Il futuro di Plutone dopo New Horizons: un viaggio nella fantascienza

Scoprite tutto sulla sonda New Horizons della NASA, Plutone e le sue lune in attesa dell'arrivo dei dati.

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a cura di Elena Re Garbagnati

Una delle domande che molti si stanno ponendo è che cosa succederà dopo il flyby di oggi della sonda New Horizons su Plutone. Come detto nelle precedenti notizie le prime immagini arriveranno domani, e il grosso dei dati impiegherà più di un anno ad attraversare i 4,7 miliardi di km che separano Plutone dalla Terra.

C'è tutto il tempo per farsi una cultura su Plutone e per capire perché abbiamo spedito New Horizons ai confini del Sistema Solare. Per farlo vi consigliamo di leggere l'articolo di approfondimento Plutone da vicino, New Horizons e la storica missione NASA che abbiamo pubblicato proprio oggi.

Vista dalla superficie di Plutone   Creazione artistica
Vista dalla superficie di Plutone - Creazione artistica

Al momento non abbiamo un'idea concreta delle conseguenze di questo progetto della NASA: estremizzando gli esperti potrebbero persino concludere che Plutone è un pianeta freddo e arido di scarso interesse scientifico. I nostri colleghi di Space.com però hanno provato a immaginare lo scenario opposto, ossia quello in cui New Horizons dovesse scoprire qualcosa di veramente sconvolgente, come una composizione imprevista degli elementi in superficie, la presenza di ossigeno come quello nell'atmosfera terrestre. E se gli strumenti di rilevazione dovessero individuare oggetti chiaramente artificiali sulla sua superficie, segni di civiltà extraterrestri?

Siamo ben consci del fatto che l'idea sia più un racconto di fantascienza che scienza reale, ma siamo anche appassionati di fantascienza quindi lasciamo per un attimo un po' di spazio all'immaginazione e vediamo cosa potrebbe comportare uno scenario del genere.

Astronave del futuro
Astronave del futuro

La NASA potrebbe persino arrischiarsi a lanciare una missione umana con equipaggio. Al momento non abbiamo gli strumenti per farla, ma gli appassionati di fantascienza potrebbero pensare che si potrebbe usare un veicolo spaziale come quello del progetto Orion, secondo cui per spingere un veicolo spaziale si potrebbero far esplodere migliaia di piccole bombe nucleari. Ogni detonazione causerebbe una spinta in avanti. I primi progetti furono elaborati negli anni '60. La NASA ha ripreso in mano il concetto nel 2000 con il nome di External Pulsed Plasma Propulsion. Il team originario aveva sviluppato una configurazione interplanetaria avanzata in grado di spingere un veicolo spaziale di 10.000 tonnellate su Saturno, e di farlo ritornare in tre anni.

Guardando alle notizie più recenti tanto varrebbe tirare in ballo il brevetto di Boeing per un motore a fusione-fissione alimentato a laser di cui abbiamo parlato proprio ieri, o il motore a curvatura come quello dell'Enterprise.

Anche trovato un sistema di prolusione adeguato ci sarebbe un altro grosso problema da superare: la gestione dell'equipaggio. Oggi abbiamo la ISS con sei astronauti a bordo che orbita senza sosta attorno alla Terra. Però ci sono enormi differenze tra la ISS e un veicolo spaziale per Plutone. L'ISS viene regolarmente rifornita. Al contrario, gli astronauti in viaggio verso Plutone sarebbero del tutto isolati e i loro sistemi di supporto vitale dovrebbero essere completamente autosufficienti. Una possibile soluzione potrebbe essere quella di ibernare gli astronauti durante il viaggio. Gli studi sono in corso ma gli scienziati attualmente non hanno una soluzione per ibernare esseri umani e svegliarli vivi. Ecco perché un'opzione del genere per il momento resta un capitolo (molto interessante) della fantascienza, ma astratto dalla realtà.

Leggi anche: Sonno criogenico per gli astronauti NASA verso Marte

Una volta raggiunta l'orbita di Plutone l'idea potrebbe essere quella di spegnere i motori e far scendere l'equipaggio sulla superficie mediante razzi chimici convenzionali. La gravità superficiale di Plutone è di circa un ventesino di quella terrestre. Un atterraggio sulla superficie di Plutone da un'orbita bassa a un'altitudine di 100 chilometri richiederebbe un terzo del delta-V necessario per uno sbarco sulla nostra Luna dalla stessa altezza.

Il veicolo spaziale deputato all'atterraggio però dovrebbe affrontare alcune sfide inedite. A differenza della Luna, Plutone ha una sottile atmosfera di azoto, metano e monossido di carbonio. Sarebbe necessario una sorta di scudo termico, ma potrebbero mancare le condizioni per assicurare le funzionalità di un sistema di frenaggio come il paracadute.

 

Infografica Dragon taglio

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La navicella Dragon V2 di SpaceX ha in dotazione sia uno scudo termico sia razzi propulsivi per l'atterraggio, quindi è probabilmente un passo nella giusta direzione. Inoltre incamera abbastanza carburante per la discesa sulla superficie di Plutone, ma dovrebbe integrare serbatoi aggiuntivi di carburante per poter atterrare, decollare di nuovo e arrivare al rendez-vous con la nave madre in orbita. Non ci siamo ancora, ma questa parte sembra fattibile, con i dovuti tempi.

I problemi non sarebbero finiti qui. Stando ai dati di cui siamo al momento in possesso la superficie è composta principalmente di silicati ed è ricoperta di ghiaccio (non solo di acqua ghiacciata, ma anche di metano, monossido di carbonio e azoto congelati). A contatto con gli scarichi del razzo che arrivano a diverse migliaia di gradi c'è il reale pericolo che il sito di atterraggio possa vaporizzarsi.

Esplorare la superficie di Plutone poi non sarebbe un lungo viaggio, dato che ha una superficie limitata. Inoltre, se sulla Terra pesiamo 68 kg su Plutone ci alleggeriremmo fino ad arrivare a circa 4,5 chilogrammi. Tuttavia non è detto che sarebbe una passeggiata: al momento non è chiaro che tipo di pericoli si potrebbero incontrare, oltre alle radiazioni cosmiche e al freddo. "Se ci sono altri pericoli ambientali come vulcani o geyser noi non lo sappiamo" confessa Alan Stern del progetto New Horizons.

Infografica temperatura e gravità Plutone   taglio

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Fantascienza? Al momento sì, almeno per gran parte. Ma non dimentichiamo che Plutone è stato scoperto solo 85 anni fa e oggi un veicolo spaziale che trasporta le ceneri del suo scopritore sta passando davanti a quel pianeta - un'impresa che era inimmaginabile nel 1930. Dove ci porteranno i prossimi 85 anni? Fare previsioni è davvero difficile.