Il destino dell'Italia digitale è nelle mani di tutti noi

Il digital champion Riccardo Luna, fresco di investitura, rilancia sui temi dell'alfabetizzazione, della collaborazione e delle startup. "L'Italia ha migliaia di campioni digitali, vorrei fare una rete". Non c'è alternativa per lo sviluppo del paese.

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a cura di Dario D'Elia

"#digitalchampions al plurale perché è così che intendo muovermi. L'Italia ha migliaia di campioni digitali, vorrei fare una rete", scrive stamani Riccardo Luna su Twitter. È la prima battuta del nuovo digital champion italiano: colui che dovrebbe fare da ambasciatore italiano per lo sviluppo digitale.

In questo momento è a San Francisco perché sta accompagnando il Premier Renzi nel suo viaggio in Silicon Valley. Ieri c'è stato l'incontro con gli imprenditori hi-tech italiani, oggi vi sarà la visita nel quartier generale di Twitter – una passione del presidente, com'è risaputo.

Puntiamo in alto

Riccardo Luna ha già le idee chiare per risollevare le sorti del digitale italiano. Bisogna fare squadra, mettere insieme le competenze e comunicarle nel giusto modo. "Ci sarà un sito dove da subito raccontare storie di innovazione digitale anche in piccoli centri www.digitalchampions.it", prosegue l'ex direttore dell'edizione italiana di Wired. "È già attivo per ora solo per ricevere storie. Lo completeremo presto anche con i consigli che mi darete: cosa serve?".

La risposta arriva dal Web: bisogna puntare su alfabetizzazione ed economia digitali. Due fronti chiave per vincere la sfida. "Mi piacerebbe mettere il digitale al primo posto della agenda governo: così si crea la ripresa economica", sostiene Luna. "Il mio ruolo nella squadra sarà intanto quello di fare squadra con gli altri perché solo così pesiamo".

Proprio sul divide culturale Tom's Hardware ha chiesto maggiore impegno. Luna ha risposto ricordando la recente inaugurazione di GoonItalia (http://www.go-on-italia.it), che è un progetto di sistema non-profit con l'obiettivo di migliorare le competenze di cittadini e imprese.

Riccardo Luna

"Ci siamo messi in testa di fare digitali gli italiani. E nel nostro progetto rientrano soprattutto percorsi di trasferimento generazionale: chiamare i più giovani ad aiutare i più anziani, i nativi digitali a modernizzare le piccole imprese, i tecnologi ad affiancare gli artigiani. È ora di rimboccarsi le maniche. Il futuro può essere entusiasmante, se ci si attrezza con gli strumenti necessari: Go on, Italia! D'altronde", si legge sul sito ufficiale.

Anche sul fronte startup bisogna fare di più. "Da decenni in Italia c’è un clima ostile nei confronti di chi si occupa di innovazione tecnologica", sostiene Francesco Lacapra, vicepresidente della Peaxy di San Jose. "Lasciamo stare i paragoni con la Silicon Valley e impariamo almeno dall'India, su come migliorare la qualità dell'istruzione scientifica e tecnologica. Far tornare indietro i nostri cervelli finiti all'estero è irrealistico, basterebbe incentivare i giovani che sono ancora in Italia a non cercare soluzioni permanenti all'estero. Per contrastare le baronie universitarie di casa nostra, cominciamo anche a portare negli atenei italiani più ricercatori stranieri. E smettiamola di trattare i nostri ricercatori come degli stagisti con stipendi da fame".

"Ne parleremo presto con Donadon (H-Farm) e tutti il direttivo in ItaliaStartup sapendo che al MISE sono sul pezzo", aggiunge Luna.

Rimane il tema delle infrastrutture. "Il piano nazionale banda larga non spetta a me ma posso martellarli finché non azzeriamo digital divide. Mi piacerebbe che il governo puntasse sulla terza rivoluzione industriale ma intanto noi miglioriamo le digital skills".

Motivo per cui le candidature a far parte dello staff sono aperte: fatevi avanti. E se siete novelli artigiani digitali, appuntamento alla MakerFaire Rome 2014 il 3-5 ottobre.