Google ha passato di nascosto i dati degli utenti agli inserzionisti aggirando il GDPR?

Il Financial Times, citando una delle rivali di Google, Brave, ha affermato che il colosso di Mountain View usava pagine web nascoste per passare segretamente i dati dei propri utenti agli inserzionisti, in barba alle direttive europee del GDPR.

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a cura di Alessandro Crea

L'accusa è di quelle gravi, se sarà provata. Google infatti avrebbe passato in Europa i dati dei propri utenti agli inserzionisti di nascosto, utilizzando pagine web segrete per aggirare le stringenti direttive del GDPR che prevede invece trasparenza totale nel trattamento dati e, soprattutto, consenso da parte degli utenti stessi.

L'accusa proviene dal Financial Times, che avrebbe citato a sostegno le indagini svolte da Brave, un piccolo motore di ricerca competitor di Google, che sostiene di aver poi consegnato l'intera documentazione alla Data Protection Commission, l'autorità irlandese per la privacy e la gestione dei dati, a cui è affidata la supervisione delle attività di Google in Europa, visto che la sede legale è situata proprio nell'isola verde.

Secondo Brave, Google non applicherebbe sufficiente attenzione alla privacy e alla protezione dei dati e anzi li userebbe commercialmente, per fornire ai propri inserzionisti la chiave per pubblicità sempre più mirate, infischiandosene del volere degli utenti, a cui non verrebbe chiesta esplicitamente alcuna autorizzazione. Secondo Brave inoltre esisterebbero delle pagine nascoste nel Web, che il colosso californiano utilizzerebbe proprio per trasmettere segretamente i dati. Il piccolo motore di ricerca le avrebbe monitorate nel corso del tempo proprio al fine di rilevarne frequenza e tipologia di utilizzo, raccogliendo tutto in un dossier.

Per il momento Google ha commentato tramite un proprio portavoce, limitandosi ad affermare di non mai offerto "annunci personalizzati né inviato richieste per sollecitare offerte senza il consenso dell'utente". Il portavoce ha anche aggiunto che l'azienda ha comunque intenzione di collaborare con le autorità britanniche e irlandesi che stanno indagando sulle attività pubblicitarie per fare piena luce sulla propria condotta.

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