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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Google ha aggiunto tredici lingue alla traduzione via fotocamera di Google Traduttore, portando il totale a quasi cinquanta idiomi. L'applicazione diventa così ancora più versatile e utile per chi viaggia o per altre ragioni deve tradurre velocemente una breve porzione di testo.

Si parla di quella funzione, accessibile tramite l'app per Android e iOS, che permette di tradurre un testo semplicemente inquadrandolo con la fotocamera. La traduzione compare istantaneamente, senza bisogno di premere il pulsante di scatto. In quest'ultimo caso, si potrà fare qualcosa in più, come selezionare solo alcune parole o inviare il lavoro a Google per migliorare gli algoritmi.

Già, perché ancora una volta parliamo di intelligenza artificiale e di Deep Learning, tecnica che negli ultimi anni è stata applicata in particolare (ma non solo) alla traduzione automatica. I risultati sono ancora lontani da quanto può fare un traduttore umano, uno esperto se non altro, ma il ritmo con cui migliora la qualità è davvero impressionante.

traduzione google traduttore tastiera cienpies
Immagine: cienpies/Depositphotos

Solo pochi anni fa infatti il Natural Language Processing (NLP, in italiano Elaborazione del Linguaggio Naturale) e la Neural Machine Translation erano poco più che abbozzi, e si era appena iniziato a parlare di sistemi informatici realizzati a immagini e somiglianza del sistema nervoso. Le reti neurali, la cui concezione risale grossomodo a 50 anni fa (con il lavoro di J. Von Neuman), hanno visto però una loro esplosione negli ultimi dieci, quindici anni. E così la tecnica del Deep Learning e la sua applicazione all'interpretazione del linguaggio.

Certo, usare oggigiorno Google Translate e la sua app Fotocamera potrebbe far pensare che la strada da percorrere è ancora lunghissima. Le traduzioni sono imprecise, raffazzonate, a volte sommarie. Ma resta un risultato straordinario se messo in prospettiva: a fare il lavoro, infatti, è la piccolissima rete neurale integrata nel processore dello smartphone, con le poche decine di megabyte di dati scaricati dall'applicazione stessa. Se all'equazione si aggiunge la potenza del Cloud Computing marchiato Google - ma ci sono altri concorrenti che stanno al passo - la distanza rispetto a solo dieci anni fa appare abissale.

Ed ecco che la NMT, e in particolare la GNMT (Google Neural Machine Translation) appare come un piccolo miracolo moderno. E sopratutto, considerata l'inevitabile crescita esponenziale, è legittimo credere che entro dieci anni un traduttore "alla Star Trek" potrebbe essere tutt'altro che fantasioso. In effetti c'è chi sta provando a realizzare oggetti simili già oggi, con risultati niente male. Per non parlare del fatto che il NLP ha una grande ricaduta su tutte le possibili applicazioni dell'Intelligenza Artificiale. Senza trascurare il fatto che all'elaborazione del linguaggio vanno aggiunti tutti gli strumenti legati alla computer vision, che rende capace il nostro smartphone di distinguere lettere e parole - anche qui con una precisione notevole ma imperfetta.

Per ora comunque abbiamo Google Translate e la sua fotocamera, che se pure imperfetta può accompagnarci in giro per il mondo e tradurre al volo menu, cartelli stradali, avvisi, documenti e qualsiasi altro tipo di testo scritto. Basta non prendere il risultato per oro colato e metterci un po' del proprio buonsenso - almeno finché non potremo farne del tutto a meno.