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Google può comprare Motorola, ma se sgarra la paga cara

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Google può comprare Motorola, ma se sgarra la paga cara

di Elena Re Garbagnati martedì 14 Febbraio 2012 13:38
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Google ha incassato il benestare per l’acquisizione di Motorola Mobility sia dal Dipartimento di Giustizia statunitense sia dalla Commissione Europea. Nei due continenti l’affare da 12,5 miliardi di dollari può quindi considerarsi chiuso e, cosa più importante, Google può disporre liberamente dei 17mila brevetti che erano di proprietà di Motorola.

Entrambe le autorità di regolamentazione hanno però ammonito l’azienda di Moutain View di non abusare del corposo portafoglio brevetti: un avvertimento che ha tutta l’aria di una spada di Damocle sulla testa di Google, dato che un eventuale uso “disinvolto” potrebbe scatenare controlli da parte dell’antitrust.

L’acquisizione Google / Motorola è stata approvata negli USA e in Europa

A metterlo nero su bianco nel provvedimento di approvazione ufficiale ci ha pensato il commissario UE alla concorrenza Joaquin Almunia: “L’approvazione della fusione non significa che non vigileremo sul rischio che Google possa abusare del portafoglio brevetti, una volta che ne sarà il legittimo proprietario. Questa è la nostra preoccupazione, e non è escluso che in futuro potremmo essere costretti ad aprire indagini a riguardo. Gli elementi al momento in nostro possesso non sono sufficienti per bloccare la fusione, ma saremo vigili”.

Su quest’ultimo punto coincide anche il giudizio delle autorità di regolamentazione degli Stati Uniti, e la sensazione comune è quella che i funzionari antitrust dei due continenti avrebbero voluto bocciare l’acquisizione, ma nonostante gli sforzi non siano riusciti a trovare motivi validi per farlo.

Nel comunicato del Dipartimento di Giustizia statunitense si legge che sono stati analizzati a fondo gli impegni dichiarati da Google, Apple e Microsoft sul rispetto delle licenze, ma “gli impegni sottoscritti da parte di Apple e Microsoft lasciano pensare al pieno rispetto degli accordi FRAND per la cessione in licenza di brevetti a condizioni eque, ragionevoli e non discriminatorie. La lettera di impegno di Google era più ambigua e non forniva la stessa conferma diretta dei suoi criteri di gestione delle licenze protette”.

Le autorità temono che Google usi i brevetti Motorola per abbattere i concorrenti

Gli enti regolatori sembrano fortemente preoccupati dall’eventualità che Google possa usare i brevetti Motorola per spennare i concorrenti chiedendo tariffe di licenza ingiustificatamente elevate, nel tentativo di difendere l’ecosistema Android dagli attacchi della concorrenza. Il punto è che nessuno finora ha indicato in modo inequivocabile quale sia la cifra equa. Apple si è rifiutata di pagare a Motorola il 2,25 percento del prezzo di vendita degli iPhone, e ha chiamato in causa l’UE elencando una serie di consigli per cambiare la normativa sulle licenze correlate ai brevetti, e chiedendo a gran voce di definire meglio i prezzi delle tariffe FRAND.

Il punto è che nei 17.000 brevetti Motorola di cui Google è entrata in possesso ci sono “centinaia” di brevetti essenziali sulle comunicazioni wireless, che si potrebbero usare illegalmente per svantaggiare i concorrenti scomodi. Per questo il Dipartimento di Giustizia avverte in una nota che “non esiterà ad adottare le misure necessarie per fermare qualsiasi utilizzo anticoncorrenziale dei diritti FRAND”. Non c’è ancora una risposta.

Google non ha tardato a rispondere: “da quando abbiamo annunciato il nostro accordo per l’acquisizione di Motorola Mobility lo scorso agosto, molti ci hanno interrogati sul fatto che i brevetti esseziali di Motorola Mobility continuassero ad essere concessi in licenza a condizioni FRAND una volta chiusa la transazione. La risposta è semplice: lo faremo”. Staremo a vedere, dato che ora Google è ufficialmente impegnata nelle cause legali di Motorola contro Apple e Microsoft.

di Elena Re Garbagnati
martedì 14 Febbraio 2012 13:38
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