I Google Glass potrebbero fare breccia prima nel mondo delle aziende che in quello consumer se non si dovesse trovare una killer application e soprattutto fissare un prezzo alla portata di tutti. La casa di Mountain View lo sa bene e per questo nei mesi scorsi ha creato il programma "Glass at Work", che ora diventa "ufficiale" con i primi cinque partner.
Le prime aziende a salire sul carro (del vincitore?) sono APX Labs, Augmedix, CrowdOptic, GuidiGo e Wearable Intelligence, che hanno vari interessi che coprono settori come quello medico, la trasmissione di contenuti live, la produzione e non solo. Tutti ambiti in cui i Glass hanno grande potenziale che va solo "sbloccato" con applicazioni ad hoc.
Pensate al settore medico, dove i Glass sono già stati usati a supporto di operazioni chirurgiche, ma anche all'uso nel mondo dell'apprendimento o del giornalismo. Tutte le aziende partner di Google possono fregiarsi del logo "Glass Certified" e ovviamente godranno dell'aiuto degli ingegneri di Mountain View, anche se non è chiara la portata del "plus" dato dallo status di partner.
Come emerso in questo articolo "Realtà virtuale e aumentata: passato, presente e futuro" che abbiamo pubblicato da poco, le stesse aziende impegnate nel settore della realtà virtuale e aumentata – a cui appartengono, in parte, anche i Glass – hanno capito che uno dei problemi di questi prodotti riguarda anche l'aspetto "emotivo".
In quanti, tra i primi utenti, si sentiranno a loro agio con un prodotto indossabile sul volto? Partire dal mondo aziendale e da quello accademico, dove se indossi qualcosa di tecnologico è perché ti serve per lavorare, potrebbe essere la chiave per abbattere una delle tante barriere esistenti che separano questi dispositivi dalla massa di consumatori interessati.