ma anche a investire grosse cifre in questo progetto. Lo fareste anche voi?

Nota: l'articolo è stato modificato per specificare che Andrea Rossi è un investitore attivo in Industrial Heat, e per aggiungere la cifra di 11 milioni di dollari sulla quale si è speculato in passato.