Google Project Loon arriva in Kenya, dal 2019 Internet per tutti coi palloni aerostatici

Project Loon, il progetto che mirava a portare connettività nelle aree rurali più remote del pianeta tramite l'uso di palloni aerostatici, sta per diventare realtà: si partirà dal Kenya nel 2019.

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a cura di Alessandro Crea

Vi ricordate di Project Loon, il progetto sviluppato alcuni anni fa da Google X con l'intento di portare la connessione Internet anche nelle aree rurali più remote del pianeta tramite l'uso di palloni aerostatici? Sta per diventare finalmente realtà: si partirà dal Kenya nel 2019.

A gestire il tutto sarà Loon, un'azienda che si situa sotto l'ampio cappello di Alphabet, l'azienda di cui anche Google fa parte. Il funzionamento è(relativamente) semplice. "è più facile pensare ai palloni come altrettante torri cellulari volanti", ha spiegato un portavoce di Loon ai colleghi di Digital Trends. "Loon lavora con gli operatori di reti mobile per estenderne la portata a territori non ancora connessi o poco connessi".

I palloni aerostatici resteranno in volo a un'altezza di circa 20 chilometri, ricevendo il segnale da terra per agire poi come una rete che lo ritrasmette distribuendolo su territori non ancora coperti da segnale e dove realizzare ripetitori sarebbe poco economico.

‎Loon utilizza dei lanciatori proprietari per portare in quota i palloni aerostatici. Questi ultimi saliranno fino alla stratosfera, sfruttando le correnti per posizionarsi ma all'occorrenza saranno anche in grado di navigare per raggiungere determinate porzioni di territorio da coprire.

Portando Internet alle persone che ancora ne sono escluse Loon spera di permettere loro di realizzare attività economiche, migliorare la loro salute e aumentare la resa delle colture, oltre che ovviamente creare nuovi potenziali mercati per i propri servizi.

Ovviamente però le cose non saranno così semplici. Il digital divide è una questione tecnica, ma anche culturale e non basta avere accesso al Web per accrescere la propria conoscenza. Senza gli giusti strumenti critici infatti il rischio disinformazione è sempre dietro l'angolo.